Nessun errore di battitura: questa è la console in pochi esemplari che la giapponese e Sony avevano in mente per conquistare il mercato del gaming
Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, Nintendo e Sony stavano lavorando insieme su una console di gioco. L’idea era che Sony avrebbe realizzato la tecnologia che potesse supportare la lettura delle tradizionali cartucce Nintendo ospitando però anche un vado per i CD; una sorta di retrocompatibilità cross-platform di prima battuta.
Nintendo arriverà solo qualche anno più tardi a qualcosa di simile (ma nemmeno tanto) con GameCube nel 2001, ma Sony voleva chiaramente di più, spingendo la propria tecnologia nella PlayStation del 1994. In pochi conoscevano questa storia che oggi, anche grazie a Heritage Auctions, diviene molto più pubblica e diffusa. Il motivo? L’organizzazione di aste ha infatti intenzione di avviare le contrattazioni per il prototipo della Nintendo PlayStation.
Pochi pezzi
In effetti, un trentennio fa furono realizzati circa 200/300 pezzi e uno dei proprietari, Terry Diebold, se ne era aggiudicato un esemplare durante un’asta di articoli originariamente posseduti da un ex dirigente di Sony. I giochi rari di solito fanno fortuna e una console prototipo dovrebbe accaparrarsene ancora di più. Nell’era della moda retro, forse questo è il periodo giusto per portare a casa un bel gruzzoletto dall’asta di un simile prodotto, che di fatto poteva cambiare radicalmente la storia del gaming come lo conosciamo.
A quanto pare, Diebold ha già rifiutato un’offerta da 1,2 milioni di dollari per la console, preferendo vedere quanto e se la sua Nintendo PS salirà di valore nel corso del tempo. Anche perché non esiste un prezzo di riserva, con le offerte pubbliche che partiranno solo il prossimo 7 febbraio 2020.