Come razionalizzare i costi della nuvola ed evitare le insidie cibernetiche
Il 2018 è stato un anno critico per la cybersecurity: nel corso dell’ultimo anno gli attacchi cibernetici sono quintuplicati, esponendo le aziende a nuove minacce. Non è un caso che il Governo italiano abbia stanziato fondi per tutte quelle imprese che dovranno colmare il proprio gap tecnologico. Altissima l’attenzione sulla sicurezza, un tema finora sottovalutato in Italia, il cui tessuto imprenditoriale è costituito quasi interamente da PMI. Investire nella trasformazione digitale può rappresentare una vera e propria sfida, ma seguendo delle accortezze si possono razionalizzare i costi e attuare una digitalizzazione efficace.
Il segreto è delineare prima di tutto le reali necessità dell’azienda, evitando soluzioni economiche ma scadenti. Il primo errore che compiono tante aziende è investire sui fondamenti di cybersecurity, ignorando la manutenzione dei sistemi di rete. «Bisogna considerare sempre i costi di un buon system integrator, perché l’automazione del cloud richiede monitoraggio costante – sostiene Fabio Di Caro, responsabile IT per il Gruppo Intent –. Alcuni processi richiedono regole specifiche e supervisionate da esperti di sistemistica». Non tutte le aziende hanno una visione lungimirante sulla propria cybersecurity, su questi aspetti interviene appunto Nefosys, controllata del Gruppo Intent specializzata in IT Services e Media Technologies. Un buon compromesso per le aziende potrebbe essere per esempio un test pilota sulle funzioni premium dei cloud, atto a valutare il rapporto costi/benefici delle soluzioni scelte.
La scelta di un buon cloud sarà così il risultato delle esigenze specifiche dell’azienda: «È importante valutare caratteristiche come l’elasticity o la high availability» afferma Di Caro, aspetti fondamentali se usufruiamo di un elevato traffico di dati sulla nuvola, richiedendo un maggiore spazio di archiviazione e manutenzione, con un aumento conseguente dei costi. Un altro aspetto spesso sacrificato dalle aziende riguarda i provider: «Per noi è una scelta fondamentale– prosegue – bisogna anteporre la qualità dei servizi in un momento in cui grandi player, come Microsoft e Amazon, erogano un’ampia gamma di offerte e servizi, favorendo le aziende in flessibilità e risparmio».
Un valido esempio è Microsoft Azure: strumenti come “Azure pricing calculator”, “Azure Reservation” e “Azure Hybrid Benefit” permettono infatti di quantificare i costi e contenerli grazie alla modalità pay-as-you-go, oppure pagando solamente i costi di infrastruttura IT. Per quanto il mercato stia diventando economicamente più accessibile per le aziende e siano più autonome sulla propria sicurezza, un buon system integrator è ancora requisito fondamentale. Non ci sono ancora dettagli sufficienti sulla “user experience” che permettano alle aziende una consapevolezza globale, anche la padronanza dei dati è scarsa e i costi di banda di rete risultano ancora eccessivi, con licenze spesso economicamente proibitive per le aziende.
«L’iter consigliato è valutare l’investimento che l’azienda vuole intraprendere, esaminare le applicazioni e i dati che si vogliono estrapolare, determinare la quantità di risorse di ogni applicazione e, solo allora, individuare la soluzione giusta per il proprio cloud», conclude il presidente di Nefosys. Anche il tempo in cui appoggiarsi alla nuvola è determinante: se si insegue la digital transformation, l’espansione o l’aggiornamento della vostra azienda saranno momenti propizi per affidarvi a un buon cloud. O a esperti come i nostri.