Salute, benessere e alimentazione. L’AI nella prevenzione dei disturbi

Dell Technologies e Hugging Face semplificano la GenAI con l'IT on-premise

Algoritmi per individuare segnali di depressione attraverso l’analisi di pattern linguistici. Applicazioni per migliorare il benessere fisico e l’alimentazione. L’AI promette diagnosi più accurate di quelle di un medico

È un influencer. Non famosissimo. Ma guadagna più di un metalmeccanico. Ed eravamo in treno quando ci siamo conosciuti. Aveva un viso curatissimo ed era vestito molto elegante. Sembrava un analista di Goldman Sachs. Sì. La banca americana. Mi ricordava lo stile di quei personaggi visti nei vari film su Wall Street. Curatissimo. Preciso. Elegante. Ma stava male. Soffriva di problemi gastrointestinali. Così disse. Subito dopo essersi lamentato del ritardo. Una costante. Quella di lamentarsi del ritardo in Italia. Insomma, è andata così. Mi ha raccontato la sua storia. Una doppia vita. Sui social, è una persona che mostra un lato di sé e nel privato, tutt’altro. Il lavoro gli ha fatto venire la gastrite. Continuava a ripeterselo. E aveva paura che potesse essere anche qualcosa di più grave. Io ascoltavo. Mi incuriosiva. Soprattutto, perché nel frattempo riusciva a pubblicare stati sui social estremamente positivi. Siamo scesi finalmente a Milano e gli ho augurato buona fortuna e magari di prendersi un po’ di tempo per se stesso. Gli ho parlato della meditazione e gli ho consigliato anche di parlarne in una delle sue dirette. Cosa c’entra l’intelligenza artificiale? Ve lo spiego subito.

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ALGORITMI A CACCIA DI SEGNALI

I ricercatori del World Well-Being Project (WWBP) hanno analizzato i social media con un algoritmo di intelligenza artificiale per individuare segnali linguistici che potrebbero prevedere la depressione. Si scopre che coloro che soffrono di depressione si esprimono sui social media in modi che quelli che hanno a che fare con altre condizioni croniche non menzionano, e usano parole come “sentimenti”, “io” e “io”. I risultati del team sono stati pubblicati sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences, ma dopo aver analizzato mezzo milione di post di Facebook di persone che hanno acconsentito a fornire i loro aggiornamenti di stato e le cartelle cliniche, sono stati in grado di identificare marcatori di linguaggio associati alla depressione. I ricercatori hanno scoperto che i marcatori linguistici potevano prevedere la depressione fino a tre mesi prima che la persona ricevesse una diagnosi formale. Altri ricercatori usano la tecnologia per esplorare il modo in cui espressioni facciali, enunciazione di parole, tono e linguaggio potrebbero indicare il rischio di suicidio. Oltre a questi ricercatori, ci sono diverse aziende che usano l’intelligenza artificiale per aiutare ad affrontare i momenti di crisi nella vita delle persone.

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La piattaforma Quartet cerca di prevedere e analizzare potenziali problemi mentali, indirizzando i soggetti a programmi di terapia cognitivo comportamentale informatizzata. Ginger – invece – è un’applicazione di chat utilizzata dai datori di lavoro che fornisce servizi di consulenza diretta ai dipendenti. I suoi algoritmi analizzano le parole sulla base di oltre 2 miliardi di campioni di dati comportamentali, 45 milioni di messaggi di chat e 2 milioni di valutazioni cliniche per fornire una raccomandazione. Il sistema di CompanionMx dispone di un’app che consente ai pazienti in trattamento di depressione, disturbi bipolari e altre condizioni, di creare un registro audio in cui possono parlare di come si sentono. Il sistema di intelligenza artificiale analizza la registrazione e cerca cambiamenti nel comportamento per il monitoraggio proattivo della salute mentale. Bark è un’app di localizzazione del telefono per il controllo parentale, in grado di monitorare le principali piattaforme di messaggistica e social media per cercare segni di cyberbullismo, depressione, pensieri suicidi e sexting sul telefono di un bambino.

SALUTE E PRIVACY

E se il nostro caro amico non avesse somatizzato il disagio e avesse invece un’alimentazione poco sana? Oppure, fosse logorato dall’ansia di controllare i rendimenti o le perdite, stando sempre attaccato al monitor del computer o al telefonino? Per diversi ricercatori è proprio l’alimentazione che spesso ci crea disagi mentali. Ci sono decine di diete. E le persone passano da una all’altra continuamente. Ma se si creasse una dieta personalizzata? Ci sono alcune realtà anche italiane che studiano gli elementi nutrizionali che mancano nell’organismo di un paziente. E grazie a sistemi di intelligenza artificiale, mettendo insieme diversi dati, possono consigliare la dieta migliore per il soggetto. Se si mettessero insieme disagi psichici, fisici, malattie organiche e alimentazione in un software di AI molto complesso, con accesso ai dati storici di migliaia di pazienti in condizioni simili, si potrebbero fare diagnosi molto più accurate di quelle di un medico. Si potrebbe. Perché poi bisogna vedere anche quanto sia importante un approccio “umano”. Ups! È quello che sembra stia facendo già Google.

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Un’inchiesta del Wall Street Journal ha svelato che Google ha raccolto le informazioni sulla salute di milioni di pazienti statunitensi a loro insaputa, insieme ad Ascension, la più grande organizzazione cattolica di servizi sanitari al mondo. In seguito alla pubblicazione dell’articolo, Google ha ammesso di avere gestito i dati e ha confermato di averlo fatto nell’ambito di una sua nuova iniziativa che si chiama “Project Nightingale”, dedicata alla gestione dei dati sanitari. Secondo il Wall Street Journal, le informazioni raccolte interessano persone residenti in almeno 21 stati e comprendono: “esami di laboratorio, diagnosi mediche, cartelle cliniche e lo storico con le informazioni sanitarie dei pazienti, compresi nomi, cognomi e date di nascita”.

In seguito alla pubblicazione degli articoli, Ascension ha diffuso un comunicato nel quale ha annunciato la collaborazione con Google, sostenendo che l’iniziativa ha come obiettivo quello di “ottimizzare la salute e il benessere dei singoli e delle comunità, offrendo un portafoglio digitale per varie necessità”. La società ritiene di avere gestito il passaggio dei dati rispettando l’Health Insurance Portability and Accountability Act, la legge che negli Stati Uniti stabilisce come gli operatori sanitari del settore privato possano condividere i dati sui pazienti per la gestione delle loro pratiche.

E LE STARTUP?

Il 2019 è stato un anno record per le startup di questo tipo. Piccole società che tentano di scalare il mercato della salute. Sono stati 3.400 i round di investimento. E solo quelle che cercano di farlo utilizzando sistemi di intelligenza artificiale hanno raccolto 1,6 miliardi di dollari. Negli ultimi sette mesi, McDonald’s ha speso centinaia di milioni di dollari per acquisire aziende tecnologiche specializzate in intelligenza artificiale e machine learning. Quindi, si investe tanto anche sul mondo dell’alimentazione. L’azienda statunitense insiste sul fatto che il lancio della tecnologia vocale sia più legata alle ordinazioni. Ma anche se lo fosse, ve la immaginate una voce che vi consiglia in base alle vostre caratteristiche i cibi e le quantità da ordinare, osservandovi attraverso una telecamera? E se siete troppo magri o troppo grassi? E non parlo solo di McDonald’s, ma anche di altre realtà legate al food. Psicologia, medicina e alimentazione. Quante volte cerchiamo su Google consigli su questi temi? Ma la vogliamo sapere davvero la risposta corretta. O ancora no? Siamo pronti? E se fosse un influencer a dircelo?

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