L’emergenza ci fa toccare con mano l’importanza dell’innovazione. Con Cloud First, Accenture lancia una grande iniziativa per guidare i clienti verso un cloud pervasivo e fare un salto di valore
Accenture accelera sull’innovazione tecnologica e il business digitale lanciando Accenture Cloud First. L’iniziativa – che prevede da parte della società di servizi professionali un investimento complessivo di tre miliardi di dollari nei prossimi tre anni – ha l’obiettivo di aiutare le aziende di tutti i settori ad adottare un modello “cloud first” per accelerare la loro transizione digitale e generare rapidamente maggior valore, su vasta scala. Una sfida, dunque, che considera l’innovazione delle infrastrutture tecnologiche un punto di partenza, non di arrivo, e viene lanciata in una fase estremamente critica dell’economia. Ma che proprio per questo deve avere di fronte un orizzonte di ripresa e concreta trasformazione.
INNOVAZIONE E FIDUCIA
Presentando a Data Manager il progetto Cloud First, Valerio Romano, Intelligent
Cloud and Engineering director di Accenture Italia, ha fatto riferimento a due ricerche che Accenture ha pubblicato di recente: Full Value. Full Stop – sottolinea Romano – analizza l’impatto dei cosiddetti “future systems”, le infrastrutture del futuro, sulla crescita delle aziende e dimostra che mediamente chi sa applicare in modo strutturale l’innovazione cresce a velocità doppia rispetto ai ritardatari. L’altro scenario di cui parla Romano è tracciato dall’edizione 2020 della Accenture Technology Vision, dove emerge come i nostri valori stiano cambiando e come i modelli tecnologici dell’era digitale non siano sempre in sintonia con tali valori. Le aziende che non gestiranno questo disallineamento, che Accenture definisce “tech-clash”, si troveranno ad affrontare un clima di sfiducia e insoddisfazione crescente da parte dei consumatori.
Quali sono le aree valoriali da presidiare per rendere meno “spigolose” le tecnologie digitali? «Non stiamo parlando di un vero e proprio rifiuto, anzi nelle tecnologie siamo sempre più immersi. Ma pur essendo direttamente parte in causa nella nostra veste di grandi fautori di innovazione, non possiamo non considerare la possibilità di un certo conflitto tra le nuove tecnologie e la volontà di utilizzarle» – sostiene Romano. Bisogna agire su questo punto perché il Covid-19 ha di colpo cambiato le carte sul tavolo di una fase che si può definire già post-digitale. «Se prima la trasformazione tecnologica si configurava come requisito base per rimanere competitivi, in pochi mesi l’emergenza ha reso ancora più urgente il bisogno di innovazione e le aziende devono mettere in atto trasformazioni davvero audaci».
BILANCIARE VELOCITÀ E VALORE
Tra le direzioni da imboccare, Romano individua una maggiore personalizzazione nelle proposte commerciali e nelle esperienze vissute dai consumatori. Un modo nuovo di utilizzare l’intelligenza artificiale nella realtà sempre più smart del lavoro, con un focus sulle cose che il software sa fare meglio di noi. Sul rapporto che abbiamo con una robotica che tracima dai confini delle fabbriche, con servizi e prodotti che si evolvono continuamente e si possono personalizzare, come un programma software in perenne versione beta.
«In tutto questo, emerge molto chiaramente il bisogno di formare le persone, che sono molto disponibili ma devono ritrovare fiducia nella tecnologia. In Accenture – continua Romano – investiamo in formazione un miliardo di dollari all’anno e siamo mezzo milione di collaboratori».
Attraverso l’innovazione tecnologica le aziende devono costruirsi un ruolo che è al tempo stesso quello dello scattista e del mezzofondista. In questo entra in gioco Cloud First. «Per Accenture Italia, la trasformazione non è certo una novità, dai nostri grandi clienti italiani sono partiti progetti cloud di livello mondiale. Tuttavia, in molti casi l’uso che viene fatto del cloud è tattico, mirato su alcuni carichi di lavoro». Oggi, l’urgenza e la profondità della trasformazione richiedono un salto qualitativo. «Ci organizzeremo e organizzeremo i nostri clienti per portarli verso il cloud e faremo in modo che non solo l’infrastruttura ma anche il business sia fondato su una mentalità nuova. A seguito della pandemia, quello che pensavamo sarebbe successo in dieci anni, lo dovremo fare in cinque» – conclude Romano, esortando il mondo imprenditoriale a gettare il cuore oltre gli ostacoli tecnici e culturali che finora hanno rallentato il cambiamento.
Accenture Cloud First nasce con l’obiettivo di aiutare le aziende di tutti i settori ad adottare un modello “cloud first” per accelerare la loro transizione digitale e produrre più rapidamente maggior valore e su vasta scala. Creata con un investimento da 3 miliardi di dollari in tre anni e costituita da un gruppo di 70.000 professionisti del cloud, la nuova divisione combina tutta la potenza e la portata delle competenze tecnologiche e di settore di Accenture, le sue partnership di ecosistema e il suo forte impegno per la formazione e l’aggiornamento di competenze dei dipendenti dei clienti, oltre che per un business responsabile. La creazione di Accenture Cloud First è stata spinta dalla domanda globale di cloud computing, cresciuta notevolmente a causa della pandemia. Il COVID-19 ha determinato senza dubbio un punto di svolta per cui ogni azienda deve accelerare drasticamente il passaggio al cloud come base per generare resilienza, nuove esperienze, nuovi prodotti, fiducia, velocità e riduzione strutturale dei costi. Il cloud è la tecnologia più dirompente di questo tempo ed è alla base della trasformazione digitale che sta producendo profondi cambiamenti nel modo in cui le aziende operano. La maggior parte delle organizzazioni è attualmente nel cloud soltanto per il 20% circa. Passare all’80% o più, rapidamente e a costi contenuti, è un cambiamento rilevante, che richiede l’adozione di un modello nuovo. Con questo importante investimento Accenture punta a garantire alle aziende nuovo valore, velocità e innovazione in ogni fase del loro percorso verso il cloud. |