Il gruppo di continuità è un elemento fondamentale per garantire il funzionamento del data center senza interruzioni. Per questo è determinante rendere disponibili soluzioni flessibili, adatte alle esigenze di ogni azienda
Quando si progetta un data center si deve considerare con estrema attenzione quale tipologia di gruppo di continuità (UPS) adoperare in abbinamento ai server che saranno utilizzati. La gestione dei dati, infatti, è un elemento critico che deve poter essere fatto senza interruzioni. Questo è il punto di vista di Glauco Pensini, CSO e board member di SIEL, azienda specializzata nella produzione di gruppi statici di continuità che, da oltre trent’anni, è attiva nella creazione e nella ricerca di tecnologie per la sicurezza dell’energia elettrica e per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Oggi, una tendenza sempre più diffusa in ambito data center è quella di valorizzare l’edge computing, evoluzione del modello di calcolo distribuito che avvicina le risorse di calcolo, di archiviazione e di banda alle sorgenti dei dati. «Scegliere l’edge computing significa prediligere data center più piccoli, più vicini all’utente, dalle capacità di elaborazione dei dati molto rapida» – spiega Pensini. «Di conseguenza, il gruppo di continuità deve seguire questo trend».
FLESSIBILITÀ E DISPONIBILITÀ
Per soddisfare al meglio le esigenze degli utenti, SIEL punta sulla flessibilità, proponendo vari tipi di UPS in grado di adattarsi a data center di differenti dimensioni. «La scalabilità delle nostre soluzioni – continua Pensini – consente sia di proporre UPS di potenza elevata, adatti a grandi data center, sia di rendere disponibili UPS di potenza più bassa, che non richiedono rilevanti investimenti iniziali da parte degli utenti. Il nostro obiettivo è rendere disponibili UPS per ogni tipo di esigenza, soluzioni modulari flessibili e in costante aggiornamento». Un ulteriore elemento di forza di SIEL, secondo Pensini, è la disponibilità, intesa come capacità di ascoltare l’utente finale per capire cosa gli serve davvero. «Alcuni competitor, anche internazionali, puntano sulla vendita dei prodotti, senza considerare le esigenze del cliente» – spiega il CSO di SIEL. «Interagire con l’utente, per comprendere cosa davvero gli serve, consentirà a quest’ultimo di risparmiare, per investire magari più avanti, quando il percorso evolutivo lo renderà necessario. Ascoltare e interagire con il cliente, seguendo le sue esigenze, non solo a livello di prezzo, ci porta a capire meglio, anche nel postvendita, se ha bisogno di interventi, di ricambistica, di supporto o altro, in un’ottica di personalizzazione».
UN SERVIZIO CAPILLARE
Per soddisfare le esigenze dei clienti, SIEL punta su venditori specializzati, in prevalenza personale interno all’azienda, in grado di interagire sia con l’utente finale sia con l’IT manager. «Nel caso dell’edge, è determinante comprendere quale sia l’esigenza» – commenta Pensini. «La scelta non è solo basata su criteri economici, è anche di tipo tecnico. L’IT manager chiederà che quanto si installa sia perfettamente gestibile, interfacciabile, visibile anche dalle sedi all’estero. Sarà necessario un sistema in grado di interfacciarsi con i server, ma anche con altri prodotti, quali gli UPS». Con sede principale a Trezzano Rosa (Mi), una filiale a Roma e centri d’assistenza in tutta Italia, per rispondere in modo tempestivo alle esigenze dei clienti, SIEL ha oggi un organico di 86 persone, cifra che sale a 120 considerando anche le filiali che l’azienda ha nel mondo: Stati Uniti, Colombia, Cile, Emirati Arabi e Inghilterra. «Le esigenze in termini di data center, edge computing e UPS correlati variano nei vari paesi» – precisa Pensini. «Negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Germania, nel Nord Europa, nell’Estremo Oriente a eccezione della Cina, l’edge computing è un fenomeno sempre più diffuso. Nel Sud America, nel Medio Oriente e nel mercato africano siamo ancora all’inizio».