La compagnia cinese ha tolto i veli al suo progetto open source, con cui permetterà agli sviluppatori di creare applicazioni che sfruttano la marginalità della rete
Baidu ha presentato OpenEdge, la prima piattaforma di elaborazione open source “edge” in Cina. Il gigante della ricerca, più volte considerato il Google dell’Oriente, ha svelato il progetto durante il CES 2019 che si chiude oggi a Las Vegas. “L’edge computing sta diventando sempre più comune grazie all’aumento dei dispositivi IoT – ha spiegato Zun Wang, un portavoce di Baidu – la tecnologia offre diversi tipi di potenza di elaborazione, in particolare quella su base AI, consentendo la più stretta vicinanza dell’origine dati con le possibilità offerte dal cloud”.
Come sappiamo, l’edge computing permette di spostare la potenza di elaborazione dalla nuvola verso il “bordo” dei sistemi, vale a dire ai margini della rete, dove i dati vengono prodotti. In questo modo possiamo considerare dispositivi ai margini, ad esempio, quelli che le persone usano ogni giorno, tra cui PC, smartphone e tablet, capaci così di ricevere informazioni in maniera più veloce, semplice e ottimale.
Progresso cinese
Stando a Baidu, con OpenEdge gli sviluppatori potranno creare i propri sistemi di edge computing e distribuirli su vari prodotti e hardware. La piattaforma, che include funzionalità di programmazione simultanea e raccoglimento di dati, permetterà di inviare messaggi tra i vari punti di contatto definiti, apprendendo il comportamento degli utenti finali. Solo qualche tempo fa, la cinese aveva confermato il lavoro su altri progetti open source come Apollo, per la guida autonoma, e PaddlePaddle, un framework di intelligenza artificiale. Tuttavia, questa è la prima iniziativa nel campo dell’edge computing e un approccio mai sperimentato in Cina, un paese dai paradossi tecnologici evidenti (ricordiamo il divieto a Google e alla VPN) ma che ha già inteso il business che circonderà molto presto la nuova generazione del cloud.