Netflix potrebbe usare chip AMD Epyc per i suoi data center

Netflix potrebbe usare chip AMD Epyc per i suoi data center

La multinazionale lascerà i processori Intel Xeon a favore della concorrente e verso una configurazione a single socket

Netflix sta passando da processori Intel a chip AMD Epyc per i suoi data center, svoltando da CPU dual al single socket. Un tecnico indipendente su Twitter, David Schor, ha pubblicato un collegamento a una presentazione, che parrebbe interna, in cui si mostra come Netflix intende raggiungere velocità di 200 Gbps su un singolo server con il suo hardware di streaming. La compagnia, per farlo, dovrà andare ben oltre i 100 Gbps che attualmente ottiene nei suoi data center, tramite i processori Intel Broadwell, Skylake e Cascade Lake Xeon. Per questo, sarebbe orientata a switchare verso CPU Epyc di livello server Naples o Rome o, al massimo, processori Xeon dual-socket collegati da una coppia di collegamenti UPI.

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Passare altrove

Se l’hardware Intel è rappresentato da CPU a doppio socket, i processori Epyc sono a slot singoli, con una configurazione quad che usa la tecnologia Infinity Fabric di AMD. Ciò significa che Netflix potrebbe raggiungere il suo obiettivo di 200 Gbps con una CPU a socket singolo anziché con processori a doppio socket. Quasi un paradosso ma tecnicamente possibile. L’asso che la concorrente di Intel ha nella manica è il supporto alle 128 corsie della PCIe Gen 3, il che significa possibilità di beneficiare di livelli più alti di input e output di dati, soprattutto perché hanno una larghezza di banda sicuramente maggiore.

E optare per un sistema Epyc a socket singolo su un Xeon a doppio socket è probabilmente molto più conveniente per Netflix. Detto questo, è probabile che una revisione dell’attuale infrastruttura preveda un certo impegno economico ma se la finalità è volta a migliorare il flusso di streaming, ci saranno più vantaggi che oneri. L’intera situazione è l’ennesima conferma del progresso di AMD nel settore dei chip high-end, in grado di minacciare potenzialmente Intel in un mercato in cui quest’ultimo è stato a lungo dominante.

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