I protagonisti sono i dati

cloud ibrido

Quest’anno per la prima volta il numero di oggetti connessi nel mondo supererà quello di esseri umani: 8,38 miliardi contro 7,5 miliardi. È cominciato un nuovo capitolo della storia della trasformazione digitale, e i protagonisti sono i dati. Il numero di dispositivi continua ad aumentare: macchine, computer, telefoni, automobili e così via.

Tutti questi oggetti connessi generano ogni giorno 2,5 trilioni di byte registrati in tempo reale. All’interno di questo immenso oceano di informazione, ci sono elementi più utili di altri, elementi che possono meglio contribuire alla crescita e al raggiungimento degli obiettivi aziendali. In questo nuovo contesto, aumentano le opportunità, ma indubbiamente anche le sfide da affrontare nell’identificare la giusta strategia di analisi e utilizzo dell’informazione digitale. In questo “viaggio” complesso – quello che chiamiamo il ciclo di vita dei dati, che va dall’esplorazione all’analisi – il punto cruciale è come identificare il valore del dato, e trasformarlo in “conoscenza oggettiva” per generare risultati applicabili in uno specifico contesto di business. L’obiettivo finale per le aziende è capire come convertire questi byte di informazione in “dati intelligenti”.

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Molto spesso questo implica apportare profondi cambiamenti alle strutture IT esistenti per renderle più aperte e agili, così che possano esprimere il loro vero potenziale. Nove su dieci, tra i CEO delle grandi aziende, considerano i dati un fattore di produzione a tutti gli effetti. La chiave del successo dei progetti di una società: oggi, oltre il 58% delle aziende in tutto il mondo ha già pianificato di investire nella loro gestione. Analizzarli può consentire di conoscere in modo più approfondito le scelte dei clienti, di promuovere progetti interdisciplinari all’interno dell’azienda o persino di prevenire i guasti nelle apparecchiature di produzione grazie alla manutenzione predittiva.

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È bene ricordare che sono proprio le grandi aziende che detengono la maggior parte dei dati utili alla strategia di crescita in uno specifico verticale di mercato – circa l’80% dei dati, secondo un recente studio di un’affermata azienda nel settore ICT – mentre il restante 20% dei dati rimane condiviso, e pertanto a uso dei “newcomer” che tentano con agilità e innovazione di competere con le aziende già stabilite, puntando all’utilizzo di tali dati “condivisi” per differenziarsi nell’approccio al cliente.

In Orange Business Services, la nostra priorità è essere al fianco dei nostri clienti nelle sfide che affrontano, comprendendo e rispondendo alle loro esigenze, in ogni fase del ciclo di vita dei dati. La nostra esperienza nel campo degli oggetti connessi ci consente di acquisire rapidamente i dati più utili. Grazie alla qualità delle nostre reti, li portiamo a destinazione e ne garantiamo l’integrità. Nelle nostre infrastrutture cloud e nei nostri data center li elaboriamo, li proteggiamo e gli diamo struttura.

Grazie ai nostri servizi e ai nostri esperti di cloud, l’utilizzo dei dati diventa più semplice e accessibile in qualsiasi momento: implementiamo gli strumenti appropriati per trasformarli in preziose interazioni e strumenti di condivisione per i dipendenti, ma anche in valore utile per i clienti di ogni azienda e in strumenti di produzione. Infine, soprattutto, garantiamo la protezione dei dati lungo tutta la catena del valore, perché non c’è valore senza fiducia. L’obiettivo finale è quello di offrire alle aziende ciò di cui hanno bisogno per condividere, creare e crescere. I dati diventano il materiale con cui interagire, collaborare e scambiare con maggiore flessibilità ed efficienza. Questo è il modo in cui, secondo la nostra visione, l’intera catena del valore dei dati partecipa alla costruzione dei progetti e garantisce il loro successo.

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Francesca Puggioni, managing director Southern Europe

Orange Business Services