Nonostante il trend crescente del cloud, la soluzione on-premise è ancora una scelta cardine per chi preferisce un accesso fisico ai dati
Nonostante uno scenario sempre più cloud, non sono poche le aziende italiane che scelgono ancora di affidare il loro tesoro digitale a data center localizzati sul territorio. Al di là dell’hype infatti, che ha comunque contribuito a incrementare l’interesse sui temi della trasformazione digitale ad ampio raggio, il cloud non è sempre la scelta migliore per qualsiasi esigenza di conservazione e accesso alle informazioni. Per questo Seeweb, attiva nei servizi di housing e colocation, ha deciso di puntare fortemente sulla server farm di Frosinone, che guarda al mercato di Roma e in generale a quello che del centro e sud Italia. In tale ambito, il focus dell’offerta verte sulle opzioni rack e shelf, che rispondono prima di tutto alle esigenze di ampiezza dei data base da ospitare e della velocità di collegamento delle infrastrutture da comunicare.
Una delle caratteristiche che fanno dell’on-premise una via ancora percorribile è infatti la possibilità di sfruttare connessioni in fibra dedicate per un peering di qualità tra la localizzazione e le sedi aziendali dei clienti. Seeweb realizza tutto ciò, dal data center di Frosinone, poggiandosi sul link ottico NaMeX. Il Nautilus Mediterranean eXchange Point è davvero cruciale: si tratta dell’infrastruttura neutrale per l’interscambio di traffico IP, che per Seeweb rappresenta il punto focale che unisce Roma, Frosinone e Milano. Certo è che NaMeX apre a scenari di intervento decisamente più ampi, tali da non limitare il collegamento alle sole regioni periferiche ma andando molto oltre e abilitando così un’espansione del business notevole.
A livello tecnico, il data center di Frosinone si basa su tecnologie innovative: raffreddamento perimetrale under floor e combinato in rack con frecooling con acqua a temperatura moderata (15-20°) e grande portata che permettono un’alta efficienza lungo i 1000 mq dedicati ai servizi di cloud computing e di colocation (shelf, rack, cage). La potenza nominale massima è di 1000 kw con classificazione non certificata TIER III+ (TIER IV a livello design). Presenti all’interno del data center: Telecom Italia, Fastweb, Wind, Infracom, Namex, mentre il sistema di rilevazione dei fumi e del fuoco, insieme alla soluzione di estinzione incendi ad alta pressione, rispettano i più elevati standard del settore.
Ma quali oneri comporta la scelta delle app nel data center? A differenza della nuvola, tale strada potrebbe presupporre la necessità di uno staff aziendale dedicato, in grado di gestire un’architettura on-premise ma Seeweb permette di farne a meno, fornendo supporto per il cliente che non ha la possibilità di recarsi fisicamente presso la server farm. Per questo, il gruppo garantisce servizi di monitoraggio dei parametri, intervenendo anche con attività di remote hand e di reboot. Inoltre, il contratto standard prevede un accesso incluso mensile che, con una piccola fee, si trasforma nell’opportunità di ottenere il proprio badge di accesso e pianificare attività nella room a qualsiasi orario.
Come è chiaro, sebbene il cloud sia oramai il centro di varie strategie di business, usare hardware di proprietà resta un’esigenza in essere. Chi cerca connettività garantita, ridondanza elettrica, infrastrutture certificate per la loro aderenza ai migliori standard di sicurezza e gestione, ambienti con una sorveglianza attiva, personale pronto a gestire eventuali esigenze di riavvio degli apparati, sistemi antincendio e di raffrescamento all’avanguardia non può che affidarsi a un partner consolidato, per non rischiare in quanto a efficienza e sicurezza del dato. Per maggiori informazioni sulla server farm di Frosinone e i servizi di housing e colocation è possibile collegarsi a questo indirizzo.