Verso una nuova sinergia tra uomo e macchina

Il potere dell'Experience Management e il valore di X+O

L’intelligenza artificiale (AI) come collaborazione virtuosa tra cervello umano e macchina. Il cervello è una macchina estremamente complessa, che, grazie alla sua architettura e alla modalità di calcolo, è in grado di risolvere problemi anche complessi in modo veloce e con un consumo di energia relativamente basso. Riconoscere un oggetto oppure un volto così come coordinare il nostro corpo in risposta a uno stimolo sensoriale sono azioni tanto naturali per noi, quanto onerose dal punto di vista computazionale. Ricreare questo tipo di meccanismo veloce ed energeticamente efficiente è stato per decenni un obiettivo visionario della ricerca.

Oggi, questo sogno si sta concretizzando, grazie alla maturità delle tecnologie. Ci stiamo rendendo conto delle enormi potenzialità che l’intelligenza artificiale ci offre e della sua diffusione negli ambiti più svariati: dal marketing al video, dall’automotive ai servizi finanziari, fino ai sistemi di assistenza ai pazienti. Gli esperti di tecnologia e i business leader si interrogano sugli effetti potenziali dell’AI nei loro settori, nelle economie e nella società in generale. Nell’analisi degli scenari, l’approccio più realistico ha condotto a individuare aree di sinergia tra uomo e macchina e ambiti di applicazione in cui alcuni lavori possono essere eseguiti con l’ausilio di soluzioni di AI. Sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie è una priorità per le persone e per le imprese. E chi si occupa di innovazione ha il dovere di aiutarle a coglierne i benefici.

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Da un’indagine che abbiamo commissionato a The European House – Ambrosetti, su un campione di CEO italiani è emerso che per il 77% degli intervistati l’intelligenza artificiale può contribuire a maggior crescita e competitività, avendo chiaro che l’AI rappresenta un imperativo per lo sviluppo delle proprie aziende. Emerge inoltre quanto sia fondamentale per le imprese italiane comprendere i tratti essenziali della trasformazione: il 51% circa dei CEO ritiene infatti necessario aumentare la consapevolezza sull’intelligenza artificiale all’interno della propria organizzazione.

Uno dei principali obiettivi di SAP è aiutare le imprese a diventare più intelligenti, anche attraverso la collaborazione virtuosa tra cervello umano e macchina, con benefici che ricadono non solo sulle performance di business, ma anche sul benessere dei dipendenti. È fondamentale riconoscere come l’AI ci aiuta a risolvere una varietà di problemi e a digitalizzare attività che un tempo dovevano essere gestite manualmente, nonché a risparmiare sui costi e migliorare la qualità del lavoro. Vi sono soluzioni in ambito finance o risorse umane che grazie all’AI sono in grado di liberare le persone da lavori amministrativi per occuparsi di attività creative, esplorare nuove opportunità e concentrarsi sull’innovazione. Penso – per esempio – alla riconciliazione automatica tra ordine e fattura, o al matching automatico tra CV e posizione aperta. L’AI può, inoltre, generare analisi più rapide e accelerare il processo decisionale basato su grandi volumi di dati. Infine, avrà effetti importanti sulle economie e su come le aziende genereranno nuovo valore per i propri clienti. Si stima che il PIL mondiale crescerà di 15,7 triliardi di dollari entro il 2030 grazie all’intelligenza artificiale.

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Sono convinta che nel medio termine le aziende impareranno a utilizzare le tecnologie in modo così “intelligente” da creare valore per i propri clienti e partner e contribuire a realizzare una società che funziona meglio. Già ora si associa l’intelligenza artificiale al concetto di “umanità aumentata”, cioè di un’innovazione al servizio dell’uomo, in grado di accrescere il suo potenziale e migliorarne la qualità di vita. È dunque fondamentale affinare le capacità “cognitive” dell’intelligenza artificiale per snellirne ancora di più la sua capacità computazionale, diminuirne gli errori e raggiungere quell’efficienza che consentirà, per esempio, di occuparsi solo di una minima quantità di eccezioni che i sistemi non sono in grado di gestire.

Luisa Arienti amministratore delegato di SAP Italia