La PlayStation Classic si può hackerare troppo facilmente

La PlayStation Classic si può hackerare troppo facilmente

C’è già chi è riuscito a violare il codice della console tramite la porta Uart, in assenza di una degna crittografia

Gli hacker non perdono tempo quando si tratta di violare oggetti di culto, come le console retro. Ed è così che un paio di smanettoni hanno rotto il codice della PlayStation Classic. In che modo? Grazie ad una crittografia debole nella sicurezza della console, tale da consentire di accedere al sistema tramite la porta seriale Uart. Nonostante la presenza di una chiave che nasconde il sorgente della Classic, l’hacking sembra piuttosto semplice, visto che la crittografia avviene attraverso una key inserita nella macchina stessa e dunque raggiungibile senza troppi problemi.

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Una volta arrivati ​​nelle viscere della PlayStation Classic, è possibile caricare efficacemente ciò che si vuole sulla console, da altri giochi originali PlayStation a software terzi, non pensati in origine. Non si tratta di una novità visto che anche i remake di Nes e Snes Classic Mini sono state oggetto di violazioni nel recente passato ma con trick forse più impegnativi di quello odierno.

Cosa succede

In ogni caso, la vicenda indica che la sicurezza informatica, in certi contesi, è ancora un miraggio. Peraltro, diversi siti che hanno provato a seguire le istruzioni per l’hacking si sono accorti che la console, dopo la modifica non effettua alcun controllo sul materiale caricato quindi, in teoria, un cracker e criminale potrebbe utilizzarla come vettore per arrivare altrove, magari passando per la stessa rete Wi-Fi a cui è connessa o anche attraverso una semplice chiavetta USB. Peraltro, payload formattati possono incasinare un po’ troppo il codice di device del genere, finendo col creare pericolosi brick che, in gergo, vuol dire ritrovarsi tra le mani un grosso fermacarte, buono solo come soprammobile.

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