Perchè 149?
149 ad oggi è il numero di medici che sono morti nella battaglia al Corona Virus, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri ha una pagina consultabile dove sono riportati i nomi di tutti questi caduti. Per la maggior parte si tratta di medici del territorio, medici di famiglia, del 118 o delle guardie mediche, insomma i medici con cui i pazienti hanno il primo contatto…
Abbiamo fatto qualche domanda a Federico Cutrone, giovane medico ma anche fondatore di una startup biotech in merito a questo argomento.
Qual è il motivo della disparità fra ospedalieri e territoriali?
Le motivazioni sono da attribuire in primo luogo alla mancanza degli adeguati DPI e in seconda misura al luogo in cui viene effettuata la visita – per lo più la casa del paziente positivo – che non offre la sicurezza e la sterilità che invece offrirebbe una struttura sanitaria attrezzata.
Cosa pensi della gestione di questa pandemia?
Il CoViD sta mostrando la nostra fragilità, la nostra impreparazione, la nostra inefficienza; ci sta facendo vedere come i nostri sistemi e le nostre strutture abbiano bisogno di essere ripensate e aggiornate, prima fra tutte la sanità. Quest’emergenza ci ha fatto capire l’importanza di migliorare il lavoro del medico e di digitalizzarlo, la telemedicina è la strada che si dovrà intraprendere nel prossimo futuro.
Telemedicina?
La Telemedicina è la così detta medicina a distanza, esistono già paesi dove sta diventando una norma. Per esempio in Inghilterra è possibile, tramite l’app Babylon, ricevere una visita in videoconferenza, una diagnosi ed una prescrizione tutto in via telematica in qualunque luogo ci si trovi e a qualunque ora.
Cosa pensi della fase 2, torneremo alla nostra normalità?
A brevissimo in Italia si passerà alla cosidetta fase 2, ciò non vorrà assolutamente dire che l’emergenza sarà finita ma che ci troveremo in una fase in cui sarà possibile allentare un po’ la morsa su alcune attività lavorative. Dovremo però mettere in campo una strategia per non vanificare gli sforzi fatti fino ad ora, identificando i pazienti e i contatti precocemente, facendo molti tamponi ma soprattutto trattando i pazienti il più velocemente possibile e a domicilio. Perchè, ricordiamoci, non si muore solo di CoViD ma anche di tutte le patologie di cui si moriva prima e con gli ospedali fermi per gestire solo pazienti CoViD+ le persone che necessitano di cure per altre malattie si trovano in un limbo e l’incidenza di mortalità legata ad eventi non CoViD sta drammaticamente aumentando.
In questo momento di emergenza come potrebbe la telemedicina aiutarci?
Nello scenario della fase 2 per gestire i pazienti CoViD saremo costretti ad avvalerci della telemedicina Basterà uno smartphone, qualche app ed apparecchiature mediche dal basso costo (un termometro, un misuratore di pressione, un pulsossimetro) per monitorare le condizioni dei nostri pazienti a distanza, per gestire quindi le terapie ed assisterli in sicurezza. Riusciremo finalmente a garantire di nuovo i servizi dell’assistenza territoriale ai nostri pazienti senza mettere a rischio le vite dei medici e dei pazienti stessi.
Quindi la telemedicina sarà l’alleato del medico nella battaglia al CoViD?
Certo! Ma non dobbiamo fermarci qui! Come dicevo ora il problema per tutti è il Coronavirus, come se le altre patologie fossero scomparse, eppure dall’inizio dell’emergenza le morti per infarto sono triplicate e le procedure salvavita sono diminuite del 40%. I motivi sono due: da una parte non è possibile accedere con facilità ad esami che fino ad un mese e mezzo fa erano di routine e dall’altra le persone tendono ad evitare il più possibile il trasporto in ospedale per paura di infettarsi, questo fa si che arrivino in condizioni difficilmente recuperabili. Sarebbe bastato un apparecchio per ECG portatile e un’app per leggere il tracciato a salvare la vita di queste persone nessun rischio per loro e nessun rischio per gli operatori.
Dove ci porterà secondo te la digitalizzazione della medicina?
Il reale impatto che questa “rivoluzione digitale” avrà in termini di numero di vite salvate è enorme. L’applicazione dell’Intelligenza Artificiale alla medicina digitalizzata ci aiuterà a identificare i pazienti prima dello sviluppo di una patologia e trattarli preventivamente.
Torniamo all’infarto che è la prima causa di morte nel mondo. Immaginate di avere un’ app sul telefono che, leggendo il vostro ECG, possa predire il rischio di insorgenza di infarto o identificare quella piccola modificazione nel vostro campo elettrico cardiaco, invisibile all’occhio umano ma che l’IA sa identificare e collegare all’insorgenza di un evento ischemico nelle prossime ore. La stessa app vi avviserebbe e voi potreste tranquillamente andare in ospedale ed essere monitorati e trattati prima che l’evento stesso avvenga, senza rischiare la vita.
Ecco, in medicina, la prevenzione sarà strettamente legata all’Intelligenza Artificiale, questa è la strada che ci porterà al futuro dell’assistenza sanitaria.
Chiudiamo con un pensiero libero
Oggi purtroppo ci siamo fatti trovare impreparati nel gestire un’emergenza, quei 149 colleghi che hanno pagato il rifiuto di un sistema a prepararsi e ad aggiornarsi preventivamente sono e saranno per sempre un monito a ricordarci che non siamo eterni, che non è accettabile farsi trovare impreparati e che la prevenzione è la vera arma della medicina del ventunesimo secolo.