I ricercatori sono riusciti a creare un modello che, preservando la privacy delle persone, riconosce i loro segni distintivi
Le immagini termiche sono abbastanza dettagliate da consentire a un modello di intelligenza artificiale di riconoscere le caratteristiche facciali delle persone? Questa è la domanda a cui i ricercatori di Intel e della Gdansk University of Technology hanno cercato di rispondere in uno studio recentemente presentato all’Institute of Electrical and Electronics Engineers alla dodicesima conferenza internazionale sull’interazione dei sistemi umani.
Durante l’appuntamento, gli scienziati hanno dimostrato come sia stato possibile, per un modello addestrato su dati di luce visibile, riconoscere dettagli degli individui. Come indicano i ricercatori, le immagini termiche vengono spesso utilizzate al posto dei dati dalle telecamere RGB in ambienti in cui la privacy è obbligatoria, come le strutture mediche. Questo perché è in grado di oscurare i dettagli di identificazione personale quali il colore degli occhi e la linea mascellare.
Come è possibile
Il team ha sfruttato due set di dati di immagini termiche facciali, il primo dei quali creato utilizzando una telecamera a infrarossi Flir ThermaCam SC3000. Il dataset contiene 766 immagini di 40 volontari, a cui era stato chiesto di sedersi e guardare la telecamera per un arco di due minuti. Per quanto riguarda il secondo set, proveniente dal Visual Computing and Image Processing Lab presso la Oklahoma State University, integra 4.190 immagini raccolte con l’assistenza di 30 persone, molte delle quali hanno spostato la testa e utilizzato diverse espressioni facciali.
I ricercatori hanno prima ritagliato le immagini in regioni contenenti solo i volti delle persone, usando un modello di apprendimento automatico, quindi hanno impiegato un altro modello per estrarre le caratteristiche del viso e rappresentarle numericamente, come vettori. Infine, hanno impiegato un terzo modello addestrato a luce visibile per verificare se potesse essere applicato alle immagini termiche. Il risultato è stato positivo ed è il motivo per cui i ricercatori sperano di poter estendere la propria ricerca ai dati raccolti in vari altri scenari, ad esempio quando le teste dei soggetti vengono girate in orizzontale o in verticale.
«Molte promettenti applicazioni di elaborazione visiva, come la stima dei segni vitali senza contatto e il monitoraggio della smart home, possono coinvolgere dati privati e sensibili, come le informazioni biometriche sulla salute di una persona. L’imaging termico, che può fornire dati utili nascondendo anche le singole identità, potrebbe essere utilizzato per molte applicazioni, preservando la privacy».