Telerilevamento ambientale, occhiali AI per il satellite

Studiomapp : Telerilevamento ambientale, occhiali AI per il satellite

La startup Studiomapp premiata dal Pentagono per l’algoritmo che valuta l’entità di un disastro. L’intelligenza artificiale applicata al remote sensing per il monitoraggio del territorio a 360 gradi

Questa volta è l’innovatore in persona a segnalarci, con giustificato orgoglio, il premio appena ricevuto nientepopodimeno che dal Pentagono. Per la precisione, dalla Defense Innovation Unit – spiegherà poi Leonardo Dal Zovo, CTO e cofondatore di Studiomapp insieme ad Angela Corbari. Il riconoscimento riguarda la soluzione Big Data capace di analizzare le immagini satellitari e fornire importanti elementi di decisione quando in queste immagini si leggono i segni di una devastazione causata da una calamità naturale o da un incidente. «Ci siamo costituiti da circa tre anni. Da un paio, siamo impegnati in modo preponderante nel remote sensing e nelle tecnologie satellitari, un segmento, insieme a tutte le tecnologie aerospaziali in generale, strategico in tutto il mondo» – racconta Dal Zovo, l’informatico vicentino che ha scelto Ravenna come base operativa. Il sostegno a Studiomapp arriva però da Roma, dove insiste ESABIC, uno dei Business Incubation Centre dell’Agenzia spaziale europea (ESA), con il sostegno della Regione Lazio e dell’Agenzia spaziale italiana (ASI).

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Il tema principale, sottolinea Dal Zovo, è quello dell’intelligenza artificiale applicata a un campo, le tecnologie satellitari, dove l’AI può avere un immediato e concreto ritorno. Il concorso bandito dai militari americani nasce infatti da una necessità molto pratica. «L’analisi delle immagini successive a un evento distruttivo venivano normalmente gestite da personale qualificato. Il problema è che in un’area estesa, le situazioni da valutare richiedono competenze molto diversificate e i tempi di analisi si allungano notevolmente» – spiega l’informatico premiato dal Pentagono. Con l’AI forse non riusciremo a rimpiazzare del tutto gli esperti umani, ma il supporto offerto in termini di capacità di “sgrossamento” può essere decisivo. «La sfida della ricerca di nuove applicazioni è stata lanciata a tutto il mondo, e noi l’abbiamo raccolta».

Leggi anche:  Oberalp, l’avanguardia dell’outdoor

L’ALGORITMO CHE RICONOSCE GLI OGGETTI

Studiomapp ha coniugato le conoscenze informatiche di Leonardo Dal Zovo e quelle naturalistiche di Angela Corbari, che si è sempre occupata di mappe digitali, sistemi territoriali e telerilevamento. La startup viene immaginata con l’obiettivo di tradurre queste competenze in strumenti capaci di fornire indicazioni proprie dei livelli di qualità della vita in un determinato territorio: fattori come livelli di inquinamento, spazi verdi, attività commerciali, servizi. L’idea era quella di fornire a clienti B2B, in ambiti come la compravendita di case, una serie di elementi utili a determinare i prezzi di mercato o per venire incontro alle richieste degli acquirenti. L’imaging satellitare svolge un ruolo fondamentale, perché consente a Studiomapp di coprire aree potenzialmente estese all’intero Pianeta. Viene così sviluppato Qirate, dall’arabo qirat, “carato”, un motore di riconoscimento – a suo tempo finalista in una competizione bandita dal Cerved – capace di identificare sulle riprese satellitari decine e decine di oggetti e categorie strutturali. «La versione messa a punto per il bando del Pentagono risponde proprio a una sfida che prevedeva la capacità di distinguere con una buona percentuale di precisione oggetti propri della gestione di una emergenza. In totale, siamo in grado di identificare circa 60 categorie come automobili, autobus, trattori, mezzi di soccorso, edifici, imbarcazioni di vario tipo, mezzi di lavoro, piloni, tralicci della rete elettrica».

Trattandosi di algoritmi programmabili, Qirate può essere adattato anche all’analisi finalizzata ad altre attività e forme di intervento. «Nel campo delle ricerche di mercato, possiamo monitorare le attività di fabbriche, centri commerciali, porti per estrapolarne i livelli di attività, o misurare gli spostamenti intorno agli hub logistici per valutare l’andamento di un determinato mercato» – spiega Dal Zovo. Si possono dosare parametri come l’ampiezza di una zona, in modo da fornire – per esempio – una serie di informazioni di base raccolte solo con l’analisi automatica, o scendere più nel dettaglio della geografia o delle attività, facendo intervenire anche gli analisti umani. Applicazioni e clienti possono arrivare dai campi più disparati. Qirate potrebbe servire per contare il numero di pannelli fotovoltaici montati sui tetti e rivendere i dati ottenuti a installatori e specialisti in manutenzione di impianti solari.

EVOLUZIONE DELLA VISUAL AI

Oltre a partecipare ai concorsi negli Stati Uniti, Studiomapp cerca di essere molto presente sul proprio territorio nazionale. «Con il CNR, stiamo discutendo come esportare le nostre analisi in un ambito specifico come quello dei beni culturali, dove potremmo sicuramente essere molto utili» – prosegue Dal Zovo. «Per Qirate, abbiamo sviluppato conoscenze tecnologiche che rappresentano un valore da rendere disponibile anche là dove non avevamo pensato di arrivare». Studiomapp intende per il momento rimanere nell’ambito dello sviluppo software, dove il lavoro non manca. «Non è da escludere anche lo sviluppo di una sensoristica specifica, ma questo richiederebbe investimenti ad hoc e sarebbe anche un lavoro a sé stante. Per il momento, ci concentriamo sul supporto da dare alle imprese e all’industria» – afferma Dal Zovo – sottolineando però che quello del remote sensing fino a pochi anni fa era un mercato fatto soprattutto di clientela pubblica, governativa. In futuro, i dati andranno sempre più incontro alle esigenze del privato e questo favorirà certamente la nascita di nuove aziende più orientate alle tecnologie “hard”. «Nella stessa Europa troviamo startup impegnate a mettere in orbita nuovi strumenti di rilevamento. Oggi, siamo solo fruitori dei dati rilevati da questi sensori, domani chissà».

Leggi anche:  Prysmian, fattore convergenza

Il successo ottenuto dalla partecipazione alla gara del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti avrà sicuramente positive ripercussioni sul futuro di Studiomapp. Il Pentagono – racconta Dal Zovo – aveva stabilito di premiare i primi cinque algoritmi sottoposti a una serie di prove. Dai pochi dettagli rivelati dai militari USA, la startup ravennate si è classificata al quarto posto, in un range di qualità molto ristretto. Questo risultato è stato annunciato nel novembre del 2018 e in questi mesi gli algoritmi selezionati sono entrati in una ulteriore fase di valutazione. «Uno dei premi in palio consisteva proprio nella possibilità di proseguire nel fine tuning degli algoritmi e stipulare con il Dipartimento contratti preziosi per lo sviluppo di tecnologie» – conclude Dal Zovo. Il piccolo team italiano è arrivato sul podio insieme a una startup russa (la prima classificata), a due università americane e a una terza startup australiana. Nel settore dell’AI di tipo “visual”, Studiomapp non è certo la prima arrivata. Ma dalla sua ha un’arma vincente: Qirate si sta rapidamente evolvendo verso la nuova generazione di algoritmi capaci di apprendere in modo autonomo, senza “formazione” guidata dall’uomo. Per questo è così efficace nel riconoscere forme nuove e nel farlo in tempi molto rapidi, quasi in condizioni real-time. Con l’esplodere delle fonti visuali in seguito alla diffusione dei droni, le applicazioni di sorveglianza, riconoscimento e analisi diventeranno un mercato sempre più ricco, anche in termini economici.