Eccellenza operativa dei datacenter, approccio ecoresponsabile, cultura orientata all’innovazione sono alcuni dei punti che emergono dal documento. Nell’ecosistema aperto promosso dall’azienda, i channel partner sono ritenuti fondamentali per concretizzare la strategia basata sull’innovazione
Un modello industriale a servizio dei clienti; un’infrastruttura proprietaria per garantire migliori performance e massima sicurezza; eccellenza operativa dei datacenter per una qualità del servizio garantita; un approccio ecoresponsabile per il futuro; una cultura aziendale che promuove l’innovazione e il miglioramento continui; una visione che mette OVH al centro di un ecosistema aperto. Questi sono i punti chiave dell'”Industry Manifesto” che OVH, provider specializzato nell’area cloud hyperscale, ha elaborato per permettere a clienti e partner di comprendere la propria visione del cloud.
Secondo l’azienda, che da tempo si è posta l’obiettivo di imporsi sul mercato come “l’alternativa che libera il cloud”, la rivoluzione dei dati apre la strada a molte opportunità. Perché queste possibilità possano tradursi in evoluzione per il mercato, è necessario consentire a ognuno di controllare i propri dati, di innovare e di fare business liberamente. In quest’ottica, il motto “Innovation for Freedom” evidenzia il rispetto per l’individuo e la libertà di accesso alle nuove tecnologie, da sempre tra i valori principali del Gruppo OVH. Il tutto prestando anche molta attenzione ai mercati di riferimento internazionali, in modo che i dati siano trattati in modo isolato, all’interno del data center, nel rispetto delle normative dei paesi in cui dovranno essere usati.
«Fondata in Francia nel 1999, per iniziativa del polacco Octave Klaba, oggi OVH ha circa 1 milione e 400mila clienti nel mondo e un fatturato di circa 600 milioni di euro» – spiega Dionigi Faccenda, sales Manager di OVH Italia, Spagna, NA e LatAm (Nord e Sud America). «Sono 28 i data center attivi worldwide, in prevalenza in Francia, ma anche negli Stati Uniti, in Canada e in Australia e oltre un milione i server fisici prodotti dal 1999 a oggi. Inoltre, sono 260mila le istanze di public cloud in produzione e più di 360mila i server in produzione nei nostri data center».
Negli ultimi cinque anni l’azienda, che investe molto anche in ricerca e sviluppo, è cresciuta; da 450 persone è salita a 2.200 e ha aperto anche una sede negli Stati Uniti; nel 2017 ha acquisito il ramo vCloud Air di VMware.
UN TASSELLO IMPORTANTE
Nell’ecosistema aperto promosso da OVH, i channel partner sono ritenuti fondamentali per concretizzare la strategia aziendale basata sull’innovazione. «Per soddisfare le esigenze del cliente finale è necessario colmare un gap tecnico dovuto alla mancanza di competenze da parte dell’utente» – puntualizza Marco Scognamiglio, cloud solutions sales specialist di OVH. «Un Internet Service Provider, come siamo noi, non può disporre di competenze adeguate su tutto il software applicativo esistente. Per garantire un servizio completo è fondamentale l’intervento di partner competenti in grado di dare la consulenza sistemistica più adeguata».
I partner di OVH possono registrarsi su un apposito portale dove sono classificati in diverse categorie, in base alle loro caratteristiche e all’area geografica di riferimento. Molta attenzione è posta sulla formazione dei partner, anche sul tema della sicurezza, e sul loro coinvolgimento in eventi e azioni di marketing. Ai partner sono resi disponibili anche speech esclusivi, da usare nei loro eventi, per illustrare prodotti e servizi specifici che aiutano ad affrontare la digital transformation. Al momento sono oltre 3.500 i partner attivi nel settore Web, più di 700 sono impegnati nell’area delle telecomunicazioni, oltre 1.300 quelli del settore cloud mentre superano le 1.500 unità le startup che hanno aderito al programma DLP (Digital Launch Pad).
ACCOMPAGNARE LE START UP
«Il programma Digital Launch Pad – spiega Scognamiglio – accompagna le start up dai loro primi passi, fornendo finanziamenti e l’infrastruttura più adatta in modo che il progetto possa partire a costi contenuti. L’iniziativa è di tipo Win-Win, perché un’azienda con un progetto innovativo, che nasce in OVH, sarà più propensa a scegliere, in seguito, OVH come fornitore definitivo una volta uscito dalla fase di start up. La partecipazione al DLP prevede diverse fasi. Il primo step è quello d’ingresso. La start up presenta il proprio progetto e, se è valutato come innovativo dal punto di vista tecnologico e del servizio, è accettata nel programma. Il secondo gradino riguarda lo sviluppo del progetto: deve essere presentato un piano di sostenibilità e concretezza che dimostri la possibilità che il progetto, in futuro, possa essere autosufficiente anche senza il contributo di OVH, non più in una fase di start up, ma di produzione vera e propria. L’ultimo passo è il lancio sul mercato.
OVH è anche partner di French Tech Milan, alla cui presidenza è stato recentemente nominato lo stesso Dionigi Faccenda, incubatore di start up che segue le aziende nell’inserimento nei mercati mondiali.