Una conversazione con Peter Barnes, vicepresidente Infrastructure Solutions Group, consente di tracciare l’evoluzione in corso delle infrastrutture IT europee
Nell’evoluzione sempre più rapida delle tecnologie è difficile orientarsi: abbiamo chiesto a uno dei protagonisti dell’evoluzione in corso, Peter Barnes, VP Infrastructure Solutions Group di Dell EMC per Europa Occidentale, Russia e CIS, qual è lo scenario del mercato IT che dovranno affrontare le aziende nel prossimo futuro. «In tutta Europa – Italia compresa – vediamo un trend costante: le organizzazioni cercano di investire nei risultati, sia dal punto di vista del business sia della tecnologia, piuttosto che nell’acquisto di componenti delle soluzioni». Infatti, nel settore privato e in quello pubblico «nessuno ha più a disposizione né tempo né budget sufficienti a progettare la propria infrastruttura, originale e unica». Dall’esperienza acquisita dai grandi player del cloud pubblico si deduce che il 95% di quello che serve a ogni organizzazione per l’infrastruttura IT di base è comune. «Ciò che differenzia e specializza le organizzazioni è il modo in cui si applica la tecnologia per risolvere le sfide del business, creando opportunità differenti: il risultato finale è il cloud privato».
Se si guarda al dipartimento IT dal punto di vista storico, si scopre che esiste una divisione tra coloro che gestiscono i server, quelli che si occupano dello storage e quelli che gestiscono le reti. «Tale suddivisione dei compiti delimita sia il progetto dei sistemi che la scelta dei fornitori, creando dei silos di progetto, acquisti e operatività». Tuttavia, il cloud pubblico ci ha insegnato che non deve necessariamente funzionare in questo modo: «Per questo, i dipartimenti IT più innovativi oggi stanno eliminando questi silos, che devono dar spazio alcloud privato ed ad un efficace cloud ibrido».
Così, accade che le organizzazioni, che non hanno più i propri silos server/storage/networking, cerchino partner in grado di «offrire soluzioni infrastrutturali basate sui risultati, che superino il tradizionale gap tecnologico server/storage/networking. Occorrono fornitori che siano in grado di offrire prodotti di eccellenza in ognuno dei tre settori, ma, ancora più importante, la capacità di realizzare sistemi che integrino all’origine e facciano funzionare insieme tutti i componenti con un solo contratto e un supporto unico». È qui che gioca la sinergia tra Dell EMC aggiunge Barnes, con VMware che agisce da “collante” software tra i due.
«Si può dire che Dell EMC offre l’intero stack del data centre, comprendente server, storage e networking e il software private cloud per l’orchestrazione e l’automazione: un’offerta davvero unica oggi sul mercato».
L’Italia
«La crescita della quota del mercato server detenuta da Dell EMC in Italia è stata superiore al 50% nell’ultimo anno (IDC Global X86 Server Tracker), contro una contrazione del nostro concorrente più vicino». Questa crescita si basa sugli effetti del matrimonio Dell EMC, ma anche sulle qualità dei server, che Barnes specifica così: «Performance, in tutti i campi e con bassi consumi; open management, basata sul tool gratuito OpenManage che spediamo con tutti i server e che opera con VMware, Microsoft e Linux; supporto di classe mondiale, valore e affidabilità superiori». E per il futuro? «Dell EMC ha investito in centri di ricerca sull’high performance computing, creando degli High Performance Computing Centers come quello dell’Università di Pisa. In più, l’accordo con SAP Business One per rivendere appliance VAR basate su Dell EMC. Tutto ciò e altri sviluppi ci rendono ottimisti per il futuro».