Per l’edizione 2020, l’ottava in totale, il provider europeo di servizi cloud riunisce la propria community in forma online
L’appuntamento annuale di OVHcloud evolve per affrontare ancora meglio le sfide della trasformazione digitale e diventa OVHcloud Ecosystem Experience. Di norma organizzato a Parigi, per le note problematiche legate alla pandemia in corso, il provider europeo di servizi cloud ha dovuto declinare l’intero evento in forma online, riunendo in maniera virtuale ben 150 relatori da tutto il mondo che, su tre giorni, hanno tenuto 90 sessioni davanti ad una “platea” di oltre 10 mila spettatori. Come ha spiegato Michel Paulin, CEO di OVHCloud, l’obiettivo della compagnia, per i prossimi mesi, è quello di consolidare la sovranità dei dati in tutto il mondo, basandosi su un ecosistema che può contare su oltre 3 mila aziende partner e programmi dedicati, tra cui l’Open Trusted Cloud e l’OVHcloud Marketplace. Il gruppo, tra i leader europei nello scenario cloud, ha effettuato importanti investimenti nel 2020 per rafforzare il proprio impatto a livello tecnologico e geografico.
«Aprire una terza via nel mondo dei dati non è un compito facile, ma siamo fiduciosi di poterlo fare, grazie a questo ecosistema unico e forte legato a valori fondamentali come Apertura, Reversibilità e Trasparenza» ha spiegato Michel Paulin. Tutto questo senza dimenticare l’attenzione che bisogna dare al contesto della sostenibilità, mai come in questo 2020 estremizzato dagli eventi critici a livello globale. Non a caso, il modello integrato verticalmente di OVHCloud rappresenta una risorsa chiave per ridurne l’impatto ambientale, aumentando al contempo la propria leadership come offerta. L’azienda ha implementato il raffreddamento ad acqua nel 2003, il che si traduce in un PUE (Power Usage Efficiency – Efficienza nell’utilizzo dell’energia) da 1.3 a 1.09 mentre la media del settore sta quasi raggiungendo 2. Nonostante la scelta di sistemi di raffreddamento ad acqua, OVHcloud raggiunge un indice di efficienza idrica pari a 0.2.
Tecnologia sostenibile
«In termini molto concreti, abbiamo bisogno di un solo bicchiere d’acqua per raffreddare un server per dieci ore» spiega François Sterin, Executive Vice President Industry di OVHcloud.
«Mentre la media del settore necessita di una bottiglia piena. Gestiamo i nostri data center in reti a basse emissioni di anidride carbonica, installandoli in edifici già esistenti, ricicliamo componenti dandogli una seconda e terza vita. Insomma, sappiamo di poter raggiungere gli obiettivi nel campo dell’energia, acqua e anidride carbonica ma dobbiamo fare un passo avanti e agire subito». Non a caso, l’azienda procede verso l’impegno concreto di raggiungere la carbon neutrality con un mix di energia rinnovabile pura entro il 2025, mentre nel 2030 le emissioni saranno pari allo zero. Per questo traguardo, OVHcloud ha indicato cinque punti chiave basati su monitoraggio, progettazione, energie rinnovabili, economia circolare e mobilitazione dell’ecosistema. Fondamentale sarà la partnership con Inria, il principale istituto europeo di ricerca tecnologica, per migliorare il monitoraggio per far si che diventi un asset permanente, rivolto anche ai clienti.
Il panorama italiano
Durante un incontro dedicato alla stampa italiana, John Gazal, VP Southern Europe e Brasile di OVHCloud, ha illustrato le novità che interessano il nostro paese. «Nel 2020 abbiamo avuto due priorità in Italia: allargare l’ecosistema di OVHCloud nel paese e consolidare l’offerta per i clienti nel settore del public cloud» spiega Gazal. «Come risultato dei nostri sforzi, abbiamo raggiunto una crescita a doppia cifra nel paese e da qui ripartiamo per il 2021. Vogliamo continuare a garantire che i dati condivisi in Europa siano protetti nel migliore dei modi. La sovranità è un concetto per noi fondamentale che va esteso a tutte le country che fanno parte del mercato continentale».
Nello scenario attuale, il gruppo vede un grande potenziale nel campo dell’intelligenza artificiale, anche in Italia. «Ci sono varie tipologie di clienti che stiamo seguendo nel paese per potenziare le soluzioni IA in unione con il cloud» conclude il vice presidente Gazal. «Il segmento dell’intelligenza artificiale sta effettivamente esplodendo e pensiamo che possa rappresentare una nuova apertura per il mercato su ampia scala». Vale la pena ricordare come OVHCloud sia tra i fautori del progetto Gaia-X. Si tratta di un’iniziativa franco-tedesca volta a creare un sistema di cloud europeo in alternativa alle grandi piattaforme statunitensi e cinesi. Il progetto si inserisce in un filone che ha origine con la “Digital Single Market Strategy” in seno alla Commissione Juncker, strategia politica europea incentrata sulla valorizzazione del digitale per sfruttare al massimo le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale.