Corvallis, nuove metriche per il mercato assicurativo

Corvallis, nuove metriche per il mercato assicurativo

Partendo dall’applicazione CRM, Corvallis ha implementato l’automazione end-to-end dei processi digitali, creando una sinergia fra funzioni di intelligenza artificiale, BPM e robotica unificata

In che modo le imprese possono oggi rivoluzionare le modalità di coinvolgimento dei clienti integrando strumenti innovativi di gestione e pianificazione? Per esempio tramite l’automazione completa dei processi. Ed è su questo percorso che è diretta Corvallis, realtà nata nel 2012 dallo scorporo di Infracom IT dal Gruppo Infracom e dall’ingresso di ALKEMIA Capital SGR quale socio investitore. Attraverso l’applicazione CRM di nuova generazione, Corvallis è stata in grado di implementare l’automazione end-to-end dei processi digitali di un primario gruppo assicurativo italiano, creando sinergie fra funzioni di intelligenza artificiale avanzata, BPM e robotica unificata, per automatizzare ogni aspetto dei flussi coinvolti. Ne abbiamo parlato con Daniele Melato, direttore generale di Corvallis.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

UN PONTE TRA CLIENTE E PROCESSI

«Lo strumento che ci ha permesso di raggiungere tale scopo è stato Pega, che produce l’omonima piattaforma per il coinvolgimento dei clienti, l’automazione dei processi digitali e l’intelligenza artificiale in tempo reale. Per la prima volta, la soluzione viene utilizzata in ambito assicurativo per migliorare la user experience sia degli utenti che dei clienti, fondandosi su un’infrastruttura ben solida e un software che riesce a bypassare quelle attività di analisi che un tempo tenevano impegnato il personale, peraltro creando delle connessioni prima molto complesse». Tutto ciò per implementare quelle operazioni che sono centrali nel settore assicurativo: le informazioni sullo stato delle polizze, le proposte di marketing, il raggiungimento puntuale del cliente, le adeguate verifiche. Insomma, la realizzazione è di un supporto end-to-end unico che lega varie parti del business, da quella commerciale a quella amministrativa, passando per tutte le altre. Il futuro? Si va verso l’evoluzione delle scatole nere e dei rami assicurativi, per coinvolgere la produttività su larga scala. Ciò che differenzia Corvallis dal resto del mercato è la competenza assunta negli anni in ambito Pega. «Non siamo molti in Italia ma miriamo ad accrescere il potenziale degli esperti in materia. Basti pensare che presto daremo il via a una Academy incentrata proprio sulla formazione di skill per il software, così da specializzarci ulteriormente».

BINOMIO AGILE & DEVOPS

Il secondo punto che sta a cuore al direttore generale di Corvallis è il binomio Agile e DevOps, quasi sempre associati tra loro quando si parla di digital transformation. «La qualità del software è di fatto un fattore competitivo in ambito digitale. Ne consegue che l’agilità e la velocità dei rilasci applicativi sono fattori strategici per raggiungere la migliore qualità. Corvallis vuole trasformare il modello di delivery in linea con le evoluzioni dei clienti, che necessitano di processi di sviluppo semplici e veloci. L’implementazione dei modelli Agile/DevOps, del continuos delivery, della continuos integration è qualcosa di cui non si può più fare a meno. Il tavolo progettuale intorno al quale si siedono sviluppatori, businessmen e operativi, forma una catena di montaggio che ha portato a un cambio di mentalità epocale. Da qui, abbiamo sviluppato nuove metriche, per esempio per l’analisi del processo AS-IS, sfruttando tutti gli strumenti possibili che concretizzano Agile e DevOps, da affiancare a un fondamentale switch culturale, che deve partire dall’alto, e senza il quale non vi è trasformazione ottimale che tenga». Attualmente, Corvallis conta su quasi 80 persone certificate Agile ma l’obiettivo è crescere. Tanto che il gruppo ha già organizzato un corso interno per 130 figure e presto si avvarrà della professionalità di alcuni guru del settore di livello internazionale.

Leggi anche:  Data storage, effetto convergenza