Come ridurre gli ingombri nel rack garantendo affidabilità, velocità e prestazioni avanzate di connessione nel data center. L’ottimizzazione dell’uso dello spazio apre una nuova era
Dal 1991, Rosenberger Optical Solutions & Infrastructure (Rosenberger OSI), business unit di Rosenberger, opera nel mondo delle soluzioni di cablaggio in fibra ottica. Gli scenari di intervento sono tanti, principalmente dove vi è una grande quantità di dati che devono essere trasferiti in modo rapido e sicuro. Location d’eccezione è dunque il data center, protagonista dell’evoluzione che l’IT ha avuto nell’ultimo decennio.
Per capire come il gruppo si sta muovendo in Italia e quale posizione ha assunto nei mesi difficili che hanno disegnato buona parte del 2020, abbiamo ascoltato la figura di riferimento in Italia, Paolo Parabelli, sales manager & business development di Rosenberger OSI. «Da quasi trent’anni, il mantra di Rosenberger OSI è quello di realizzare prodotti che siano plug-and-play, facili da installare e da gestire, con interventi ridotti e rapidi. Il plus è quello di spostare la lavorazione interamente in fabbrica, anche quando si tratta di validare hardware che arriva da fornitori terzi. In questo modo, al cliente non spetta altro che connettere i sistemi dove necessita, perché già pronti all’uso».
OTTIMIZZAZIONE E BOOM DEL CLOUD
I tempi che viviamo, con un’accelerata pazzesca, hanno visto un ulteriore consolidamento del cloud. Questa sorta di nuova era della consapevolezza porta però i data center a dover inglobare molte più informazioni di prima, con il rischio di un collasso in una sezione del percorso da e verso l’azienda. «Per questo, la nostra posizione diventa centrale, dal punto di vista dell’IT» – afferma Parabelli. «A livello europeo siamo l’azienda più completa nella realizzazione di soluzioni per il cablaggio dei data center, e a dimostrazione di ciò vi sono varie partnership, tra cui quella con IBM». In Germania, per esempio, dove si trova il quartier generale, OSI non si occupa solo di fornitura hardware ma se richiesto anche dell’installazione a 360 gradi presso l’utente, a completamento di un supporto esteso. Tornando però al punto focale dell’ottimizzazione dello spazio all’interno del data center, questa deve guardare anche allo spazio concreto di ciò che viene conservato in questi enormi contenitori di “tesori” digitali.
Nell’ottica di una riduzione degli ingombri nel rack, Rosenberger OSI ha di recente integrato il nuovo connettore MDC, acronimo di Miniature Duplex Connector, dalle dimensioni ridotte, in grado di minimizzare la sua presenza nel data center, pur offrendo tecnologie innovative. L’MDC è un vero connettore “duplex push-pull”, basato sulla tecnologia a ferula interamente in ceramica da 1,25 mm e appartenente alla categoria dei connettori Very Small Form Factor (VSFF). Qui la densità delle porte può essere raddoppiata o triplicata rispetto agli LC duplex. Come in tutti i principali settori IT coinvolti nella crisi globale da Coronavirus, anche Rosenberger OSI ha avuto il suo bel da farsi per fronteggiare l’emergenza, anche se in misura minore rispetto ad altri mercati. «A livello di produttività, non abbiamo mai avuto un blocco totale, e questo grazie alla fabbrica in Ungheria che ci ha dato la possibilità di effettuare spedizioni di materiale per interventi fondamentali sul territorio anche durante il lockdown. Una situazione resa meno difficoltosa proprio per la disponibilità di sistemi plug-and-play, gestibili da personale limitato. Peraltro, gli stessi operatori nei data center sono stati ridotti per limitare il contagio ma comunque supportando un servizio tecnico con una presenza attiva».
POTENZA E VELOCITÀ
Il segmento del cablaggio è sempre in movimento verso ulteriori novità. Il fatto di poter identificare nuove piattaforme di ottimizzazione è l’obiettivo dell’azienda. «Sappiamo che tecnologie come il 5G “gonfieranno” maggiormente i data center. Le aziende devono dunque analizzare e studiare soluzioni che smistino al meglio la vastità di dati prodotta e condivisa. Servono progetti all’avanguardia, che permettano di gestire spazi, tecnologie e velocità, come già fa Rosenberger con un sistema che può supportare (in modo passivo) applicazioni a 400 gigabit, tipiche degli operatori Datacom, Telecom e Industrial». Siamo davvero oltre quello che serve in Italia, dove al massimo oggi vi sono applicazioni ottiche parallele tra i 40 e i 100 gigabit. Ma anticipare il futuro è sintomo di lungimiranza e attenzione verso un panorama nel quale Rosenberger OSI vuole continuare a giocare un ruolo di primo piano.