Con un forte impulso su tutti i segmenti, dal mobile ai data center, Lenovo punta a investire sempre di più nel software defined e nell’iperconvergenza. Emanuele Baldi commenta le performance di crescita a doppia cifra dell’ultimo trimestre
Consolidare, migliorare, innovare. Potremmo sintetizzare così, con questi tre termini, il presente e il futuro prossimo di Lenovo. Qualche settimana fa, il gruppo annunciava i risultati del trimestre conclusosi a settembre, con un certo grado di soddisfazione. E i motivi ci sono tutti: per la terza rilevazione consecutiva, Lenovo ha raggiunto una crescita a due cifre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con un fatturato che, nella sua globalità, recita 13,4 miliardi di dollari, pari a un incremento del +14% anno su anno. Si tratta del naturale conseguimento di una strategia che ha permesso anche di rilanciare fortemente il marchio Motorola, al fianco del quale si sono ulteriormente rafforzate le altre due business unit, tali da disegnare un quadro di eccellenza che vale un po’ per ognuno dei Paesi in cui opera l’organizzazione.
DALLA MOBILITÀ AI DATA CENTER
Il primo dato che balza all’occhio è, un po’ in controtendenza rispetto all’andamento del mercato, quello ottenuto nel settore dei PC, dove Lenovo è leader con margini di vantaggio rassicuranti sulla concorrenza. Nonostante la compressione dei volumi, c’è un sensibile ma incoraggiante aumento in offerte verticali, come quelle per i computer gaming e le workstation. Dalla mobilità ai data center, cos’è oggi Lenovo e come affronterà le sfide del domani? Lo abbiamo chiesto a Emanuele Baldi, general manager e amministratore delegato di Lenovo Italia. «Con idee chiare e linee strategiche ben definite, stiamo arrivando dove sapevamo: offrire le migliori soluzioni per i clienti nelle varie BU di riferimento, con innovazione e sguardo sempre proteso al futuro. L’obiettivo è differenziarci, lo dice proprio il claim che accompagna il nostro logo, “Different is better”, e lo facciamo accelerando la transizione di nuove tecnologie nelle mani degli utenti. Pensiamo ai notebook, che da anni trasformiamo in strumenti sottili ma senza compromessi per prestazioni e funzionalità. Oppure alle macchine per l’enterprise, che coniugano potenza e sicurezza. Non trascuriamo nemmeno i videogiocatori, dove il cambiamento si fa sentire grazie al VR, e i progetti di valorizzazione del brand, che ci legano ancora alla Scuderia Ferrari».
AUMENTO DELLE PERFORMANCE
Per quanto riguarda le altre divisioni, abbiamo già anticipato il buon posizionamento di Motorola nel Mobile Business Group, con il raggiungimento del break-even operativo a livello mondo, peraltro in anticipo rispetto ai piani. «Qui si è reso necessario ottimizzare, ed è ciò che ci ha premiato maggiormente» – spiega Baldi. La riduzione delle spese operative e di personalizzazione (circa ottomila le customizzazioni dei prodotti Motorola richieste in passato), unita all’aumento delle vendite, ha generato profitti interessanti, in EMEA così come in America Latina, dove Lenovo è al secondo posto, e in Cina, paese con un business notevolmente più ampio che altrove per volumi e redditività (rispettivamente +84,6%, +279,4%). Peculiari sono i numeri del Data Center Group, che pone Lenovo tra i primi tre vendor di server x86, quello in più rapida crescita sul mercato. «Sebbene nell’area server non abbiamo ancora raggiunto l’obiettivo prefissato – afferma Emanuele Baldi – portiamo a casa comunque ricavi superiori al 50%».
SVILUPPO APERTO
Lenovo punta a investire sempre di più nel software defined e nell’iperconvergenza, beneficiando anche di un panorama che vede sempre meno player e dunque un consolidamento della posizione dei più grandi. «Il punto è che qui servono grandi investimenti – continua Baldi – sia lato hardware che software, e solo chi ha basi solide può permetterselo. Il successo è frutto anche del modo con cui l’azienda sta proponendo le nuove tecnologie, con partnership strategiche che hanno il fine di ampliare la copertura globale. Da parte nostra, pur collaborando con tante realtà di primo piano come NetApp e Nutanix solo per citarne alcune, continuiamo a seguire uno sviluppo aperto e non proprietario. Solo in questo modo, diamo all’utente la possibilità di scegliere il provider che preferisce, con la certezza di affidarsi a una piattaforma sicura e interoperabile».