TLC post lockdown, mercato e operatori alla prova

Telco 2023: sostenibilità e diversificazione per andare oltre ai servizi core

Se la Fase 1 ha reso evidente l’importanza della banda larga, nella Fase 2 e oltre si giocherà la vera partita: consumatori e imprese più consapevoli, Telco alle prese con problemi di ricavi e nuove sfide sui fronti della coopetizione infrastrutturale e dell’innovazione

Restare a casa ha reso evidente l’importanza e il valore dei servizi di telecomunicazioni. Il blocco delle attività produttive, scolastiche e ricreative ha scatenato la domanda di connettività quale strumento essenziale per mantenere il contatto con il mondo fisico e le persone che popolano il nostro contesto sociale. In due mesi, è cambiata la sensibilità di consumatori e imprese nei confronti della qualità dei servizi di telecomunicazioni ed è diventato chiaro il valore e la strategicità della banda larga. L’imposizione di ridurre gli spostamenti e il contatto fisico è stata bilanciata (solo in parte, ovviamente) e resa più accettabile anche dalla connettività per comunicare, accedere a contenuti e, in molti casi, lavorare o studiare da remoto anche sfruttando le potenzialità delle molte app di videocomunicazione.

Il Covid-19 ci ha obbligato a riconsiderare il modo in cui comunichiamo e interagiamo ed è chiaro a tutti che molte di queste nuove abitudini sono destinate a durare nel tempo, anche dopo la Fase 2. Ora che abbiamo scoperto quanto la connettività può semplificarci la vita, difficilmente anche quando finirà l’emergenza potremmo rinunciare ai grandi benefici in termini di risparmi di tempo e denaro per gli spostamenti, di comodità di accesso e di condivisione di contenuti.

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È infatti dal divano di casa che è partita la domanda di banda che ha messo sotto pressione le reti di telecomunicazioni. Più dello smart working, sono stati i videogiochi, lo streaming di film e serie TV che hanno generato flussi impressionanti, tanto che l’Unione Europea nello scorso marzo ha chiesto a Netflix, Disney e YouTube di ridurre la qualità dei video trasmessi per contenere i volumi di traffico.

In questi mesi, in cui l’accesso ai contenuti digitali è diventato essenziale, è cambiata la nostra dieta mediatica e di conseguenza anche la sensibilità al prezzo per i servizi di telecomunicazioni dei consumatori: dopo aver scoperto quanto è essenziale la banda larga (di rete fissa e mobile), ora tutti guardano alla spesa per la connettività con una maggiore attenzione al rapporto prezzo e qualità/soglie dei servizi broadband inclusi nei pacchetti, mirando a ottenere risparmi più dalla convergenza tra fisso e mobile (tra i componenti familiari con vari device) che dal passaggio a un altro operatore. Anche molte delle microimprese italiane, dopo averla sperimentata nella chiusura forzata, stanno guardando alla connettività come a un bene indispensabile per la sopravvivenza, ma in quest’ambito, anche data la difficoltà della ripresa, il prezzo ha ancora una grande importanza.

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Molte piccole aziende italiane lamentano una scarsa copertura territoriale della banda larga (sia di rete fissa che mobile) ed emerge forte un paradosso: da un lato è evidente che la banda larga non basta mai, ha un’importanza strategica in tutti i processi di business sia che si tratti di una micro-impresa che di una multinazionale; dall’altro lato, la battaglia competitiva degli operatori negli ultimi vent’anni, ha spinto le aziende a considerare il prezzo al ribasso come principale criterio di scelta dell’operatore e del servizio, anche se è evidente che la scelta della qualità del servizio dipende dal tipo di comunicazioni/servizi online utilizzati nelle attività quotidiane e dalle condizioni dell’infrastruttura pubblica nell’area in cui l’impresa è localizzata.

I RICAVI VERSO LA CRESCITA ZERO

In Italia, la spesa di consumatori e imprese per servizi di rete fissa, mobile, ICT e device, da molti anni è in contrazione. Dopo aver chiuso il 2019 con una flessione del -3% rispetto al 2018, potrebbe tornare alla crescita zero entro un paio di anni, proprio grazie alla domanda di contenuti e comunicazioni in video streaming. Nel corso del 2020, vedremo ancora una flessione della spesa, dovuta alla battuta d’arresto di molte imprese e alla competizione tra operatori che si sfideranno soprattutto sul fronte dei servizi di rete fissa rivolti al mercato di consumatori e microimprese. Nei mesi scorsi, la spesa per i servizi di telecomunicazioni è stata generata soprattutto dai consumatori utenti di offerte convergenti di rete fissa e mobile, con bundle voce-dati ad alta velocità, servizi di navigazione mobile, WiFi e streaming di contenuti digitali/video, che in gran parte hanno continuato a pagare bollette e ricaricabili, mentre sono crollate le vendite degli smartphone in seguito alla necessità di concentrarsi sui beni di prima necessità.

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È evidente che l’industria delle telecomunicazioni sta vivendo un momento di “impasse”. L’emergenza Covid-19 con la crescita esponenziale del traffico ha messo sotto pressione le reti fisse e mobili, mentre ci sono ancora aree non coperte dalla banda larga. A marzo, il Governo ha riconosciuto le reti come “servizi essenziali che reggono la nostra economia”. E nella seconda parte dell’anno, è probabile che mentre si abbasserà l’intensità della battaglia competitiva sui prezzi delle offerte in relazione alla maggior “fame di banda”, la decrescita dei ricavi sarà solo in minima parte bilanciata dall’aumento del numero delle richieste di upgrade delle connessioni non ancora in banda ultralarga, anche per effetto delle richieste e incentivi del Governo alla spesa digitale di cittadini e imprese.

L’INDUSTRIA TLC AFFRONTA UN NUOVO CICLO

Coopetizione e innovazione diventano centrali. Nella Fase 1 dell’emergenza, l’infrastruttura della rete pubblica italiana ha dimostrato una buona resilienza, sostenendo l’esponenziale impennata del traffico senza rilevante degrado della qualità dei servizi offerti su rete fissa e mobile. Merito degli investimenti infrastrutturali realizzati degli ultimi 10 anni e della capacità dei Telco di rispondere all’emergenza rimodulando in velocità modelli di gestione e implementazioni dei livelli di capacità su diverse direttrici. Durante la Fase 2, vedremo concretizzarsi gli impatti della lotta al Covid-19 sulle scelte strategiche dei Telco che, a valle dell’emergenza, diventano più urgenti e centrali per sostenere il Paese nella ripresa. Due sono i fronti più importanti di evoluzione che sinora si possono intuire. Il primo riguarda l’adozione di nuovi modelli di coopetizione infrastrutturale. L’evoluzione delle reti che sarà sempre più riconosciuta come fattore chiave del Sistema Paese e di conseguenza non potrà che essere supportata da politiche di investimento, maggior sostegno e controllo da parte di governi e istituzioni.

È probabile che le reti di trasporto in fibra, quali asset strategici, torneranno a vedere una forte partecipazione pubblica nelle quote di controllo dei gestori, mentre i servizi di connettività a imprese e consumatori utenti finali continueranno a essere offerti da soggetti privati. Rientra in quest’ambito l’esteso dibattito sull’unione TIM-OpenFiber che vedremo prendere forma nel corso dell’anno. Questo cambierà profondamente l’organizzazione e la struttura dell’industria delle telecomunicazioni che siamo stati abituati a conoscere. Da anni, gli operatori Telco stanno cercando nuovi modelli business. E data la contrazione dei margini in atto, saranno sempre più spinti a cambiare struttura, organizzazione e offerta. Il secondo fronte di evoluzione riguarda la rete come centro nevralgico della prossima fase dell’economia digitale. Investimenti sulla fibra e sperimentazioni del 5G proseguiranno, ma è sul “core” che gli interventi per aumentare la resilienza, la “cloudificazione” e la sicurezza sono destinati ad acquisire sempre più importanza.

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Automazione e virtualizzazione delle reti richiederanno grandi investimenti e nuove competenze per prepararsi a entrare (nel corso di una decina di anni) nell’era della “cyber physical fusion” dove l’intelligenza artificiale sarà onnipresente, le informazioni arriveranno ovunque (grazie a reti ultrabroadband e 5G) con device anche indossabili, mentre robot, droni e processori ci assisteranno in molte azioni quotidiane.

Daniela Rao senior research and consulting director di IDC Italia