Si basa su un sistema decentralizzato e sull’uso del Bluetooth, proprio come da noi: l’obiettivo è rendere più sicura l’IFA di settembre
La Germania è pronta a lanciare un’app di tracciamento dei contatti Covid-19. Il ministro della Salute, Jens Spahn, ha confermato che l’app “arriverà questa settimana”, con rapporti che suggeriscono come potrebbe essere disponibile già da oggi. Come l’Italia e alcuni altri paesi europei, utilizza un approccio decentralizzato ai dati che promette di proteggere la privacy meglio dei sistemi centrali scelti, ad esempio, dall’Australia.
L’app ha lo scopo di integrare il tracciamento dei contatti convenzionale (con il personale medico che aggiunge gli ID anonimi delle persone risultate positive) con quello più mobile dell’utilizzo dello smartphone per avvertire chi si è avvicinato proprio agli individui inseriti nel database, senza rivelarne le generalità. Ciò rende idealmente più facile isolare le persone esposte e prevenire una seconda ondata di infezioni che potrebbero portare a ulteriori focolai.
I soliti dubbi di privacy
Come abbiamo imparato a conoscere, le app di tracciamento dei contatti richiedono un’adozione su larga scala per essere veramente efficaci e ciò non sempre accade: Singapore sta valutando la possibilità di rintracciare i dispositivi per ogni residente, dopo un utilizzo relativamente basso della sua app. E mentre il sistema tedesco rende più difficile il furto e l’abuso di dati, come il nostro italiano, anche oltre le Alpi sussistono persistenti dubbi sulla tecnologia che richiede l’attivazione costante del Bluetooth e la geolocalizzazione, anche se formalmente non utilizzata.
Tuttavia, la Germania ha un grande interesse nel far si che la sua Immuni funzioni. A settembre vuole tenere comunque l’evento IFA di Berlino, uno dei più grandi appuntamenti tecnologici dell’anno a livello globale, che richiama ospiti e visitatori da ogni parte del mondo. L’organizzazione non ha annullato ancora niente ma ha spiegato che i singoli incontri saranno limitati. E se il governo vuole seguire tale direzione, ha bisogno di quante più informazioni possibili sui potenziali focolai, con l’obiettivo di contenere le infezioni e far sentire i partecipanti relativamente al sicuro.