illimity: una tech-bank

Proprio tutto, in illimity, è nuovo di zecca. A partire dall’assetto delle entità finanziarie da cui ha avuto origine. Il primo elemento innovativo è proprio l’assetto di Spaxs, l’iniziativa promossa nel 2018 da Corrado Passera, personaggio che non ha bisogno di presentazioni, e Andrea Clamer, consulente in SAP e Deloitte prima di entrare nel mondo bancario, dove si specializza sulla complessa materia dei distressed credit che diventerà, non a caso, uno dei pilastri dell’offerta di illimity.

Spaxs è una Special Purpose Acquisition company (SPAC), una formula societaria pensata per aggregare capitali destinati alla costituzione di aziende da quotare in Borsa, una sorta di alternativa più moderna alle IPO e al private equity. Nel 2019, Passera e Clamer ottengono dal Global Capital ECM, che studia i movimenti di capitali privati in Europa e Medio Oriente, il premio di migliore SPAC del 2018. La motivazione: la raccolta record sui mercati internazionali di 600 milioni di euro, per giunta proprio con l’obiettivo di avviare una startup bancaria supertecnologica. Nell’aprile del 2018, Spaxs rileva Banca Interprovinciale di Modena e si fonde con essa, dando così vita a illimity. Nel marzo del 2019 la nuova banca si quota al mercato MTA di Borsa Italiana, prima di una trentina di SPAC tutte partite l’anno prima. Nel suo primo anno di attività, illimity chiuderà con tre miliardi di euro di attivi e un quarto trimestre 2019 chiuso in positivo.

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Sarà per questo imprinting finanziario così aperto alle nuove dinamiche di mercato, che illimity si porta dietro una mentalità operativa incline alle relazioni con il mondo fintech e, più in generale, con le collaborazioni esterne. Apertura che come vedremo si riflette anche sulle architetture tecnologiche di cui Filipe Teixeira – giovane manager portoghese che prima di illimity ha accumulato in UK, Spagna, Francia, Germania e in Italia poi un notevole percorso professionale nel campo dei sistemi informativi, trascorrendo tra l’altro più di quattro anni in Unicredit per occuparsi anche di trasformazione del core banking – è il principale orchestratore. Sotto la sua responsabilità – spiega Teixeira – oltre ai servizi IT, c’è la cybersecurity e la disponibilità e qualità delle informazioni utilizzate dai team di data scientist che seguono i segmenti di offerta retail e non retail. «Se in questo ambito c’è una maggiore visibilità, per gli aspetti B2B, in particolare il credito concesso alle imprese, è fondamentale estrarre informazioni da dati destrutturati: una sfida enorme davanti al fenomeno dell’esplosione di queste informazioni. Bisogna considerare che il 70% del lavoro di analisi riguarda la data preparation, che dev’essere molto efficiente».

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OPERATIVITÀ ALLA VELOCITÀ DEL BUSINESS

Anche internamente illimity sta crescendo molto. All’inizio della sua operatività c’erano dieci persone in un piccolo studio nel centro di Milano. Oggi illimity ha oltre 500 collaboratori. Quali sono le specializzazioni? Il primo pilastro consiste nel finanziamento a PMI ad alto potenziale e conta già diversi partner interessanti tra cui DoveVivo – piattaforma di intermediazione di stanze in co-living – e FECS Group che, in ottica di economia “circolare,” si occupa di recupero, trattamento e riciclo di rottami metallici. Una seconda area di azione riguarda l’ambito dei crediti distressed corporate dall’acquisto al finanziamento fino al servicing e al remarketing attraverso la propria piattaforma specializzata Neprix. In campo retail, illimity offre invece servizi di banca diretta digitale attraverso illimitybank.com e sta aggregando tutta una serie di servizi intorno alla sua app di home banking, che ha raggiunto più di 37mila clienti e quasi 1 miliardo di € di raccolta in un anno. Primi ad attivare una piattaforma PSD2, Aggregation e Payment Initiation Service, con cui il titolare è in grado di predisporre bonifici e altre operazioni su più conti correnti, la banca di nuova generazione ha ottenuto il premio ABI con il Personal Finance Manager, il tool innovativo integrato anche nella app. La banca digitale diretta di illimity ha inoltre stabilito vari accordi che estendono le opportunità di un conto illimity a sfere come il tempo libero, i viaggi, il benessere. Con MiMoto e i suoi scooter in sharing, illimity collabora, ad esempio, per creare una carta di debito finalizzata alla mobilità condivisa; con Fitbit è possibile invece creare progetti di spesa connessi alla misurazione dei passi fatti e registrati con l’obiettivo di raggiungere la somma necessaria a compiere determinati acquisti.

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illimity ha da poco compiuto un ulteriore passo verso il nuovo fenomeno dell’open banking con la joint venture paritaria con Fabrick, società del Gruppo Banca Sella. L’accordo è finalizzato al potenziamento di HYPE, che con i suoi 1,3 milioni di clienti è la fintech leader sul mercato italiano nel segmento dei servizi finanziari innovativi forniti da operatori non bancari. Dal punto di vista concettuale, l’infrastruttura illimity, totalmente immersa nel cloud di Microsoft Azure, è una sorta di sandwich di tre “gusti” separati da due strati di API. Al centro, le aree funzionali dei dati, della logica di business e dei prodotti di mercato. In alto, separata dalla farcitura centrale dell’isolante, rappresentato dall’interfaccia programmabile, lo strato dei canali dei servizi verso i clienti: internet banking, mobile banking e l’insieme dei “touchpoint” digitali. In basso, rispetto alle aree funzionali, anch’essa isolata da un layer di API, c’è la fascia delle terze parti che forniscono a illimity i servizi: strumenti di pagamento, valutazione di mutui e prestiti. Persino il core banking fa parte di questi servizi esternalizzati. Banca Sella, per esempio, mette a disposizione i servizi core di Centrico, scelto anche perché essendo scritto in Java su tecnologia Oracle, consente al team informatico di fare a meno di competenze mainframe e Cobol.

APPROCCIO RIVOLUZIONARIO

Se il cloud Microsoft Azure è l’ambiente che racchiude tutta l’informatica di illimity sostituendo il tradizionale data center, il middleware (API layer) as a service di Google – spiega ancora Teixeira – prende il posto dei tradizionali enterprise service bus, assicurando l’integrazione tra le varie applicazioni. Ancora più interessante, il modello utilizzato per i dati, anch’esso implementato in una specifica suite di Microsoft Azure, Data Catalogue. Ogni informazione viene caricata in batch o in real-time, dentro a un unico data lake dove la pulizia e la coerenza del dato sono già implicite, grazie ai test di conformità in ingresso. «In altre parole – spiega il CIO di illimity – tutti i dati che servono al business, al controllo di gestione, alla contabilità, al risk management o al CRM, provengono da una unica fonte certificata, in base al paradigma “extract-load-transform” che garantisce un elevato indice di fiducia a ogni singolo utente». Rispetto al passato, si tratta di un approccio rivoluzionario: in pratica nessun dato può finire disperso o nascosto in silos visibili a una singola funzione del business. Le informazioni generate, vengono poi convertite in una “nuvola” di microservizi che alimenta a sua volta le aree funzionali e il confezionamento dei servizi verso l’esterno.

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«In questo senso – prosegue Teixeira – sento di appartenere molto più al business che alle operations. Oggi, le funzioni IT aziendali lamentano spesso un’eccessiva distanza rispetto all’area decisionale. In illimity, non c’è distanza: la tecnologia permea il core fino a dare piena visibilità su ciascun servizio utilizzato dal business». Questa prossimità è data anche dalla scelta di delegare ai partner esterni la coerenza e la robustezza dei servizi non strategici. Lo staff IT è concentrato sulla corretta implementazione dei servizi per il business, sul dato, sulla gestione dei partner che si integrano con la banca, non più sull’operatività del data center. «Continuare a vedere il cloud solo come fattore di efficienza e riduzione dei costi è limitante» – conclude Teixeira. «Il vero vantaggio è la porta che si apre sull’innovazione di processo, sulla riduzione del rischio operativo, che ci permette di focalizzarci sulla parte di servizio». Nelle sue decisioni tecnologiche, illimity non ha guardato al proprio settore di riferimento. Gli strumenti open source utilizzati, le partnership con le fintech e i nomi più innovativi dell’industria bancaria sono quelli che sostengono aziende tecnologiche come Netflix e Spotify. Un bel risultato per un operatore che in meno di dodici mesi ha riscritto, per il futuro, l’intero canone dell’informatica bancaria.