Due modalità permettono di gestire facilmente le risorse di backup, raggiungendo un’efficienza massima
Come abbiamo ricordato più volte, il Virtual Private Cloud si sta facendo largo presso aziende di varia natura. Il motivo? Sempre più spesso urge gestire grandi volumi di workload, con il bisogno di estendere il datacenter on premise, magari realizzare un ambiente di Disaster Recovery, sviluppare app mission-critical e massimizzare l’utilizzo delle risorse.
Tra i vari benefici che scaturiscono da una soluzione di Virtual Private Cloud, come quella di Seeweb, vi è certamente l’opportunità di eseguire tipologie di backup adatte a singole esigenze. Nello specifico, per Seeweb il backup sul cosiddetto VPC può assumere due forme: a immagine oppure granulare. Nel primo caso, viene effettuata una copia puntuale e incrementale delle virtual machine. Tecnicamente, il flusso incrementale tiene conto solo dei blocchi del disco modificati rispetto alla copia precedente, per velocizzare le operazioni, occupando però uno spazio di memoria sempre importante, anche se di questi tempi acquistare storage aggiuntivo non è più impattante, a livello economico, come una volta.
I pro sono dunque un backup completo della macchina virtuale, tutto in un unico punto, in cui si può accedere a parti di restore sequenziali ma complete. Inoltre, in questo come nel caso successivo, vi è la possibilità di sfruttare il conosciuto “offsite backup”, ossia l’eventualità di conservare i dati sottoposti a copia in un luogo differente da quello di produzione. Nel merito di Seeweb, se le informazioni vengono prodotte presso il data center di Milano, l’offsite consente di salvare un backup in quello di Frosinone, così da evitare perdite di dati a seguito di problemi tecnici legati a eventi naturali o danneggiamenti infrastrutturali.
La già accennata seconda modalità di backup sul Virtual Private Cloud di Seeweb è la “granulare”. In questo caso si ha un backup a livello di file della singola virtual machine. Attraverso un agent, viene eseguita una copia, informazione per informazione, di tutti i dati presenti all’interno della macchina. Questo modus permette di ragionare sul backup del singolo file e non di tutto il sistema, potendo effettuare un restore puntuale. In che senso? Se per errore si corrompe un database, tale da renderlo non più valido o accessibile, possiamo tornare indietro, al giorno o alla modifica precedente senza annullare gli eventuali aggiornamenti apportati ad applicativi o cartelle restanti, come accadrebbe per un restore “a immagine”, che prevede la sovrascrittura dell’intero archivio. Bisogna ricordare che, in tal caso, i punti di ripristino sono maggiori e quindi il restore di una macchina virtuale nella sua totalità, a livello granulare, richiederà più tempo. Questo non vuol dire che le due soluzioni si escludono a vicenda, anzi si integrano per ottenere una maggiore affidabilità e sicurezza.
Il Virtual Private Cloud Seeweb offre una definizione delle risorse che compongono l’infrastruttura; un doppio processore HyperThread; SAN (Storage Area Network) completamente ridondata; storage All-Flash con latenza inferiore al microsecondo; flessibilità sull’allocazione delle risorse; licenza d’uso VMware Standard inclusa nel prezzo dell’host; possibilità di livelli diversi di management dell’infrastruttura e otto IP pubblici inclusi.