«Niente sarà più come prima, ma potrebbe essere addirittura meglio di prima, se sapremo governare l’incertezza e cogliere le ortogonalità di effetto durante il viaggio». È questa la visione di Andrea Ruscica, presidente e strategy lead di Altea Federation, il quale vede consolidarsi una vera e propria convergenza tra dimensione umana e tecnologica.
«L’ottimismo non è fideismo» – avverte subito Ruscica. «Si alimenta di passione, fiducia e concretezza. È una fonte di energia per il cambiamento, che parte dalla lettura dei segnali. Dobbiamo muoverci dando fiducia alle persone con cui lavoriamo, per costruire insieme il futuro che abbiamo in mente». La pandemia ha accelerato bruscamente una tendenza in atto già da diversi anni, facendo intravedere i contorni di una “nuova normalità” scandita al ritmo dell’innovazione tecnologica al servizio dell’uomo. «Connubio Human-Tech» – lo definisce Ruscica. «L’uomo è al primo posto e guida sperimentazioni e progetti di innovazione ricombinante con lo scopo di risolvere bisogni umani. La reason why delle scoperte scientifiche e tecnologiche è sempre la soddisfazione di una necessità umana, il miglioramento delle nostre condizioni di vita, ambiente e lavoro. L’ondata di innovazione dell’ultimo decennio aveva già portato alla luce un cambiamento profondo nel lavoro, verso nuove abitudini ibride e digital skill-set».
Dopo la “disruption” che ha imposto una sostanziale rottura con i paradigmi del passato – secondo Ruscica – è il momento di “construction”, un ripensamento dei modelli di business e degli stili organizzativi. Le aziende che vogliono preservare la propria stessa esistenza agiscono secondo due priorità all’ordine del giorno: gestione del rischio e business continuity. Criticità a cui Altea Federation risponde con due approcci sistemici: Adaptive Resilience Model e Interactive Organization Framework.
Traiettorie verso il futuro
La tecnologia è l’ambiente funzionale nel quale ci muoviamo e che ci contiene. «L’incertezza fa parte dell’esistenza. La paura dei nuovi inizi accompagna sempre l’uomo. Non possiamo eliminare la paura, ma possiamo gestire il rischio» – afferma Andrea Ruscica. «Abbiamo gli strumenti per farlo. E dobbiamo farlo in modo consapevole e responsabile, innovando le categorie mentali e gli strumenti a disposizione, in una connessione nuova tra uomo e macchina, che stiamo già sperimentando. Il paradigma Human-Tech non è una visione astratta e lontana». Parafrasando il titolo del libro “Becoming the future. Viaggio al ritmo dell’innovazione” dello stesso Ruscica – siamo già proiettati nel futuro. Se la tecnologia ci potenzia ma non ci risparmia a nuovi rischi, allora possiamo trovare la risposta nella capacità delle imprese, delle persone, dei governi di essere resilienti a ogni tipo di discontinuità.
Che cosa significa essere resilienti? Significa sviluppare la capacità di adattarsi a eventi imprevisti con dimensioni di rischio diverse, assorbendone l’impatto per evolversi. Per farlo, Altea Federation ha creato con Nextea, società di managing consulting del Gruppo, un modello adattativo resiliente, che permette alle organizzazioni di elaborare un sistema di orientamento in tutte le dimensioni del rischio e di creare un piano di azioni mirate. Altea Federation suggerisce un approccio tecno-pratico. Un programma per fornire alle aziende metodologie e strumenti per governare la crescente complessità, con l’obiettivo di predisporre strategie e piani di sviluppo, per costruire traiettorie di indirizzo, dando priorità ad azioni di mitigazione e prevenzione. Il modello adattativo resiliente si compone di tre step: dall’analisi qualitativa “open mind” del contesto, all’analisi quantitativa utile a determinare gli impatti sul business, fino alla call-for-action che aiuta le organizzazioni a disegnare traiettorie verso il prossimo futuro. L’Adaptive Resilience Model è una sorta di istantanea della capacità di adattamento e trasformazione, che permette non solo un ripristino delle condizioni precedenti, ma di andare oltre il punto di partenza, evolvendo e cogliendo l’opportunità di portare l’organizzazione, in tutto il suo insieme di interazioni, a uno stadio superiore di resilienza avanzata. «Ecco perché Road to Be Interactive non è solo una metodologia ma un programma per un’azione concreta che coniuga innovazione, persone e business» – spiega Ruscica. «Bisogna calare all’interno dell’organizzazione la cultura della resilienza».
«Le decisioni di oggi daranno forma al nostro futuro. Alle aziende è richiesto un cambio di prospettiva: trasformarsi in aziende interattive e resilienti»
Come tracciare la rotta
Il modello di resilienza adattiva permette di identificare dove l’azienda è maggiormente a rischio e dove è più resiliente. Il punto non è sviluppare piani dettagliati, ma capire la destinazione da raggiungere, la grande idea tematica attorno alla quale plasmare una risposta strategica. La velocità è un fattore che amplifica l’impatto del cambiamento sulle organizzazioni. Il cambiamento sopravanza le organizzazioni. Ma come si governa l’incertezza e la volatilità del business? «In un mondo pieno di incertezza, devi essere consapevole di quale sia l’obiettivo cardinale da difendere e che avrà importanza prima di ogni altra cosa. Ogni mappa dettagliata perde significato in uno scenario volatile e dinamico. È necessario dotarsi di una buona bussola con dei punti di riferimento precisi, migliorando l’analisi del contesto e dei possibili impatti, aumentando la capacità di gestione dei rischi connessi, ma anche la capacità di prevenzione, per garantire una operatività modulare e flessibile» – risponde Ruscica. «E al tempo stesso, attivando un approccio organizzativo orientato alla resilienza, fatto di comunicazione e collaborazione, interazioni efficaci, responsabilizzazione, definizione dei ruoli e degli obiettivi, il tutto abilitato dalla digitalizzazione e dall’hyperautomation».
Le imprese vivono di interazioni continue. «Le interazioni sono la valutazione di un fornitore, la revisione del budget, il comitato di avanzamento di un progetto, la variazione di sviluppo di un prodotto» – spiega Ruscica. «Il framework di organizzazione interattiva abbraccia il modo di essere e fare impresa, e gli strumenti tecnologici che abilitano le interazioni efficaci. Modellando le interazioni più importanti, siamo convinti di rendere più efficienti ed efficaci le organizzazioni, portando il processo decisionale più fluido e vicino all’esecuzione». Nell’era del “rettangolo” – come la definisce Ruscica – ovvero dell’interazione attraverso la cornice di un monitor, siamo chiamati a gestire complessità e a prendere decisioni strategiche per il nostro lavoro. Ed è qui che oggi avvengono le maggiori interazioni, collaborazioni in team che devono portare al raggiungimento del risultato, anche in un contesto di distanziamento sociale e work from home. Un mix variegato di mindset, stili manageriali e tecnologie destinato a cambiare per sempre il modello delle nostre organizzazioni».