Minsait, società di Indra, apre la nuova fase della trasformazione digitale per dare valore fuori e dentro le imprese. Dalla disruption alla construction collaborativa del business e della società attraverso soluzioni e servizi innovativi che mettono le persone al centro di tutto

Cinque anni dopo aver completato l’approdo in Italia, il gruppo Indra festeggia una convincente affermazione di un modello di innovazione sperimentato con migliaia di clienti in tutto il mondo. Un successo a tutto tondo, che ha indotto i vertici globali del gruppo a conferire a Pedro García, amministratore delegato della filiale italiana, l’incarico di responsabile del business anche a livello europeo. Nel complesso, i numeri rimandano a un player tecnologico nato in un contesto nazionale ma capace di imporsi globalmente in settori assai diversificati: innanzitutto, il fatturato di gruppo che vale oltre 3,1 miliardi di euro alla chiusura del 2018, una presenza diretta in 46 paesi del mondo con operazioni commerciali che coprono più di 140 realtà nazionali. Un totale di 43mila specialisti che contribuiscono in misura strategica a sostenere la progettualità di grandi committenti sia pubblici sia privati. Al tempo stesso, guardando agli interlocutori e ai progetti gestiti dalle sedi a Roma e Milano – nonché dai centri di sviluppo di Napoli, Bari e Matera – è difficile mettere in dubbio “l’italianità” di una azienda che vanta un migliaio di specialisti, un quinto dei quali assunti nel 2018.

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Per García e il suo team dirigenziale, è un ulteriore motivo di orgoglio e ottimismo, specie in una fase in cui Indra ha deciso di rimettersi ancora una volta in gioco lanciando la newco chiamata Minsait che d’ora in avanti gestirà tutte le attività del gruppo basate più strettamente sull’information technology e la digital transformation. Minsait è a tutti gli effetti una controllata di Indra, che oltre a svolgere di conseguenza una funzione di capogruppo manterrà la direzione di due divisioni storiche, la Difesa e i Trasporti (per questi ultimi, si parla di sistemi critici come gli impianti radar per il controllo del traffico aereo, le centrali di comando ferroviarie, il telepedaggio delle autostrade).

Roberta Ficorella responsabile HR e Giuseppe Catarinozzi responsabile PA di Minsait in Italia
Roberta Ficorella responsabile HR e Giuseppe Catarinozzi responsabile PA di Minsait in Italia

NOME NUOVO, STESSO SUCCESSO

«In un arco temporale relativamente breve – riferisce García – il mercato italiano è diventato il secondo più importante dopo quello spagnolo. Il volume d’affari è più che raddoppiato, anzi quasi triplicato in questi cinque anni e il livello di soddisfazione e fiducia dei clienti continua a crescere». Minsait è una società di consulenza e tecnologia che tesse proficue relazioni con molte delle maggiori imprese italiane in sei mercati: Servizi finanziari, Energia, Industria, Telecom e Media – e last but not least – Pubblica Amministrazione, che continua a rappresentare una primaria fonte di fatturato in tutto il gruppo.

«Siamo vicini allo sviluppo dell’Italia e dei suoi leader industriali, anche attraverso la nostra partecipazione a progetti come il Sistema Pubblico di Connettività, il grande progetto di digitalizzazione della PA italiana».

Come si spiega allora la decisione di costituire un nuovo brand, con tutto lo sforzo che ne può derivare in termini di visibilità e riposizionamento di un’azienda già così affermata? «Perché abbiamo voluto focalizzarci sulle competenze a supporto della rivoluzione digitale, in settori diversificati ma accomunati da specifiche esigenze di servizio al cliente e al cittadino» – risponde García. Minsait resta fedele alla cultura delle soluzioni tecnologiche concrete, di qualità, ma vuole puntare su una relazione diversa con i suoi clienti, un rapporto fatto di prossimità, condivisione del rischio e riuso delle best practice distillate, collaborando per le maggiori aziende in tutto il mondo. «Se pensiamo alle commesse tipiche degli ambienti della Difesa – continua García – il respiro è completamente diverso. In questo contesto, si ragiona su orizzonti di tempo molto lunghi. Minsait – invece – deve essere utile ai suoi clienti nell’immediato. Banche e telco soffrono adesso per l’arrivo dei concorrenti “over the top”, dobbiamo aiutarli subito nella loro trasformazione».

Il portafoglio di esperienze e tecnologie maturate nei settori di competenza – che oggi sono di Indra – diventa un fattore di differenziazione per Minsait che vanta addirittura uno specifico brand – Onesait – sotto cui sono stati riuniti tutti i prodotti IT sviluppati in seno al gruppo. Gli avanzati sistemi di simulazione nati per l’aviazione militare, vengono adattati alle esigenze del comparto energy, attraverso un prodotto di realtà virtuale che consente di addestrare il personale addetto alle piattaforme di trivellazione off-shore. Dal lavoro con un colosso energetico spagnolo sin dal 2011, nasce – per esempio – una soluzione per il monitoraggio con raggi infrarossi della superficie marina. Gli algoritmi di intelligenza artificiale, messi a punto dagli esperti di Minsait, riconoscono gli effetti ottici della presenza di idrocarburi dispersi in acqua nelle aree di attracco delle raffinerie: un sistema di allarme precoce che può evitare o comunque mitigare un disastro ambientale.

UN LABORATORIO DIFFUSO

«Oggi, tutto questo può essere integrato nei prodotti rivolti a diverse filiere verticali» – spiega García, sottolineando proprio l’aspetto delle diverse competenze che Minsait è in grado di reclutare grazie alla sua presenza globale. Alcune di queste capacità vengono sviluppate in Italia, dove ha sede tutta l’area di competenza sulla user experience. Il gruppo gestisce l’innovazione interna e di prodotto attraverso i centri di produzione e delivery. In Italia sono in funzione tre di queste strutture. A Napoli, Bari e Matera – come ci racconta Roberta Ficorella, che oltre ad avere la responsabilità delle risorse umane di Minsait Italia, svolge un analogo incarico a livello europeo. «Tre centri di sviluppo per un totale di circa 250 sviluppatori che interagiscono con altri 23 di questi laboratori sparsi in tutto il mondo, per garantire una esperienza globale nel senso letterale del termine». Lo sviluppo di soluzioni end-to-end implementate per conto dei clienti è una fantastica opportunità per i giovani talenti impegnati su fronti professionali innovativi: il data scientist, l’application architect, l’esperto in intelligenza artificiale. «Il nostro investimento in capitale umano è sempre un misto di tecnologia, formazione e creatività» – ribadisce Roberta Ficorella.

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La crescita della filiale italiana del gruppo non riguarda solo il volume d’affari. Ancora più significativa sul piano numerico è l’espansione del team dei collaboratori, cresciuto del 300% fino a superare le mille unità. L’espansione è legata tanto a nuove assunzioni quanto a operazioni come quella che ha portato il gruppo spagnolo a rilevare, nel marzo del 2018, il ramo d’azienda Ericsson che a Roma si occupava dello sviluppo informatico per conto di Enel. «Nello stesso anno, abbiamo rafforzato le capacità di sviluppo, acquisendo Softfobia, una “digital boutique” di Cagliari che conta una cinquantina di esperti in soluzioni di e-commerce, web marketing e search optimization». Quando il capitale umano assume determinati livelli di consistenza – osserva la responsabile italiana ed europea delle HR – occorre affrontare in modo strutturato il problema della ricerca e della retention del talento, anche alla luce di una trasformazione digitale che incide in prima istanza proprio sul modo di lavorare. «Il programma per la promozione della nuova cultura dello smart working e del lavoro agile, sperimentato in Italia, verrà avviato anche in Spagna» – annuncia Roberta Ficorella che parla di un piano di incentivazione che si poggia sull’autonomia decisionale delle persone, su un diverso rapporto tra lavoro e vita individuale e su una mentalità rispettosa delle esigenze ambientali, del wellness, della corretta alimentazione, anche attraverso appositi corsi o alla promozione di attività sportive.

«Le assunzioni e la politica di trasformazione culturale in corso confermano la scommessa di Minsait sul talento italiano come motore strategico di crescita locale, offrendo agli esperti del Paese l’opportunità di sviluppare una carriera di portata internazionale, lasciando il proprio segno sulla società»

– spiega la Ficorella, che conclude mettendo l’accento sulle strategie che Minsait mette in atto per la selezione e la cura dei suoi talenti anche nelle sue forti relazioni territoriali con il mondo delle Università, integrando la formazione dei giovani tecnologi del futuro con specifici corsi e con una robusta dose di “contaminazione” e interdisciplinarietà nei profili da assumere.

Erminio Polito responsabile Energy & Utilities e Telco & Media di Minsait in Italia

AMMINISTRAZIONE VICINA AL CITTADINO

L’unicità della ricetta Minsait per una trasformazione efficace si distingue anche dall’approccio molto positivo che il gruppo ha nei confronti della committenza pubblica. «Consideriamo le gare pubbliche una grossa opportunità» – spiega Giuseppe Catarinozzi, responsabile delle attività Minsait nell’ambito della Pubblica Amministrazione e della Sanità. «Partecipare è complesso, ma essere presenti in tanti accordi, anche in configurazione con altri partner, è importante. Per chi vince la gara ovviamente, ma anche per l’Amministrazione che può acquisire servizi davvero innovativi».  Il capo della business unit riconosce che il contesto di collaborazione con la PA  è molto diverso: «I tempi di assegnazione dei lavori possono essere lunghi e contestati, i risultati economici arrivano tardi. In compenso, la continuità dei contratti rappresenta un invidiabile plus, specie in un mercato che cresce, perché sempre più spesso le tecnologie vanno a supportare il processo di trasformazione in corso nelle nostre amministrazioni centrali e locali».

Minsait è in grado di aprire ai suoi interlocutori la doppia anima di esperto di integrazione ad alto livello – in grado di indirizzare l’interoperabilità dei sistemi – e di fornitore di soluzioni applicative che si traducono immediatamente in nuovi servizi erogati dall’amministrazione ai cittadini, che si aspettano relazioni più rapide, dirette e personalizzate. Tra i lotti di gare recentemente acquisiti da Minsait, Catarinozzi ne cita due nell’ambito del Sistema Pubblico di Connettività: uno relativo all’interoperabilità dei servizi, l’altro ai portali di servizio, l’interazione col cittadino e mobilità. «Una delle specialità del gruppo è costituita dalle applicazioni di Customer Relationship Management adattate alle necessità del rapporto con gli Enti Previdenziali, sistemi – spiega il responsabile della business unit – oggi estesi anche agli sportelli delle sedi territoriali, in grado di raggiungere centinaia di migliaia di pensionati e cittadini. Inoltre, Minsait collabora in quest’ambito con realtà molto diversificate e con il mercato della Sanità, dove vengono riproposte le esperienze di successo maturate in Spagna e negli altri paesi dove l’interoperabilità – oggi tutta da ripensare – può garantire una maggiore efficacia dei servizi».

La parola d’ordine è adeguare la PA centrale e locale ai livelli qualitativi e alla flessibilità degli stili di interazione che i consumatori sperimentano ogni volta che usufruiscono di un qualsiasi servizio online erogato da privati. La tecnologia che Minsait offre ai clienti diventa in Regioni come la Puglia e la Campania una leva primaria nella disseminazione e nella valorizzazione delle informazioni digitali legate allo sviluppo economico e turistico dei territori. Infine, Catarinozzi si sofferma sulle practices che abbracciano applicazioni IoT e smart city. «Minsait è il partner chiave per la digitalizzazione dei Musei Vaticani dove stiamo implementando un sistema volto a integrare in chiave digitale i servizi dei musei, migliorando la protezione delle opere e la sicurezza dei visitatori».

MATURITÀ E CRESCITA

Uno dei manager acquisiti con l’operazione Ericsson, Erminio Polito, come responsabile dell’area Energy & Utilities e Telco & Media può mettere a frutto la lunga esperienza nel mercato Enterprise e degli operatori di telecomunicazioni. «Le telecomunicazioni sono un segmento maturo, che solo negli ultimi anni segna una moderata ripresa. Al contrario, il mondo dei cosiddetti “over the top” continua a crescere a doppia cifra, costringendo le telco più tradizionali a sperimentare modelli diversi dal classico trasporto di bit, generando nuovi business e nuovi ecosistemi». Fattori come il 5G sono importanti, ma la pura tecnologia non basta. Per abilitare nuovi meccanismi di revenue, sono indispensabili trasformazione digitale e i suoi pilastri: il cloud e la gestione dei dati. «Cultura e organizzazione non sono meno importanti. Da una parte bisogna intervenire sul modo in cui gli individui utilizzano i servizi lavorando per esempio sulla personalizzazione più spinta dei servizi e umanizzando il più possibile l’interazione con l’intelligenza artificiale o tecnologie di riconoscimento vocale. Dall’altra le caratteristiche del mercato odierno hanno necessità di time to market e di efficacia che si risolvono lavorando in modalità Agile, cioè utilizzando team polifunzionali che sviluppano i progetti in maniera incrementale coinvolgendo le diverse unità di Business».

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Nel mondo – spiega Polito – ci sono 300 milioni di utenti che beneficiano di servizi di telecomunicazione implementati con l’aiuto di Minsait, fornitrice in Europa di operatori come Telefonica, Vodafone, Portugal Telecom e tutte le “major” in Italia, dove Minsait sta intervenendo su importanti progetti di potenziamento dei contact center e di integrazione documentale. Anche nel settore Media, sono in corso diverse iniziative, in particolare rivolte alla business intelligence. «Sul mercato Energy, le dinamiche sono diverse, ma ci sono molte analogie nella necessità di trasformare una filiera estremamente complessa» – afferma Polito. I player del settore devono affrontare regolamentazioni stringenti, risorse sempre più scarse, una clientela sempre più “digital” nei suoi stili di consumo, e un’evoluzione tecnologica caratterizzata anche qui da una forte componente di dati e intelligenza artificiale.

«L’informatica non è più semplicemente a supporto del business tradizionale. È il fondamento di nuovi modelli di ricerca, produzione, risparmio, distribuzione e vendita di energia»

– conclude Polito. «Minsait ha relazioni con 140 società del gas e dell’elettricità e non meno di 100 milioni di clienti che traggono vantaggio dalle sue capacità di integrazione e consulenza in ambiti come l’IoT, la smart grid, la business intelligence. Più recentemente, il gruppo si è dotato, attraverso l’acquisizione dell’americana ACS, di uno specialista dell’architettura industriale SCADA con l’obiettivo di affrontare le sfide dell’automazione in campo infrastrutturale e industriale.

Davide Celli responsabile Finance di Minsait in Italia

AGILITÀ PER BANCHE E ASSICURAZIONI

Davide Celli dirige in Italia le attività rivolte alla clientela finance, un mercato che tra servizi professionali, consulenza, integration e soluzioni applicative genera a livello globale un terzo del volume d’affari di Minsait. Una delle tante specializzazioni riguarda i sistemi di pagamento e le carte di debito e credito, che complessivamente sono 220 milioni. «Un’altra soluzione molto interessante – sottolinea Celli – è quella che consente di costruire in tempi molto rapidi una banca digitale perfettamente operativa. In Argentina, con Wilobank, Minsait ha impiegato tre mesi dalla richiesta, alla piena operatività dei servizi». Scale di tempi inconcepibili in passato, ma imprescindibili nella cultura plug and play del business digitale. Nei mercati più maturi – prosegue Celli – Minsait deve adattarsi a fenomeni come l’aggregazione e la concentrazione, la capacità di fare sinergia sui servizi che si sono “commoditizzati”, differenziandosi su servizi più evoluti, come il personal finance e facendosi aiutare dall’analitica Big Data per approfondire la conoscenza del cliente e segmentarne sempre meglio le necessità. «In una demografia che tende a invecchiare sempre di più, la trasformazione in tal senso rappresenta una straordinaria leva competitiva».

Un altro trend dominante è l’open banking alimentato dai nuovi assetti normativi creati in Europa da direttive come la PSD2. La tecnologia della trasformazione può abilitare – avverte il responsabile della divisione finance di Minsait – nuove forme di collaborazione tra la banca tradizionale, regolamentata e prudente, e le startup finanziarie, più agili e veloci, per co-inventare servizi innovativi e consentire al cliente di gestire in modo ancora più personalizzato i propri asset, dal conto corrente agli investimenti. «Le banche stanno evolvendo il loro modello di business. La parte transazionale si orienta sempre più verso interfacce digitali, o addirittura verso forme di interazione “zero interface” dove le richieste, grazie all’intelligenza artificiale, possono essere espresse in linguaggio naturale. Viceversa, la filiale fisica, sgravata dalla parte transazionale, diventa uno spazio in cui approfondire la relazione con le persone e diversificare le proprie attività commerciali». In Spagna – racconta Celli – le nuove filiali aperte da una delle più grandi banche, sono contrassegnate dal marchio Work Café, un punto in cui far confluire la molteplicità di canali che il gruppo gestisce come un unico, complesso sportello di servizio e contatto.

Con qualche esitazione in più, l’apertura e la deregulation investiranno anche il segmento assicurativo, dove si cominciano a intravvedere novità come l’assicurazione istantanea e le prime forme di collaborazione con le giovani aziende “insurtech”. «In questo ambito – dichiara Celli – quel che conta è imparare a sfruttare modalità di relazione completamente nuove, nuovi canali di distribuzione, contatti molto più frequenti con il cliente». Gli esperti del finance Minsait hanno un ricco arsenale di soluzioni tecnologicamente evolute per il ramo vita, o strumenti come la “videoperizia” che accorcia e accelera la tradizionale burocrazia dei prodotti per la responsabilità civile – o l’IoT che sta già rivoluzionando le polizze per la casa o l’automobile.

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A completare la squadra Sergio Scornavacca, che da due anni e mezzo coordina le attività per il mercato Industry & Consumer oltre a potenziare la presenza di Minsait nel Nord dell’Italia, con focus speciale su Milano. L’obiettivo è costruire una risposta credibile alle opportunità generate dalla trasformazione dell’intero ecosistema del mercato industriale nell’ottica di quella che Scornavacca preferisce chiamare digital «construction» più che disruption.

«Non ci sono più piccoli e grandi player, piccoli e grandi poli universitari: tutti ormai devono contribuire a generare valore in modo sempre più aperto e collaborativo. I clienti lavorano con noi perché siamo diversi da tutti gli altri».

I trend sono quelli noti e riguardano l’innovazione di una supply chain che deve essere sempre più intelligente, l’automazione della logistica, le capacità necessarie del mondo applicativo, abbinato al grande fenomeno della sensoristica “di campo”, nell’abilitare nuovi modelli produttivi, progettuali, commerciali, di servizio.

Sergio Scornavacca responsabile Industry di Minsait in Italia

LA SFIDA DELLA MANIFATTURA DIGITALE

In questo quadro, Minsait si muove come un player dal DNA ingegneristico, pioniere dell’Industry 4.0. «Approcciamo il tema del digitale in modo differenziante, con l’obiettivo di stabilire canali sempre più diretti tra aziende e clienti B2C e B2B (ovvero B2E, “business to everyone”), basandosi sulla gestione e lo stretto controllo del dato come vero e proprio patrimonio dell’azienda». Da un punto di vista più verticale, Minsait si occupa di e-commerce, misurando tra l’altro, accanto alla forte crescita in ambito B2C, il crescente interesse delle aziende di settore all’e-commerce B2B. Un altro tema è il marketing comportamentale – trasversale a questi due filoni – che fa leva sulle nuove capacità analitiche e sulla conoscenza acquisita con il machine learning in grado di anticipare il comportamento di chi acquista e di pianificare e ottimizzare i processi produttivi.

Minsait – spiega Scornavacca – sa articolare le sue capacità progettuali basate sulla lunga esperienza con le principali piattaforme ERP, CRM, di integration e business intelligence (quali Adobe, Genesys, SAP, Salesforce, TIBCO e altri), verso le specifiche esigenze di settori come il retail, il fashion, il traffico e i trasporti, il turismo e l’hotellerie e molti altri. «Per il retail, offriamo competenze per la trasformazione e l’integrazione tra punti vendita e canali online, anche grazie ad acquisizioni come Softfobia, una vera digital boutique di soluzioni su misura per l’integrazione delle esperienze in store e on line finalizzata al digital marketing. Per il mondo alberghiero disponiamo dell’unica suite gestionale riconosciuta da SAP. Agli operatori del trasporto, possiamo offrire l’esperienza in materie come il booking e l’accounting sviluppata in anni di relazioni con una trentina di compagnie aeree e un equivalente di 130 milioni di viaggiatori gestiti dai nostri sistemi». A tutto questo, Minsait aggiunge l’erogazione di servizi professionali trasversali, la realizzazione di sistemi documentali complessi, l’accesso trasversale a piattaforme per il workforce management, sempre con un approccio che trasforma la stessa relazione cliente-fornitore tecnologico, ispirandosi ai principi della open collaboration e alla creazione di singole unità operative multiskilled – i cosiddetti “one team”, formati da risorse del cliente e di Minsait – che affrontano una tematica progettuale e sono in grado di scalare rapidamente le soluzioni sviluppate sugli assi dimensionali o geografici.

«Ed è con questo approccio che abbiamo avviato dei veri e propri percorsi di “open collaboration” con alcuni dei nostri più importanti clienti, come Acciaierie Speciali Terni o il Gruppo Rekeep, con cui arriviamo a progettare e realizzare servizi digitali per i clienti finali del Gruppo».

Perché il successo nella trasformazione può nascere solo da un partner credibile e interdisciplinare, animato da una visione del cambiamento in grado di scaricare a terra le opportunità, accelerando l’evoluzione del business e orientando le attività verso le aree di maggior valore e crescita. In questo percorso molte realtà scontano un problema di legacy, in tutte le sue declinazioni: organizzative, tecnologiche e culturali, con il rischio di rimanere indietro. La scommessa è sull’innovazione non solo incrementale, ma anche radicale e sulle soluzioni tecnologiche più avanzate. Ed è qui che si inserisce Minsait con la definizione della giusta strategia di trasformazione, la creazione di nuovi modelli e la sperimentazione di forme innovative di interazione e value proposition.

Foto di Gabriele Sandrini