Allerta interna, ottimizzazione finanziaria e miglioramento del rapporto banca-impresa. Con Digital CFO ogni impresa può contare su una soluzione automatizzata che analizza le criticità prima che sia troppo tardi

Il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza 2019 ha introdotto un sistema di procedure di allerta e di composizione assistita, obbligatorio per tutte le imprese (di qualsiasi tipo e dimensione) che – dal 16 marzo 2019 – devono integrare processi per la comprensione dello stato aziendale, in tempi tali da salvaguardarne l’integrità economico-finanziaria e la continuità di business. Se non sarà sempre possibile – «salvare» – un’impresa dal fallimento, la norma mette nero su bianco una necessità: fare di tutto per cogliere i segnali di malessere, quando questi possono ancora essere canalizzati e invertiti, almeno per ridurre l’impatto negativo su dipendenti, fornitori, banche e altri soggetti interessati. Purtroppo, la maggioranza delle aziende attive sul nostro territorio, per lo più piccole e medie imprese e micro-imprese, non hanno né la forza né la capacità per dotarsi di risorse di questo tipo. Una soluzione può essere quella di affidarsi alla tecnologia. Zucchetti ha infatti concluso l’acquisizione di Ghost CFO, una startup che dal 2015 ha messo a punto una soluzione di gestione della finanza d’impresa e che sostituisce, almeno in parte, i compiti più ripetitivi del chief financial officer, e da cui ha mutuato anche il nome con lo scopo di realizzare una figura – «fantasma» – più nella presenza organica tra le mura dell’ufficio che come ruolo organizzativo.

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PROFESSIONISTI DIGITALI

L’idea è di per sé geniale: Digital CFO è un software automatizzato in grado di macinare una vasta mole di dati, in qualsiasi formato, per restituire in pochissimo tempo un quadro aggiornato dello stato di salute dell’azienda, identificando i punti di criticità e consigliando le azioni da intraprendere. «L’Italia è fatta di migliaia di imprenditori che ricoprono ruoli differenti: prima parlano con le banche e inviano la prima nota e poi si sporcano le mani in fabbrica, al fianco del personale tecnico» – ci spiega Mario Pedrazzini, responsabile della business unit Commercialisti e Associazioni di categoria di Zucchetti.

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«Ci siamo subito innamorati di un prodotto che migliora una simile situazione, dando ai clienti la possibilità di ottenere un supporto funzionale ai processi noti di un CFO, senza sostenere i costi di un professionista dedicato e assunto se la cassa non lo permette». Una delle figure che – secondo Zucchetti – deve veicolare il messaggio di Digital CFO è quella del commercialista. «Vediamo in corso un’evoluzione sistemica da un ambito di erogazione di servizi contabili tradizionali classico, in cui il commercialista svolgeva in gran parte adempimenti fiscali per conto delle imprese, a uno più prettamente consulenziale. Il commercialista è il professionista che, meglio di altre figure giuridico-economiche, conosce le dinamiche del rapporto “impresa-banca” ma anche le difficoltà delle PMI e i margini stretti entro cui devono stare nell’accesso al credito. Portando all’interno di un’organizzazione il valore di una soluzione in cloud come Digital CFO, raggiunge un duplice risultato: avvalora il suo ruolo di professionista, sempre più insidiato dalla semplificazione fiscale e dalla digitalizzazione dell’amministrazione finanziaria centrale, e aiuta le imprese ad adottare una cultura del rischio e della pianificazione finanziaria quanto mai necessaria».

L’ALLEATO STRATEGICO DEL CFO

Da dove nasce Digital CFO? Ce lo racconta Luigi Malachini, CEO di Ghost CFO: «Abbiamo cominciato nel 2015 al fianco dei commercialisti. Per arrivare ad un prodotto in grado di soddisfare al contempo le necessità dei consulenti e delle aziende loro clienti abbiamo sviluppato un prodotto che ci ha permesso di identificarci sia con il professionista che con gli utenti e persino con gli istituti finanziari che – per esempio – devono decidere se agevolare o meno un affidamento. A gennaio del 2019, siamo entrati in contatto con Zucchetti che, tra marzo e aprile, ci ha portati all’interno della sua cerchia, dopo aver inteso le potenzialità di un progetto che assumerà una valenza sempre maggiore da qui ai prossimi mesi». Il team che lavora a Digital CFO ha un background scientifico, matematico-statistico, al quale sono stati aggiunti gli informatici. Da qui, la convinzione dell’utilità di un software che mimando l’operatività di un CFO possa aiutare qualsiasi tipo di azienda a migliorare il rapporto banca/impresa e a prevenire la crisi d’impresa rilevandone tempestivamente i sintomi come previsto dalla L.155/2017. La piattaforma sostituirà il CFO in carne e ossa? «Per niente» – rispondono Pedrazzini e Malachini. «Iniziative uniche come la nostra sono un supporto alle normali attività, che i CFO già espletano per migliorare il loro lavoro e per sostituirsi a quelle più ripetitive e di minor contenuto intellettuale. La tecnologia odierna non può prescindere da capacità che non possono essere trasferite in bit: intuito, fiuto e passione per ciò che si fa».

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Foto Gabriele Sandrini