La compagnia ha depositato un brevetto per riconoscere l’ambiente che ci circonda e suggerire nuove playlist
Su Spotify non è una novità poter sfogliare decine di playlist divise per “sentiment”. Ci sono quelle per favorire la calma, il lavoro, per darsi una smossa nel weekend o divertirsi. Tutti scenari che seguono ciò che un utente ha ascoltato nei suoi anni di fruizione, mixato ai mood del momento. Il futuro però è sempre più nell’apprendimento automatico dei software e Spotify non fa eccezione.
Per questo la compagnia ha depositato un brevetto tramite il quale sarà possibile, un giorno, ascoltare la voce delle persone e il rumore dell’ambiente circostante, per suggerire in automatico brandi ed elenchi. Il brevetto, concesso il 12 gennaio di quest’anno, consentirebbe al gigante dello streaming di “fare osservazioni” sul mondo reale e intercettare le emozioni che, almeno in teoria, sono prevalenti in un dato momento.
Come funziona
“È normale che un’applicazione di streaming multimediale includa funzionalità che forniscono consigli multimediali personalizzati a un utente” ha spiegato Spotify alla BBC. Tuttavia, l’approccio attuale è insoddisfacente, perché richiede alle persone di “inserire risposte, più volte nel tempo, a varie domande”. Il brevetto suggerisce che il riconoscimento vocale potrebbe essere utilizzato per raccogliere informazioni su età e sesso, mentre segnali contestuali come “intonazione, stress, ritmo” fornirebbero indizi sul fatto che un utente sia “felice, arrabbiato, triste o neutrale” .
“Dovrebbe essere chiaro che le categorie di metadati di emozioni, sesso, età e accento di cui sopra sono solo esempi e possono essere utilizzate numerose altre caratterizzazioni e classificazioni” si legge nella documentazione. I risultati verrebbero combinati con altre informazioni, comprese le canzoni precedentemente riprodotte, per migliorare i consigli. Lo scorso anno, Spotify ha condotto uno studio su come i tratti della personalità influenzano le preferenze musicali.