A gennaio del 2020 Microsoft smetterà di supportare il sistema operativo che ha rimesso in piedi Windows dopo il disastro Vista
Tra poco meno di un anno Microsoft cesserà di supportare il suo venerabile sistema operativo Windows 7. Il supporto mainstream per l’OS è terminato a gennaio 2015, ma quello esteso, in base al quale l’azienda continua a fornire aggiornamenti e corregge eventuali vulnerabilità, andrà avanti per altri cinque anni da quella data, quindi con termine il 2020. Il 14 gennaio prossimo, Microsoft toglierà la spina al software, cominciando a ricordare a tutti, utenti privati e aziende, che utilizzare un ambiente non più supportato è molto più che rischioso. Un esempio su tutti? Il disastro informatico WannaCry, che che nella primavera del 2017 ha colpito milioni di sistemi con OS obsoleti e dunque indifesi.
End of support
La data di fine del supporto incoraggerà sicuramente molte aziende a passare a qualcosa di meglio, ad esempio Windows 10, anche perché ci saranno applicazioni non più in grado di funzionare su quel sistema. Proprio come ha fatto con Windows XP, Microsoft continuerà ad offrire un minimo supporto agli utenti di Windows 7 ancora riluttanti ad eseguire l’aggiornamento al successivo ma ad un prezzo. Quindi, fino al gennaio 2023, che costituisce la data di fine assoluta di “7”, i ritardatari potrebbero dover sostenere spese cospicue per continuare senza aggiornamenti, sia una perdita di tempo che di soldi.
Eppure Windows 7 è ancora sulla cresta dell’onda. Gli ultimi dati di Netmarketshare hanno mostrato che oltre il 36% dei possessori di PC è ancora aggrappato al sistema operativo, superato da Windows 10, con il 39,22%, per la prima volta a dicembre. Le cose peggiorano quando si guarda alle imprese. Per Kollective, ben il 43% delle aziende usa ancora l’OS vecchio di quasi dieci anni. Mentre pare che il 17% dei dipartimenti IT non sappia quando sia effettivamente la scadenza per la fine del supporto, con il 6% che, pur conscio, non ha ancora iniziato a pianificare una migrazione.