Twitter vuole finanziare uno standard di social media open source

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Una nuova idea che dovrebbe limitare, fino al ridurre, il numero di bot, utenti che fanno propaganda e diffondono fake news

Twitter ha un obiettivo: affrontare la sua crescente popolazione di propagandisti, robot e troll. La società intende arrivare a tale scopo finanziando ricercatori che sappiano sviluppare uno standard decentralizzato e open source, su cui poggiare la piattaforma. Il nome del progetto? Bluesky: «Twitter sta finanziando un piccolo team indipendente composto da un massimo di cinque architetti, ingegneri e designer open source per sviluppare uno standard aperto e decentralizzato per i social media» ha scritto il CEO Jack Dorsey.

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«L’obiettivo è che il sito sia, in definitiva, un cliente di questo standard». Riconoscendo che la logica potrebbe portare le cose a quando Twitter era del tutto decentralizzato, Dorsey ha spiegato quattro motivi per cui stava cercando di capovolgere la piattaforma.

I quattro motivi

Secondo il fondatore, le soluzioni centralizzate non possono affrontare le sfide future. «Ad esempio, è improbabile che l’applicazione centralizzata della politica globale per affrontare gli abusi e le informazioni fuorvianti si riduca nel lungo termine, senza gravare troppo sulle persone». C’è anche il fatto che i social media si stanno spostando dall’hosting e dalla rimozione dei contenuti agli algoritmi che indirizzano le persone verso i contenuti. «Sfortunatamente, questi algoritmi sono in genere proprietari e non è possibile scegliere o creare alternative». Quindi Dorsey è passato a discutere della conversazione in corso sui social: «Gli attuali incentivi sui social media portano spesso a focalizzare l’attenzione su contenuti e conversazioni che suscitano polemiche e indignazione, piuttosto su quelle che informano e promuovono il dibattito».

Il punto finale? «La tecnologia è ora più praticabile» ha detto, e la blockchain potrebbe essere un valido aiuto. Tale sviluppo richiederà anni e non è detto che possa venire ben accolto da tutta la comunità. Ad esempio Facebook, che ha 2 miliardi di utenti (senza contare Instagram) rispetto ai 300 milioni di Twitter, sacrificherebbe la sua potente rete pubblicitaria e di sponsor pur di ripulire per bene le sue stanze? Abbiamo più di un dubbio in materia ma non è mai detta l’ultima parola.

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