Secondo un recente studio pubblicato su Grand View Research, il mercato globale della Cyber Security presenterà una crescita del 95,3% nel 2027, con un valore di 326.4 miliardi di dollari
Oggi, 30 novembre, viene celebrato il Computer Security Day, ovvero la giornata per la sicurezza del computer e dei dati, adottata la prima volta nel 1988 dall’Association for Computer Machinery con l’obiettivo di sensibilizzare gli utenti sull’importanza di salvaguardare i propri dati personali durante l’utilizzo di qualsiasi dispositivo digitale. Secondo un recente studio pubblicato su Grand View Research, il mercato globale della Cyber Security, che nel 2020 ha registrato un valore di 167.1 miliardi di dollari, nel 2027 raggiungerà 326.4 miliardi di dollari, con un indice di crescita CAGR del 10% tra il 2020 e il 2027.
Dati che si configurano come dirette conseguenze anche dell’evolversi della pandemia, che ha letteralmente fatto esplodere l’ammontare dei dati prodotti da gestire: basti pensare alla didattica a distanza e allo smartworking, fino al boom degli e-commerce. Con un aumento dell’attività online, si amplificano le minacce e gli attacchi della rete: se da una parte gli utenti devono proteggersi adottando semplici azioni come scegliere password complesse, prestare attenzione a ciò che si scarica, fare acquisti online sicuri, dall’altra parte è compito delle aziende proteggere i dati personali dei propri utenti secondo il GDPR, ovvero il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati, entrato in vigore nel 2018.
Nonostante i miglioramenti in relazione all’adeguamento al GDPR, come rilevato dall’Osservatorio Information Security e Privacy della School of Management del Politecnico di Milano, a fine 2019 solo il 55% delle aziende italiane si sono adattate a tali condizioni: il 45% ha aumentato gli investimenti a questo scopo e il 61% si affida a un Data Protection Officer all’interno dell’azienda. Inoltre, per il 76% degli Executive l’adozione del Cybersecurity Act, in vigore da giugno 2019, porterà più garanzie di sicurezza, uniformità normativa, vantaggi competitivi e calo dei costi. Per aiutare a tutelare la privacy dei propri dati anche le aziende italiane hanno aumentato gli investimenti in ricerca, come ad esempio la soluzione creata dalla multinazionale italiana Primeur, che ha lo scopo di garantire la sicurezza dei dati delle aziende rispettando il GDPR.
“La normativa GDPR è complessa, soprattutto dal punto di vista aziendale – spiega Stefano Musso, CEO del Gruppo – Molto spesso si pensa che le aziende debbano adeguarsi alla normativa con un semplice avviso cookies e l’implementazione delle autorizzazioni lato web. Ma quella è solo la punta dell’iceberg della normativa GDPR, che è anche in continua evoluzione. Per poterne soddisfare le richieste serve quindi uno strumento flessibile e adattabile ai contesti aziendali. Lo strumento che abbiamo creato e progettato per la readiness e la compliance della normativa GDPR, che prende il nome di Primeur Data Privacy, fa proprio questo. È uno strumento smart e completamente progettato per permettere di tenere costantemente sotto controllo i dati personali gestiti, trattati e archiviati da un’organizzazione. Si differenzia dalla concorrenza per la sua capacità di lavorare con strumenti di terze parti in sistemi IT pre-esistenti, grazie alla sua struttura ibrida e modulare. Infatti, un vantaggio che offriamo è proprio quello di poter scegliere e aggiungere moduli nel tempo in base alle proprie caratteristiche ed esigenze, seguendo quindi la propria crescita in ambito GDPR. Ma non solo, grazie a menu personalizzabili e un potente modulo di ricerca è in grado di individuare i dati personali in qualsiasi tipo di file, documento o fonte. Solo in questo modo è possibile rispondere alle sempre più stringenti norme GDPR ed evitare di venire sanzionati con pesanti multe dal Garante”.