Italgas, la rete fisica diventa all-digital

Marco Barra Caracciolo, la famiglia prima di tutto

Digitalizzare è la parola magica di questi anni. Se ne parla ovunque, un rumore di fondo ininterrotto che rischia di usurarne la sostanza. Non per Italgas, primo operatore in Italia nella distribuzione del gas naturale che – dopo l’innesco dato dalla migrazione al cloud pubblico di tutte le applicazioni – ha affrontato la sfida della digitalizzazione trasformando la rete di distribuzione, i processi aziendali e il modo di lavorare di tutto il personale sia quello impegnato in attività sul campo che in ufficio.

«La decisione del gruppo di abbandonare i due data center – spiega Marco Barra Caracciolo, CIO di Italgas – ha portato alla migrazione in cloud di oltre il 95% delle applicazioni, circa un centinaio, su oltre mille server virtualizzati. Migliaia i task eseguiti durante i quasi nove mesi di progetto che ha coinvolto quattromila colleghi interni e circa 13mila operatori esterni e partner di Italgas».

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Il passaggio dalle tecnologie applicative legacy all’utilizzo di piattaforme più moderne è stato lo step successivo. Accompagnato dal terzo pilastro di questa trasformazione, la cybersecurity. «La tecnologia è un abilitatore importante, ma resta pur sempre una commodity. Il vero sforzo per far fronte a una trasformazione così rapida – prosegue Barra Caracciolo – si è concentrato sul change organizzativo imponendo anche un nuovo approccio mentale, iniziando dal superamento di quella che è la classica struttura demand e delivery, e seguendo quelli che sono i mantra dell’Agile, a partire appunto dalla fase di innovazione e creatività». Principi applicati all’interno della Digital Factory, una struttura ubicata presso la sede direzionale di Milano, dedicata alla digitalizzazione dei processi aziendali attraverso l’impiego di tecnologie innovative con l’obiettivo, per ogni progetto, di mettere a punto nell’arco di quattro mesi un prodotto funzionante sebbene destinato a essere implementato attraverso successive sprint. Figure chiave all’interno delle room sono i designer, in grado di andare oltre l’experience di ognuno. «Sembra un paradosso ma uno dei problemi quando si fa un percorso del genere è che il proprio bagaglio d’esperienza tende involontariamente a bloccare la creatività».

DIGITALIZZARE IN CONCRETO

«La tecnologia invece abilita cambiamenti molto più ampi» – ci dice Barra Caracciolo. Come quelli che hanno investito la rete Italgas sia per le componenti hardware che software. Prima con gli smart meters, contatori intelligenti, poi con la posa di una diffusa sensoristica lungo tutta la pipeline per raccogliere una serie di informazioni in passato rilevabili solo sul campo. «La sensoristica ci permette di misurare moltissimi parametri di esercizio, dalla pressione del gas alla percentuale di sostanza odorizzante prevista dalla normativa, ma anche di rilevare la presenza di eventuali fenomeni che, se non gestiti correttamente, potrebbero creare le condizioni per il prodursi di dispersioni di gas. In sintesi, il comportamento complessivo dell’infrastruttura. Grandezze che prima misuravamo sul campo, oggi le rileviamo con una lettura immediata da remoto, abilitando in questo modo un tipo di manutenzione predittiva che integra la gestione basata su interventi di manutenzione ordinaria. Inoltre, con gli smart meters garantiamo alle società di vendita, il nostro cliente finale, una rilevazione sempre corretta dei consumi».

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Prendiamo i GRF (Gruppi di riduzione finali), impianti installati lungo le reti, il cui compito principale sino a ieri era quello di gestire i salti di pressione del gas nella rete. Un tempo prevalentemente elettromeccanici, con la digitalizzazione questi impianti si sono trasformati in strumenti in grado di estrarre una serie di dati relativi al comportamento del tratto di rete sottostante. «Dati che confluiscono in un data lake che ci permette non solo di avere una visione complessiva del funzionamento di quella parte di rete, ma anche di prevederne, grazie a meccanismi di machine learning, il comportamento futuro sempre in una logica di manutenzione predittiva e di efficienza nella programmazione degli investimenti tecnici. E quindi di tutta l’organizzazione dell’attività operativa» – spiega Barra Caracciolo. La protezione di questo enorme flusso di dati proveniente dalla pipeline richiede uno sforzo notevole anche dal punto di vista della security. La trasmissione del dato – spiega Barra – viene gestita su più livelli. «La parte di sicurezza ha tante componenti, differenziate in funzione della tipologia di sensore e di hardware. I dati generati dagli smart meters e dai sensori lungo la rete di distribuzione viaggiano su segnale cellulare sia GPRS, sia utilizzando la nuova tecnologia mobile narrow band IoT attraverso canali e protocolli protetti. La nostra protezione riguarda chiaramente anche tutto il nostro network e gli applicativi in cloud attraverso policy e architetture che ne garantisco la sicurezza.

EFFICIENZA E QUALITÀ DEL SERVIZIO

Il supporto ai processi garantito dalla digitalizzazione della rete è stato inoltre implementato dall’introduzione di altre tecnologie che hanno permesso di migliorare ulteriormente la gestione delle attività. Due esempi vengono dall’attività di monitoraggio della rete e prevenzione delle dispersioni gas – per la quale oggi Italgas utilizza Picarro Surveyor la tecnologia USA più all’avanguardia in questo campo – e dall’ottimizzazione dell’attività di supervisione e verifica dei cantieri attraverso un’applicazione sviluppata internamente che permette di controllare a distanza, attraverso anche scatti fotografici e il supporto del machine learning, la qualità dei lavori eseguiti.

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«Inoltre, attraverso lo sviluppo di specifici algoritmi, la rivisitazione dei processi e l’utilizzo della geolocalizzazione abbiamo la possibilità di schedulare day by day le attività dei nostri operai e di recente anche quella delle imprese che operano per noi, con l’obiettivo di aumentare l’efficienza e assicurare maggior qualità del servizio». Sempre a supporto delle attività sul campo, Italgas ha conseguito risultati importanti anche in quella che viene definita knowledge transfer. «Grazie al supporto di speciali visori certificati, riusciamo a rendere più semplice l’introduzione al lavoro delle nuove leve. Con l’ausilio di una serie di supporti multimediali – iPad e a breve anche occhialini smart – i nostri collaboratori possono accedere a un bagaglio di conoscenze ed esperienze utili per svolgere tutta una serie di attività e allo stesso tempo ricevere assistenza da remoto nell’esecuzione di alcune tipologie di interventi».

Fiore all’occhiello è il Centro Integrato di Supervisione, due sale controllo operative H24, 7 giorni su 7 nelle quali i tecnici hanno a disposizione in real-time su un megaschermo la rappresentazione della rete e del suo stato di esercizio, la possibilità di operare in remoto, attraverso il telecontrollo, in caso di attivazione di un qualsiasi segnale d’allarme, nonché una serie di KPI e altri elementi utili come la disponibilità e l’impiego delle squadre sul territorio.

La digitalizzazione infine ha prodotto risultati anche per una serie di processi diversi da quelli tecnici tipici del personale in campo: dalla trasformazione della parte commerciale alla revisione dei processi di procurement, all’evoluzione dei tools a supporto degli employee. «Oltre ai vantaggi in termini di bilanciamento e gestione della rete, l’efficienza complessiva la perseguiamo anche con un’attenta profilazione dei consumi e la prioritizzazione degli interventi, sia quelli realizzati direttamente che attraverso i nostri partner» – conferma Barra Caracciolo. «Efficienza che si riflette sul servizio erogato ai clienti. Moltiplicando tutto questo per gli oltre 70mila km di rete gestita da Italgas, al servizio di oltre 1.800 comuni – Sardegna compresa, grazie alla nuova sfida per la metanizzazione dell’isola – il risultato non è solo un progetto di trasformazione digitale che impatta una realtà aziendale ma un importante tassello dell’evoluzione infrastrutturale del Paese».

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