Zucchetti e Data Management, sinergie per crescere nel segmento large enterprise

Si compatta l’offerta di soluzioni per la gestione del personale ma senza sovrapposizioni. Un’azione di completamento per approcciare in maniera univoca i bisogni di digitalizzazione delle imprese

Lo scorso marzo, Zucchetti acquisiva la romana Data Management. Quest’ultima, con sedi anche a Milano, Firenze, Genova, Napoli, opera nel mercato delle applicazioni software per le risorse umane, con importanti clienti tra cui le principali banche italiane, grandi gruppi industriali, aziende leader nella grande distribuzione, telecomunicazioni e utility. Se agli occhi dei meno attenti la mossa poteva sembrare un’iniziale sovrapposizione delle offerte in ambito HR, in realtà, l’acquisizione punta a colmare quel piccolo gap che il Gruppo Zucchetti aveva nella parte alta del mercato, ossia verso la clientela large enterprise. A confermarlo è Mauro Fiorilli, vicepresidente di Data Management: «La strategia di acquisizione di Data Management mira a rendere più compatto l’offering, proponendo soluzioni integrate in varie modalità, declinando i contratti presso i clienti e concedendo il software anche in maniera classica, con licenza d’uso, con le relative application maintenance. Nessuna sovrapposizione quindi ma un’azione di completamento, per approcciare in maniera univoca i bisogni di digitalizzazione di centinaia di aziende».

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COMPETENZE A FATTOR COMUNE

L’operazione permette al Gruppo Zucchetti di ampliare il proprio portafoglio, già ricco, intraprendendo anche un processo di razionalizzazione dell’offerta per chi, al fianco di quella tradizionale, ha esigenze di soluzioni su ampio raggio. «Così agiamo sulla fascia alta dei clienti, in ambito cloud e tramite licenze, aprendo scenari verso l’internazionalizzazione, per seguire le stesse imprese anche fuori dall’Italia, nel loro processo di ampliamento del business. Lo facciamo agganciando alla nostra suite gli altri prodotti Zucchetti, così da attuare un vero e proprio cross-selling» – spiega Fiorilli.

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Per quanto riguarda il core di Zucchetti, il mondo delle paghe e delle presenze, la soluzione di Data Management è stata rinominata “HR Next”, che è un concentrato di tecnologia, essendo basata su un linguaggio che gestisce di per sé tutte le regole applicative. Come ci spiega Luca Maria Scanu, consigliere delegato di Data Management: «HR Next è una suite per l’amministrazione e la gestione del personale che è indirizzata alle aziende dai 1.500 dipendenti in su. Costituita da avanzate tecnologie, viene offerta sia in licenza che in SaaS e utilizzata come piattaforma principe per l’erogazione dei servizi. Si tratta di modalità pienamente personalizzabili, a seconda delle esigenze dei singoli clienti. Questa è da sempre la forza di Data Management: la capacità di creare progetti cuciti su misura, con una presenza in tutti i settori del privato».

FOCUS PA E LARGE ENTERPRISE

Un varco importante, aperto dall’acquisizione, è quello della Pubblica Amministrazione. Il segmento era stato leggermente abbandonato negli anni scorsi dal Gruppo Zucchetti, che invece oggi torna a calcarlo in grande stile. Le pubbliche amministrazioni centrali potranno dunque contare sulle soluzioni di Data Management, mentre quelle periferiche e locali sul know-how consolidato della suite Zucchetti.

Sia Fiorilli che Scanu ci ricordano come uno degli elementi strategici per il futuro in fase di valutazione è quello di poter offrire nuove modalità di integrazione per le soluzioni del Gruppo Zucchetti. Parliamo del cosiddetto “near HR”, come l’area della collaboration, dove il Gruppo ha già applicativi specifici per le grandi e grandissime aziende in Italia. Tutto ciò senza rubare mercato ai consulenti del lavoro, che sono naturalmente orientati a soddisfare la fascia media e bassa. «Dove questi non arrivano possiamo proporre le offerte di Data Management. Quindi da un lato l’HR Zucchetti con partner e consulenti del lavoro, dall’altro le figure top approcciate via Data Management» – conferma Fiorilli. Una definizione più che chiara sia per regolare l’ingaggio interno che quello orientato al mercato, con quella trasparenza e la solita determinazione che ha segnato la storia di entrambi.

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Foto Gabriele Sandrini