Nel settore dei data center si profila una carenza di competenze, che rischia di peggiorare in modo significativo nei prossimi anni.
Le imprese hanno difficoltà a trovare i candidati giusti e i problemi di assunzione sono aggravati dal fatto che metà del personale esistente andrà in pensione entro il 2025. Con l’emergenza pandemia, l’industria dei data center deve agire ora per mantenere e rafforzare il proprio pool di talenti per il futuro.
Secondo la ricerca Vertiv “Data Center 2025”, i responsabili del settore sono consapevoli di questa sfida e la considerano una tra le più importanti. Circa il 20% degli intervistati ha identificato come problema chiave la difficoltà di trattenere il personale di valore, mentre il 40% ha segnalato la criticità nel trovare laureati qualificati.
Quali sono le cause del deficit di competenze?
‘Ci sono diversi fattori che influenzano il deficit di competenze a lungo termine – sottolinea Caterina Schiavon, HR Manager di Vertiv per l’Italia – partendo comunque dall’ultimo rapporto Excelsior redatto da Unioncamere che evidenzia come l’Italia sia tra i Paesi con il maggior disallineamento tra i titoli di studio richiesti dal mercato del lavoro e le facoltà scelte dagli studenti. I dati analizzano i fabbisogni occupazionali 2019-2023 indicando che nel giro di 5 anni mancheranno 100mila laureati in Italia e ci sarà un importante disallineamento tra i percorsi di studio scelti e le richieste effettive di mercato.’
Oltre alla carenza di talenti, anche la scarsa attrattività del settore dei data center gioca a favore di questa crisi. I laureati di oggi sono cresciuti nell’era di giganti della tecnologia come Microsoft, Google, Netflix e AirBnb e queste aziende si sono costruite la reputazione di essere i “cool player” dell’industria tecnologica. Per aggiudicarsi i migliori talenti, l’industria deve attirare l’attenzione dei laureati e aiutarli a capire il rapporto tra il mondo digitale in cui vivono e il fatto che sono i data center a sostenere il mondo tecnologico.
Ampliare il pool di talenti
Uno dei modi per affrontare il divario di competenze è quello di adottare una visione più ampia di come attrarre talenti. La mancanza di diversità di genere, in particolare, sta causando un danno a lungo termine al settore. L’anno scorso, l’Uptime Institute ha pubblicato un report sui data center privati, rilevando che il 25% dei manager intervistati a livello internazionale non aveva personale femminile nelle funzioni Progettazione o Operations, e solo il 5% degli intervistati ha dichiarato che le donne costituivano il 50% o più della forza lavoro. ‘In Vertiv Italia stiamo cercando di diminuire il divario – prosegue Schiavon – poichè negli ultimi anni abbiamo assunto diverse donne in ruoli tecnici o tecnico/commerciali in tutte le nostre sedi’.
Un’opportunità per i datori di lavoro potrebbe essere, ad esempio, l’introduzione di condizioni di lavoro flessibili o la creazione di un programma di mentoring per sostenere le donne nei luoghi di lavoro a prevalenza maschile. Può anche essere fondamentale reclutare persone esterne al settore che abbiano un insieme di competenze simili a quelle dei professionisti dei data center per la loro esperienza di lavoro in un ambiente di infrastrutture critiche. I manager delle aziende devono quindi offrire a tali candidati un supporto e sottolineare il grande valore che possono portare alle strutture che gestiscono.
Una svolta verso la tecnologia
Un’altra soluzione è quella di utilizzare tecnologie innovative come la robotica e l’intelligenza artificiale per automatizzare le varie attività. Molte aziende utilizzano già soluzioni simili, ad esempio Google utilizza robot per disattivare gli hard disk danneggiati. E anche se le nuove tecnologie hanno un ruolo importante da svolgere, non sono la soluzione definitiva e, con l’intensificarsi della transizione digitale, l’industria dei data center, come l’intero settore tecnologico, si affideranno a professionisti altamente qualificati per guidare l’innovazione e rispondere alle dinamiche di mercato in rapido cambiamento. Nel breve termine, le aziende avranno sempre più bisogno di affidarsi all’outsourcing per colmare il gap delle competenze specialistiche richieste.
Combattere il deficit di competenze è una delle sfide maggiori del settore dei data center. Tuttavia, se le imprese si impegnano a cambiare le attitudini e a intraprendere le azioni giuste, ci sono enormi opportunità per il futuro. Il cambiamento inizia con una crescente comprensione del settore dei data center, del perché sia fondamentale e di come sia alla base delle soluzioni tecnologiche che alimentano lo sviluppo del business. è certo che è una nostra priorità quella di implementare ed ottimizzare le nostre strategie per attrarre e mantenere un pool di talenti diversificato oggi e in futuro.
Nell’ambito degli investimenti di Vertiv orientati a colmare il deficit di competenze del data center, Vertiv ha sviluppato un nuovo programma indirizzato ai laureati, Vertiv Next Generation EMEA, un programma di formazione di 18 mesi strutturato in base alle funzioni di core business che ruotano intorno al data center, con lo scopo di fornire un orientamento alle future carriere nel mondo digitale. E per coloro che sono già affermati nel settore e potrebbero essere interessati ad analizzare un nuovo percorso di orientamento, si consiglia di analizzare il Datacentre Career Simulator. Infine, Vertiv ha in programma in questi mesi un’importante campagna di assunzione in Italia che prevede l’inserimento di una ventina di nuove persone tra le sedi di Bologna e Padova nell’ambito Ricerca e Sviluppo/Engineering.