Il filosofo Galimberti interviene al WeChangeIT 2020

Il filosofo Galimberti interviene al WeChangeIT 2020

Dalla realtà del cambiamento al cambiamento reale. La lectio del filosofo Umberto Galimberti per riflettere sulla necessità di un nuovo inizio

Quasi in contemporanea con l’uscita del nuovo libro di Umberto Galimberti, dal titolo “Heidegger e il nuovo inizio” (dal 22 ottobre sul catalogo Feltrinelli) – il filosofo sarà l’ospite speciale della quarta edizione di WeChangeIT Forum 2020, l’evento annuale di Data Manager, dedicato al mondo dell’innovazione tecnologica che fa crescere il business e le persone. Fin dalla sua fondazione, nel 1975, Data Manager si è proposta come strumento di lavoro e di aggiornamento per gli addetti alle nascenti scienze informatiche. Oggi, l’innovazione tecnologica pervade tutte gli aspetti della nostra vita e del business, tanto che le imprese possono essere considerate imprese tecnologiche. La pandemia sta accelerando la trasformazione. Forse, il 2020 sarà ricordato non solo come l’anno della pandemia ma anche come l’anno zero della rivoluzione digitale.

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Partendo dalla lectio di Umberto Galimberti dal titolo “L’uomo nell’età della tecnica” – nello spazio dell’evento dedicato alle visioni del futuro – i protagonisti della trasformazione digitale nei settori trainanti dell’industria italiana, si troveranno a discutere e condividere esperienze e visioni del cambiamento. Per la prima volta, WeChangeIT Forum 2020 sarà accessibile in diretta streaming sulla piattaforma LiveForum con accesso gratuito, previa registrazione.

Quando ci imbattiamo in problemi che non riusciamo a risolvere, quando non riusciamo più a capire bene lo spazio in cui viviamo – allora chiediamo aiuto ai filosofi perché nella terra di mezzo della trasformazione dove tutto può sembrare “facile, veloce e prevedibile” – le “scorciatoie” possono portare su sentieri pericolosi. La tecnologia è l’ambiente funzionale nel quale ci muoviamo e che ci contiene. La tecnica ci contiene ma non siamo in grado di contenerla?

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“Tutto funziona”– scrive Heidegger – «ma non è inquietante che il mondo si trasformi in un unico apparato tecnico-economico – ribatte Galimberti – l’aspetto più inquietante è che non siamo preparati a questa trasformazione del mondo». La tecnica ci potenzia ma ci rende anche fragili perché prevede una coordinazione perfetta dei suoi apparati e sub-apparati, affinché tutto possa funzionare. La logica dell’ottimizzazione imposta dalla tecnica ha un solo obiettivo: raggiungere il massimo degli scopi con l’impiego minimo dei mezzi.

La tecnica non è neutrale, perché crea un mondo con determinate caratteristiche che non possiamo evitare di abitare e, abitando, contrarre abitudini che ci trasformano ineluttabilmente.

Ma il rischio è di mettere fuori gioco la condizione umana. Ciò che fuoriesce da questa logica, per la tecnica è solo un elemento di disturbo. Ma l’uomo non è solo razionalità, ma anche irrazionalità, fantasia, immaginazione, desiderio, sogno. E se questi aspetti vengono ridotti o soppressi, abbiamo ancora a che fare con l’uomo?

Secondo il filosofo Umberto Galimberti – «l’errore è pensare la tecnologia come uno strumento a nostra disposizione. La tecnologia invece è diventata il soggetto della storia». Allora, dobbiamo elaborare un pensiero alternativo al pensiero che calcola soltanto, se vogliamo costruire nuovi spazi e nuovi valori per il futuro, riportando l’uomo al centro di un nuovo paradigma. Una sfida che coinvolge e chiama in causa le imprese come agenti del cambiamento per un nuovo inizio.