Dell, aziende pronte a ripartire. La via italiana alla trasformazione digitale

Le aziende italiane puntano sull’innovazione: 7 su 10 hanno creato una divisione dedicata
Filippo Ligresti, Vice Presidente e General Manager di Dell Technologies Italia

In uno studio la risposta delle imprese alla pandemia. Italia più reattiva della media europea

Che cosa sta accadendo alle nostre aziende? Come stanno reagendo all’emergenza sanitaria? Avranno la forza di ripartire? Una risposta a queste domande si trova nel Digital Transformation Index, una ricerca condotta da Dell Technologies in collaborazione con Vanson Bourne su un campione di circa 4.300 leader aziendali in 18 paesi, che fotografa lo stato dell’arte della digitalizzazione delle imprese a livello globale. La sorpresa, che è insieme una conferma, anticipata anche da altre rilevazioni, è che l’Italia è in piena accelerazione sul digitale. Di fronte alle criticità causate dall’emergenza sanitaria, la risposta della stragrande maggioranza delle aziende è stata quella di schiacciare sul pedale dell’acceleratore per velocizzare la messa a punto dei progetti iniziati o rimasti solo sulla carta.

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Secondo i dati della ricerca, con cadenza biennale e giunta alla terza edizione, sono oltre l’85% le aziende nostrane che dichiarano di aver impresso una decisa accelerazione negli investimenti in digitalizzazione nel corso di quest’anno. Una percentuale di gran lunga superiore a quella della media europea (75,3%), che ci colloca davanti a Regno Unito (72,3%) Germania (71,7%) e Francia (70,7%) paesi ritenuti più naturi nell’adozione della tecnologia. «In pochi mesi le aziende hanno realizzato ciò che in condizioni normali avrebbe richiesto anni» osserva Filippo Ligresti, VP e Generale Manager di Dell Technologies Italia. «Un dato che testimonia la capacità degli italiani di agire in maniera più efficace rispetto ad altri paesi. Importante anche perché se continuassimo a crescere a questi ritmi potremmo lasciarci alle spalle il gap che ci divide da alcuni Paesi».

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L’incertezza generata dalla pandemia spinge inoltre i decisori aziendali a pensare a nuovi approcci per restare competitivi nel mercato. In Italia l’81% dei rispondenti dichiara infatti di essere impegnato ad aggiornare il proprio modello di business. Urgenza sentita anche se in maniera meno marcata in Francia (73,7%) e Germania (60%). Ad emergere sono le preoccupazioni per un futuro che si preannuncia caratterizzato da una marcata incertezza. Solo il 23% dei nostri manager si dichiara preoccupato per la sopravvivenza della propria azienda, con un ottimismo peraltro più spiccato rispetto alla media europea (28,5%), mentre il 41% del panel ritiene che la propria impresa ce la farà a superare la crisi, sacrificando però posti di lavoro e anni di sforzi per tornare alla redditività.

Barriere alla trasformazione

Anche se la pandemia ha accelerato la trasformazione digitale in tutto il mondo, riuscire a dare continuità a questo processo sarà la sfida dei prossimi mesi. Il 94% delle aziende a livello globale si trova ad affrontare barriere che rallentano e in alcuni casi fermano la trasformazione. Per l’Italia, secondo la ricerca, i principali ostacoli sono rappresentati dai timori circa la mancanza di risorse finanziarie, privacy dei dati e la cybersecurity e l’impossibilità di ricavare informazioni azionabili dai dati in possesso. «I numeri della nostra ricerca – commenta Ligresti – ci restituiscono l’immagine di Paese con un tessuto imprenditoriale che rimane vivace e che interpreta l’attuale difficoltà globale cercando di volgerla in positivo, alla ricerca di  opportunità per trasformarsi e rimanere competitivi nel medio-lungo periodo».

Un gruppo di aziende che ha reagito di slancio all’emergenza sanitaria in cui si colloca anche Dell. «I numeri sino ad oggi sono soddisfacenti, anche per l’impatto molto contenuto della pandemia sui nostri collaboratori, circa un migliaio, anche per l’adesione tempestiva al lavoro da remoto» spiega Ligresti. «La domanda di pc, server e storage rimane sostenuta. La prospettiva è positiva. Abbiamo chiuso bene il terzo trimestre e anche l’outlook per il quarto resta positivo. La nostra forza – continua Ligresti –  è che possiamo indirizzare problematiche ampie in modo organico. Inoltre la scelta di mantenere un costante colloquio non solo con i grandi ma con tutti i clienti, circa 5000 aziende in Italia, ci permette di mantenere un vantaggio competitivo importante».

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