Che correlazione c’è tra adozione di un team finance agile, che sia connesso con i processi produttivi, e la crescita di un’azienda digital driven? Oracle ha realizzato una ricerca dalla quale è emerso un nuovo modello operativo di digital finance. Un docente SDA Bocconi e due rappresentanti di azienda (Artsana e Haier Europa) ne parlano con esponenti Oracle
Chi, nell’area finance, sarà in grado di guidare le aziende verso la rivoluzione digitale? Edilio Rossi, Digital Finance & Supply Chain Sales Development Director di Oracle Italia, apre le porte al concetto di finance digitale. “Secondo una ricerca McKinsey – spiega Rossi – l’avvento delle nuove tecnologie, negli ultimi dieci anni, ha accelerato il divario tra aziende leader di mercato che hanno visto sempre crescere i profitti, grazie a un’innovazione dei processi, a un cambio di modello che ha inciso sul valore competitivo, rispetto a quelle realtà che non hanno innovato e che hanno visto amplificarsi le perdite”. Ma le nuove tecnologie consentono di passare a un nuovo paradigma, quello dell’agile finance. “Rispetto a trent’anni fa, sarà la flessibilità dei processi produttivi a dettare l’efficacia e l’efficienza degli stessi”, continua Rossi. “Tra un paio d’anni – continua – assisteremo a un’evoluzione dettata dall’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning”.
Ma che correlazione c’è tra crescita e adozione di un team finance agile che sia connesso con i processi e renda tutta l’azienda digital driven? Oracle ha realizzato una ricerca dalla quale è emerso un nuovo modello operativo di digital finance che si concretizza su tre punti: eccellenza operativa, intelligenza artificiale, influenza di business. “L’uso della tecnologia digitale ha un impatto importante su automazione e digitalizzazione dei processi aziendali standard. Si avverte una senso di urgenza perchè c’è la comprensione del cambiamento e delle nuove tecnologie abilitanti, si pensi all’adozione dell’Erp cloud. Sul secondo punto – continua Rossi – parlerei più di informazioni derivanti dai dati più che di utilizzo degli stessi. L’uso di tecnologie avanzate, da un punto di vista analitico, produce cambiamenti nei processi aziendali. Si pensi alla predictive analytics e come sta cambiando la modalità, attraverso algoritmi predittivi, di definire budget e forecast. Infine – spiega Rossi – la business influence, il finance esce dal proprio silos e ha il coraggio di interloquire con gli ‘uomini di business’ influenzandoli attraverso i modelli di valutazione delle performance funzionali”.
Se vero che la tecnologia oggi genera innovazione attraverso la combinazione delle stesse, è altrettanto vero che il finance è a presidio del valore aziendale correndo su tre binari opportunamente combinati: l’efficienza corrente, l’innovazione e l’apprendimento e la gestione del rischio. Andrea Dossi, Associate Dean for Faculty, SDA Bocconi e Associate Professor of Management Control Systems, Università Bocconi, lancia la sfida del futuro: “Il finance digitale come il cambiamento climatico vanno gestiti. Abbiamo troppo poco tempo. Oggi – spiega Dossi – il finance è più da considerare come people business piuttosto che capital intensive business. Lo deve essere se vuole sopravvivere e il modo per cavalcare la digital trasformation è, per una azienda, avere una people strategy”. La figura professionale umana al centro.
Ma siamo certi che le figure professionali del finance non si debbano scontrare con il sempreverde problema delle competenze. Sul tema sono intervenuti Michele Piagnani, Group Administration and FP&A Director di Haier Europe e Michele Lerici, CFO di Artsana. Proprio Lerici spiega che “solo il 10% dei CFO ha le competenze digitali per lavorare oggi sulle nuove tecnologie. Le cerco nei giovani e dico loro di non avere paura delle novità perché il loro ruolo impone di portare novità in azienda. Oggi c’è crisi di controller, non trovo giovani che vogliano ricoprire questo ruolo”. Piagnani afferma che Haier è pronta sulla digitalizzazione ma si domanda come sfruttare la potenza di fuoco che si sta sviluppando grazie all’IoT. Si parla di dati e di informazioni ma, come dimostra la ricerca Oracle, sottolineata da Dossi, “se il tema non è il fast closing, cosa se ne fa un’azienda di tante informazioni veloci e disaggregate? Forse bisogna ripensare il ciclo di controllo mettendo al centro il forecast”.