Caro Lettore, ci siamo! Eccoci al momento più deprimente dell’anno in cui tutto torna alla normalità dopo le vacanze! Sto scherzando naturalmente
Anzi, personalmente ho sempre vissuto il periodo “post estivo” come un momento molto elettrizzante sul piano professionale. Dopo i momenti di raccoglimento vissuti in riva al mare, godendomi la mia bimba tra un castello di sabbia e un gelato spalmato sul suo faccino abbronzato, questo è il momento di mettere in pratica i buoni propositi per il rush di fine anno e per il 2020. Chissà se anche per te è così e se starai pianificando la tua ascesa verso la digital transformation, implementando nuove strategie digitali all’interno dei tuoi processi di business in ambito presales, postsales o magari entrambi. E chissà quanta carta sparirà!
Continuo però a vedere un trend davvero pericoloso, dal quale devi assolutamente tenerti al largo come una nave da crociera quando transita in acque burrascose dai fondali ricchi di secche scogliose. È il trend della “banalizzazione normativa”. Quando metti mano a processi che sostituiscono la vecchia burocrazia e che devono documentare formalmente le transazioni tra azienda e utente, non puoi limitarti a pensare solo alla tecnologia. A inizio luglio, ho tenuto – al castello Arechi di Salerno – il secondo Digital Day che ha accolto moltissimi imprenditori impegnati in programmi di trasformazione digitale delle proprie imprese e dei propri business. Il 45 per cento di loro si è focalizzato esclusivamente sullo studio delle tecnologie, il 55 per cento ha capito anche le implicazioni legali del cambiamento e del passaggio dalla storica formula “carta+inchiostro” a “smart document”, dove non esistono carta e inchiostro.
Ma – il fatto di averlo compreso – ha portato a un altro problema. Cioè alla necessità di trovare riscontri legali sulla robustezza probatoria dei dati prodotti tramite i nuovi processi digitali. Alcuni hanno investito tonnellate di ore e soldi per pareri legali, emessi da studi anche autorevoli, ma non specializzati in digitalizzazione a norma. Ma questo significa interpellarli ogni volta che devi implementare modifiche o miglioramenti ai tuoi processi? In questo modo, rimarresti vincolato a vita al parere legale di studi molto costosi, non specializzati e spesso estremamente conservativi. Perché “a fare come si è sempre fatto non si sbaglia mai”, no?
Personalmente, sono dieci anni che lotto contro questo problema, per dare al mercato una formula ormai comprovata, sicura e persino assicurata con apposite polizze. E ho costituito la prima task force italiana per assicurare la sicurezza normativa e probatoria della tua digital transformation, oltre a offrire un know-how tecnologico apprezzato e pluripremiato nell’ambito della digitalizzazione documentale. Quindi – non dico che “il prodotto software” non sia importante – tant’è che io stesso investo sullo sviluppo di entrambe le cose: soluzioni gestionali per i processi documentali a norma di legge, e competenze consulenziali. Ciò di cui hai assolutamente bisogno – nel tuo passaggio dalla carta e dai processi analogici a un’azienda “full digital” – è di un ombrellone da tenere sempre aperto.
Una task force capace di accompagnarti in un processo di trasformazione digitale che non solo renda la tua impresa più competitiva in un mercato tech-driven, ma che costruisca con te un rapporto pluriennale di protezione e allineamento normativo, insieme allo sviluppo di un “sistema informativo” ad alto tasso digitale. E che abbia i requisiti giusti per scaricarti da ogni responsabilità, mentre ti concentri – giorno dopo giorno – sulla competitività della tua azienda e sul suo modello di business.
Che il Digitale sia con te!
Nicola Savino CEO di Savino Solution