PageGroup, quali sono e quanto guadagnano le figure più richieste nel settore IT

PageGroup, quali sono e quanto guadagnano le figure più richieste nel settore IT

Stefania Piludu, Executive Manager Information Technology di Michael Page, commenta i trend delle figure professionali più richieste e di quelle che stanno perdendo appealing

Il report “Studi di retribuzione Information Technology”, stilato da PageGroup, rappresenta un’interessante overview dei livelli retributivi dei professionisti qualificati, manager e dirigenti d’azienda nel settore IT. Quello che emerge è un quadro ben chiaro su cosa sta succedendo in Italia nel mondo IT dove l’Osservatorio di PageGroup ha anticipato un trend positivo nel triennio 2019-2022, vedendo una crescita degli investimenti effettuati dalle Aziende e sviluppando di conseguenza un importante progetto di crescita della specializzazione Technology al proprio interno. PageGroup, con una struttura che solo in Italia conta circa 30 Head Hunter esclusivamente dedicati ai profili Tech, ha gestito nel 2019 oltre 1000 ricerche nell’ambito, accompagnando le aziende nella spinta verso l’innovazione digitale e normative fra le quai quella sulla fatturazione elettronica.

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Ne abbiamo parlato con Stefania Piludu, Executive Manager Information Technology di Michael Page, che ci ha delineato meglio la situazione, dandoci qualche spunto per il 2020. «A livello territoriale, il maggiore incremento di professioni IT si concentra nel Nord-Ovest (soprattutto in Lombardia) con una quota della domanda pari al 48% del totale Italia; in quest’area i livelli di richiesta per i profili nei Big Data e i Sviluppo Software raggiungono il 60%. Insieme all’ICT, è il settore Servizi ad avere la quota maggiore (20%) della domanda di professionisti per la trasformazione digitale: i più richiesti sono in ambito Project/Demand Management (56%), il Data Scientist (53%) e le professionalità ERP (45%)».

Di fatto, l’Italia sta rivivendo dopo il boom dei primi anni 2000, una nuova primavera per i Professionisti dell’IT. La spinta fortissima verso progetti innovativi e start-up che dall’Italia spesso conquistano i mercati esteri, crea dinamicità sul mercato del lavoro, portando per esempio le richieste di professionisti ERP al vertice del lavoro degli Head Hunter. «C’è un’evidenza: come Paese, siamo di fronte a un punto di svolta tecnologico, politico e ambientale, oltre il quale non è più possibile rimandare quelle scelte di investimento in ambito tecnologico che permetteranno alle aziende di competere nel mercato. Due decenni di rapida innovazione tecnologica hanno generato enormi cambiamenti nel modo di vivere delle persone e nel loro approccio nel scegliere. Siamo a un limite, che pone l’essenza dell’adozione di piattaforme e strategie votate al digitale creando prodotti connessi e servizi che ripensano alla relazione tra l’utente e la tecnologia».

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Come spesso accade, siamo nel bel mezzo di un paradosso: mentre TG e tavole rotonde parlano di un’Italia che fatica a uscire dalla crisi economica e dell’accumulo di un maggiore ritardo nei confronti delle potenze mondiali, il mercato IT in Italia è più che mai vivo, tanto da continuare a vivere un gap imponente tra offerta e profili disponibili. «I dati indicano una domanda di laureati che oscilla fra i 12.800 e i 20.500, mentre le università ne “sfornano” poco più di 8.500, utile a coprire circa il 58% dell’offerta. Tant’è vero che anche le retribuzioni dei profili IT sono in crescita: nelle aziende di informatica ed elettronica, i “quadri” registrano +4,3% e i “dirigenti” un +6,0%. Nelle aziende di Consulenza e Servizi ICT aumentano le retribuzioni degli “impiegati” per il +2,5%, dei “dirigenti” (+1,9%) e dei “quadri” +1,8%. Insomma, le prospettive appaiono più che promettenti, con un’accelerazione ancora trainata dalla spesa IT (prevista a +2,3%).

Continua Piludu: «Ci sono certamente alcuni trend più maturi, come la richiesta di professionisti nel software e nelle analytics, che rappresentano una fascia molto importante, della torta di un mercato che in Italia vale 31 miliardi di euro. Grazie alla visibilità restituita dalla dimensione di Page Group, ad oggi presente in 36 paesi, vediamo che alcuni mercati in Europa stanno vivendo dei trend di contrazione mentre l’Italia conferma un 2019 che porta il mercato Technology a +3.8% e una richiesta di profili del +52% per gli Head Hunter».

Ma il dato più confortante, nelle parole di Stefania Piludu, è la crescita di posizioni coperte da giovani, ossia da quella fetta di popolazione che fino a ieri tendeva con il trasferirsi all’estero: «Da Head Hunter, l’inversione è importante. Basti pensare al numero di startup nate negli ultimi anni, non solo come progetti volatili ma all’interno di incubatori parte delle stesse aziende. Oggi l’Italia è nel mezzo di un ventaglio propositivo molto ampio in quanto a lavoro IT, ciò vuol dire che davanti ai nostri occhi abbiamo aziende, grandi o piccole che siano, che necessitano di professionisti e anche con una certa urgenza».

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Ma non c’è solo il lato tecnico della questione, ossia il bagaglio professionale legato all’Information Technology. Come ci ricorda l’Executive Manager Information Technology di Michael Page: «Le aziende sempre più chiedono un’attenzione alle soft skill. Davanti alle competenze specifiche mettono le abilità di “problem solver”, ossia del saper approcciare il mondo del lavoro con un livello comportamentale e comunicativo adeguato. Elementi ritenuti fondamentali nella scelta del candidato, in un contesto quanto mai frammentato e ricco di sfide».

Ecco tutte le posizioni aperte nel settore Information Technology:

Per scaricare il report integrale è sufficiente compilare il form sottostante