Trasformazione digitale, le imprese hanno fame di talenti

Trasformazione digitale, le imprese hanno fame di talenti

La specializzazione come soluzione al mismatch tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. In Italia, pesa lo skill gap nell’ICT e le imprese faticano a trovare canali per un’adeguata selezione

Negli ultimi anni, il mercato del lavoro dei paesi più avanzati e dunque anche dell’Italia, ha subito quello che può essere definito un cambiamento strutturale. Cambiamento che riguarda ambiti molteplici e che deriva, tra gli altri, da fenomeni quali la digitalizzazione e il progresso tecnologico. Non si tratta solo delle tecnologie relative alla cosiddetta industria 4.0, ma riguarda anche l’utilizzo dei big data, lo sviluppo dell’automazione e dell’intelligenza artificiale e delle implicazioni che questi hanno per professioni che, fino a poco tempo fa, sembravano immuni alla rivoluzione tecnologica.

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Le statistiche OCSE suggeriscono l’incapacità del mercato del lavoro di adattarsi a tale cambiamento, indicando, in Europa, un mismatch pari al 33,5%, che in Italia raggiunge il 38,2%. L’aumento di competenze richieste dalle imprese si è trasformato in un aumento della difficoltà di acquisizione di nuove risorse, in particolare di figure tecniche altamente specializzate, mancanti sia in termini quantitativi che qualitativi. Stando all’ultima indagine Excelsior sul tema, la quota delle figure di difficile reperimento è in crescita e si attesta al 26,3%. La difficoltà, presente in particolar modo nelle regioni settentrionali dove il mercato del lavoro è più competitivo, si concentra sia su figure dirigenziali che su figure operative.

Elementi di particolare criticità emergono in ambito informatico. Alla sempre più ampia domanda di competenze digitali da parte delle imprese, corrisponde l’incapacità del sistema formativo a fornire le skill necessarie. Se, infatti, il complicato reperimento di figure informatiche elevate è dovuto alla scarsità dei candidati – il 25% delle aziende dichiara che nella ricerca di figure di medie competenze la difficoltà risiede nell’inadeguatezza delle risorse. Tuttavia, sarebbe ingenuo attribuire la totale responsabilità del mismatch tra domanda e offerta nel mercato del lavoro ai lavoratori. Un aspetto, poco considerato, della difficoltà di reperimento è legato alla mancanza di informazioni da parte delle aziende. Le figure in possesso di qualifiche adeguate o riconvertibili sono presenti, ma le imprese faticano a trovare canali per un’adeguata selezione. L’attività di recruitment è spesso spazialmente limitata: attualmente solo un quarto delle aziende allarga il perimetro della propria ricerca al di là del territorio limitrofo. Un altro aspetto da porre in evidenza è rappresentato dai canali di selezione utilizzati dalle imprese nella loro ricerca di personale.

Il 47% delle imprese che hanno assunto negli ultimi 12 mesi ha dichiarato di aver assunto candidati di cui aveva già una conoscenza diretta; il 35% si è basata sui soli curricula ricevuti, mentre il 29% ha seguito il consiglio di soggetti conosciuti per l’acquisizione di nuove risorse. In un simile panorama, strumento prezioso per colmare il divario tra domanda e offerta nel mondo del lavoro è rappresentato dalle società di head hunting specializzate. Trovare il candidato adatto non è difficile se si possiede la capacità di riconoscerlo, ovvero se si è esperti del segmento di mercato in cui si opera. Tale convinzione sta alla base del metodo di ricerca e selezione di Techyon, rivolto esclusivamente a professionisti e manager dell’information technology. Assumere un focus verticale e dedicato, apprendendo così le regole specifiche del mercato di riferimento ed entrando in contatto con la quasi totalità dei candidati del ramo scelto, è la soluzione più efficace alla difficoltà di reperimento, l’unica in grado di colmare davvero il mismatch tra domanda e offerta che caratterizza il mercato del lavoro odierno.

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Jacopo Tonelli managing partner di Techyon