Zucchetti per la sanità. Dall’emergenza alla nuova normalità

Zucchetti per la sanità. Dall’emergenza alla nuova normalità

Il futuro della sanità è nella telemedicina e il suo cuore tecnologico batte a Lodi. Zucchetti punta a replicare la leadership di mercato anche nel settore della sanità con la nuova business unit Healthcare Solutions

Se l’emergenza Covid-19 ha dato un boost evidente ad alcune metriche del settore IT in voga da tempo, come il telelavoro o il più ragionato smart working, la necessità di rispondere alle esigenze di continuità, controllo, sicurezza e monitoraggio attraverso soluzioni innovative ha accelerato la digital transformation, abbattendo molti tabù. Partendo dall’esperienza maturata durante le diverse fasi dell’emergenza, con il progetto di telemedicina realizzato per l’Ospedale di Lodi in collaborazione con Medici Senza Frontiere, Zucchetti ha deciso di costruire un’offerta specifica, creando la business unit Healthcare Solutions con centro operativo a Lodi e mettendo a fattor comune tutte le esperienze del gruppo in tema di applicazioni IT per la sanità: dal dossier sanitario elettronico ai sistemi ERP dedicati, dalle soluzioni di gestione del personale (paghe, presenze e turni, formazione e sicurezza sul lavoro) fino a ZLife, una suite di soluzioni di telemedicina comprensiva di software, device, app e algoritmi di intelligenza artificiale per il controllo da remoto dei pazienti. Nei mesi caldi dell’emergenza, quando la curva dei contagi continuava a crescere, Zucchetti ha messo a disposizione dell’Ospedale di Lodi gratuitamente una piattaforma pensata proprio per fronteggiare la crisi. La soluzione ha permesso da una parte di rendere disponibili dati preziosi al personale medico, dall’altra di sfruttare i sensori per tenere sotto controllo continuo la salute dei pazienti.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

PREVENZIONE E RESILIENZA

Da questo intenso training sul campo, messo a dura prova non solo da tempistiche strettissime di roll-out ma anche dalla discontinuità e disomogeneità sul fronte della data quality, Zucchetti ha saputo concentrare competenze e know-how per portare vantaggi concreti sul fronte dell’healthcare, in modo da governare meglio ipotetiche seconde ondate o per reagire a eventi che potenzialmente possono coinvolgere migliaia di pazienti, mettendo in crisi la capacità di risposta dell’intero sistema.

Di prevenzione, reattività e resilienza, abbiamo parlato con David Moscato a capo della nuova unità strategica di Zucchetti e con Paolo Galfione, esperto in soluzioni tecnologiche ad hoc per strutture di assistenza e cura. David Moscato è il direttore di Zucchetti Healthcare Solutions, la business unit che ha come compito di veicolare tutte le soluzioni di Zucchetti e della sue consociate sul mercato della sanità e dell’assistenza a 360 gradi. Nella sua lunga esperienza professionale, ha lavorato nell’ambito dell’innovazione tecnologica, lanciando Ingram Micro in Italia e ricoprendo in Microsoft il ruolo di direttore della divisione SMB/OEM, per poi passare a svolgere il ruolo di managing director di Universal Pictures International, quando la società era di proprietà di General Electric.

Leggi anche:  NetApp e Lenovo offrono una soluzione di infrastruttura convergente ottimizzata per GenAI

Paolo Galfione è l’amministratore di Softwareuno INS, società che opera da oltre 30 anni nei sistemi di gestione per le residenze per anziani e che è stata acquisita dal gruppo Zucchetti a novembre 2018. Esperto di servizi ICT per il mondo socio-sanitario, si occupa di innovazione e di trasformazione digitale dei servizi alla persona. Dal 2005, si interessa dello sviluppo di modelli di cartella clinica elettronica e attualmente è impegnato nella progettazione di nuovi sistemi di telemonitoraggio e telesalute all’interno della nuova business unit Zucchetti.

IL PASSAGGIO DA ZCARE A ZLIFE

«Zucchetti è una realtà già presente nel mondo della sanità e dell’assistenza, con soluzioni ben apprezzate dagli utenti» – spiega Moscato a Data Manager. «La volontà, dopo il primo momento di risposta all’emergenza, è stata quella di consolidare in maniera più ampia la proposta. Di fatto, con il passaggio da ZCare a ZLife, Zucchetti arriva a coprire tutta la gamma di esigenze che ospedali e istituti hanno quando si tratta di cura della persona e assistenza. Consideriamo ZLife un contenitore dinamico, che spinge verso quei progetti innovativi di protezione alla vita, a supporto di tutti quei professionisti che in tale ambito lavorano in situazioni potenzialmente critiche. Vale la pena ricordare che nei mesi scorsi, sono stati circa ottomila i pazienti supportati direttamente a casa con ZCare Monitor, un sistema di monitoraggio da remoto attivato da 14 strutture ospedaliere nazionali». Nella sanità italiana c’è l’esigenza di nuovi modelli organizzativi più efficienti e resilienti. «Una esigenza – spiega Galfione – che spinge verso un cambiamento importante rispetto ai paradigmi passati.

Per esempio, dando priorità al rapporto tra organizzazione sanitaria centralizzata sul territorio e gestione del paziente a casa e concentrandosi su soluzioni in grado di scaricare a terra il potenziale del digitale per migliorare l’ecosistema della sanità». Di fatto, ZLife rappresenta l’evoluzione di ZCare che si pone come piattaforma completa di telemedicina a distanza. Un modello che non è più solo fantascienza ma che segue da vicino il trend della nuova normalità di cui tanto si è parlato nella Fase 2. Basti pensare alle difficoltà che molte persone, malate croniche con patologie differenti dal Covid-19, hanno avuto nel doversi recare in ospedale per i controlli periodici. Con un mix di hardware e software si lascia il paziente libero di vivere la sua vita durante la giornata, monitorando, trasferendo e raccogliendo i dati clinici senza intasare le strutture sanitarie. E non solo in momenti di emergenza, ma anche nella ordinaria presa in carico, cura e gestione del paziente.

Leggi anche:  Più di un racconto è una vera esperienza

HEALTHCARE EVERYWHERE

«Questi mesi ci hanno chiarito che è importante lasciare, o almeno limitare, la presenza dei pazienti fragili negli ospedali» – conferma Galfione, che è anche solution architect di Zucchetti Healthcare Solutions. Il disaccoppiamento tra presenza fisica e cura è stato possibile fornendo kit di strumenti diagnostici che hanno permesso di monitorare i pazienti in maniera continuativa e ottimale e personalizzando gli strumenti diagnostici a secondo delle singole capacità d’uso ed esigenze». Come l’intelligenza artificiale, che Moxoff, spin-off del District PoliHub di Milano, parte del Gruppo Zucchetti, ha perfezionato proprio in ambito sanitario. «La suite ZLife incorpora un modulo di AI non solo per analizzare lo stato del paziente a casa, ma anche per giungere a dati previsionali circa l’andamento della malattia, con il fine di prevedere eventi critici. La consideriamo una vera rivoluzione perché permette la chiusura del cerchio nella nuova relazione tra medico e paziente, “aumentata” dalla tecnologia».

In questo nuovo scenario il ruolo di Zucchetti si evolve da fornitore a quello di advisor di soluzioni innovative, con l’obiettivo di far convergere all’interno della BU tutte le soluzioni e le differenti competenze del gruppo in ambito sanità. «L’IT manager, in questo momento, non è il nostro unico interlocutore» – spiega David Moscato. «Abbiamo una forte esigenza di parlare con i medici, perché sono loro che fanno da ponte digitale tra strutture di cura centralizzate e punti di contatto di monitoraggio continuo sul territorio, e che concretamente useranno queste piattaforme. Da un certo punto di vista, le classiche direzioni generali che una volta sceglievano di proprio pugno i sistemi che pensavano fossero innovativi, oggi delegano ad altre professionalità, quelle operative, le scelte risolutive su particolari problemi. Non serve essere degli esperti: uno degli obiettivi che Zucchetti si pone quando sviluppa nuove soluzioni è quello della semplicità. L’immediatezza e l’usabilità sono tutto, come ci hanno confermato alcuni pazienti che durante il lockdown, con risultati ottimi, hanno sperimentato i vantaggi del monitoraggio a distanza».

Leggi anche:  Dalla fabbrica tradizionale alla Smart Factory

Foto di Gabriele Sandrini