Microsoft si avvicina finalmente al suo ambizioso obiettivo, che sarebbe dovuto giungere sei mesi fa
Quando Satya Nadella ha lanciato Windows 10, lo ha fatto parlando dell’obiettivo, non semplice, di installarlo su almeno 1 miliardo di dispositivi entro il 2019. Sebbene la società abbia rivisto la roadmap con un considerevole margine, per la continua popolarità di Windows 7 nel settore enterprise e il fallimento di Windows Mobile, il numero magico è in via di ottenimento, con almeno 12 mesi di ritardo. Windows 10 è il primo sistema operativo progettato per funzionare su vari device, dai PC agli IoT e reti di grandi dimensioni. Ciò significa che questa figura include device come le console Xbox e i Windows Phone, utili (un tempo) a creare un panorama aggregato e sostanziale. Visto che il progetto mobile ha raggiunto la fine del ciclo di vita, la cifra potrebbe diminuire leggermente, anche se il tramonto di Windows 7, previsto quale supporto nel gennaio del 2020, lo compenserà.
Numero in crescita
Al netto di tali fattori, Windows 10 è ora chiaramente il sistema operativo più popolare per desktop e laptop con il 40,3% del mercato, seguito da Windows 7 con il 38,41%, e altri posizionati ben più lontano. Il più recente OS continua ad essere aggiornato con il modello “Windows as a Service” su base biennale, con la nuova build prevista per il prossimo mese o giù di lì. Ma con l’ultimo grande aggiornamento, l’ormai noto Windows 10 Autumn 2019 Update (o Build 1809), uscito con un mese di ritardo, ci sarà da capire se le tempistiche questa volta verranno rispettate.
Inoltre, Microsoft ha annunciato che il supporto di “fine vita” per Windows 7 sarà disponibile a partire dal primo di aprile. Il programma Extended Security Updates è progettato per aiutare le organizzazioni che non hanno ancora pianificato un passaggio ad un Windows successivo e non lo faranno comunque entro il 14 gennaio 2020, quando Windows 7 non verrà più supportato. Microsoft ha già confermato che il servizio beneficerà di aggiornamenti critici, a circa 25 dollari per macchina, per i prossimi tre anni.