La compagnia ha annunciato l’intenzione di preinstallare il proprio sistema operativo sin dal prossimo anno
Huawei ha presentato Harmony OS durante la Developer Conference della scorsa settimana. La mossa non è servita solo per dare uno scossone al mercato e agli investitori, una risposta a tutto ciò che il governo degli Stati Uniti ha fatto per impedire al business mobile del gruppo di affermarsi in Oriente, ma anche come progresso concreto di un progetto che è ben al di là delle più rosee promesse, almeno tempistiche.
Harmony OS è un ecosistema già ben completo e ricco di opportunità, sia per gli utenti finali che per gli sviluppatori, potendo basarsi su uno store già conosciuto e una serie di strumenti utili proprio a developer. La notizia è pure un’altra: Huawei porterà il suo OS a bordo di terminali già venduti sin dal 2021. Procederà, probabilmente, prima con i più nuovi, ma non è detto che non si possa usarlo anche su qualcosa più datato, magari di un paio di anni.
Rivale di iOS e Android
Di fatto, con la dipartita di Windows Phone (prima Mobile) anni fa, il duopolio nel campo dei sistemi operativi per smartphone (e non solo) è destinato a dare il benvenuto ad un terzo incomodo, direttamente dalla Cina. Secondo la società di ricerca IDC, Android ha rappresentato l’85,4% degli smartphone spediti l’anno scorso e iOS di Apple il restante 14,6%.
E queste cifre riflettono il fatto che Samsung Tizen, Amazon FireOS, Microsoft Windows Phone e Ubuntu non siano riusciti a fare progressi sui telefoni. La mossa di Huawei è stata motivata dal fatto che non può più offrire le app e i servizi di Google sui suoi ultimi dispositivi, a causa di un divieto commerciale negli Stati Uniti, sebbene la restrizione non le impedisca di lavorare sul codice di base di Android, essendo open source.