Una nuova generazione di laser mira a rendere il mercato della guida autonoma maggiormente accessibile dal lato della produzione
Nonostante le recenti affermazioni degli scettici del settore, è opinione diffusa che le auto autonome richiederanno sensori ridondanti oltre le telecamere e i radar per soddisfare le linee di base della sicurezza. Questa è la posizione del conglomerato ingegneristico tedesco di Stoccarda, Bosch, che in vista del Consumer Electronics Show di Barcellona di febbraio ha presentato un nuovo sensore lidar a lungo raggio progettato per l’uso automobilistico.
Come tutti i sensori lidar, la soluzione misura la distanza dagli oggetti target illuminandoli con la luce laser e analizzando gli impulsi riflessi. È destinato a distanze ravvicinate e medie su autostrade e città, e la società afferma che sarà competitiva rispetto ai prezzi, grazie alle economie di scala.
Come sarà il lidar di Bosch
«Colmando il gap del sensore, Bosch sta rendendo la guida automatizzata una possibilità praticabile» ha dichiarato Harald Kroeger, membro del consiglio di amministrazione. «Vogliamo rendere la guida automatizzata sicura, conveniente e affascinante. In questo modo, daremo un contributo decisivo alla mobilità del futuro».
Il sensore lidar si affiancherà al radar LRR4 a sei antenne, già nel portafoglio di Bosch. LRR4 presenta un raggio di rilevamento di 250 metri e può riconoscere fino a 24 oggetti contemporaneamente. Ma, come tutti i sensori radar, è meno preciso dal punto di vista angolare del lidar in quanto perde di vista gli oggetti nelle curve. E diventa confuso se più veicoli sono posti l’uno vicino all’altro.
Naturalmente, i sensori radar tendono ad essere più economici del lidar e generalmente forniscono un migliore riconoscimento ottico in caso di pioggia, nebbia, neve e polvere a distanza ravvicinata. Questo vale anche per le telecamere, il che è presumibilmente il motivo per cui Bosch sta continuando a perfezionare la sua suite di immagini in catalogo. La società afferma che i suoi ingegneri sono riusciti a portare la tecnologia della fotocamera utilizzata nelle auto a “un nuovo livello” migliorandola con l’intelligenza artificiale, in modo che possa rilevare oggetti, classificarli in classi (come veicoli, pedoni o biciclette) e misurare il loro movimento anche quando sono parzialmente oscurati.