Oggi anche le app di messaggistica rientrano nella diretta ePrivacy e il social corre ai ripari
Facebook ha temporaneamente rimosso alcune funzionalità dalle sue app Messenger e Instagram, almeno per gli utenti europei. La mossa è quella di dare all’azienda il tempo di apportare modifiche al fine di conformarsi alle modifiche alle normative sulla privacy dell’UE, che sono attualmente applicate dai paesi membri. Gli utenti che attivano le loro app nella regione vengono accolti con un avviso pop-up che recita “Alcune funzionalità non sono disponibili. Questo per rispettare le nuove regole per i servizi di messaggistica in Europa. Stiamo lavorando per riattivarle”.
Le nuove regole a cui fa riferimento risalgono effettivamente al 2002 e si tratta della direttiva sulla privacy e le comunicazioni elettroniche o, in breve, la ePrivacy. Da oggi, 21 dicembre, i servizi di messaggistica rientreranno in questa normativa, non solo quelli offerti direttamente dalle telco e dai fornitori di banda larga.
Cosa succederà a Facebook
Entrambe le app funzionano ancora come messaggeria di base, ma alcune delle funzionalità sono in sospeso, come la creazione di sondaggi e l’assegnazione di soprannomi all’elenco dei contatti. Altre continueranno a funzionare nelle conversazioni uno a uno, ma non nelle chat di gruppo. Una volta che saranno stati sottoposti a test di conformità, tutto ritornerà come prima. In una dichiarazione alla BBC, un portavoce di Facebook ha aggiunto: “Stiamo ancora determinando il modo migliore per riportare queste funzionalità. Ci vuole tempo per ricostruire i prodotti in modo che funzionino perfettamente e che siano compliance alle nuove normative”.
Dato che il tipo di funzionalità in sospeso non pare avere alcuna correlazione diretta con le policy in partenza oggi, per una volta Facebook punta sulla cautela. La direttiva ePrivacy vieta semplicemente la raccolta del contenuto dei messaggi e dei metadati associati, senza l’autorizzazione del mittente. Ad esempio, monitorare i messaggi per personalizzare gli annunci pubblicitari.