Smart working. Il ruolo dei device intelligenti

Fastweb, firmato l’accordo sullo smartworking che rende strutturale il nuovo modello di organizzazione del lavoro

Apertura al cambiamento e flessibilità. La trasformazione del modo di lavorare in ufficio e fuori è resa possibile da strumenti e applicazioni che consentono di avvicinare i team virtuali e ottenere la massima produttività, accelerando la digital transformation nella realtà di tutti i giorni

Molti aspetti del lavoro sono cambiati nel corso degli anni: anzi, possiamo dire che lo stesso concetto di lavoro è stato completamente rivisitato, al punto che oggi la collaborazione remota è diventata una realtà di fatto. Complici di questa evoluzione sono stati dispositivi un tempo fantasticati e oggi parte della nostra vita quotidiana. Smartphone, tablet, pc portatili di potenza incredibile e soluzioni integrate di telepresenza rendono possibile gestire riunioni praticamente ovunque senza muoversi, condividendo presentazioni multimediali, documenti o semplici appunti con colleghi e partner, anche a grande distanza. Le tecnologie di firma elettronica consentono inoltre di lanciare e/o autorizzare transazioni finanziarie da qualsiasi parte del mondo, mentre le soluzioni di realtà virtuale e realtà aumentata permettono di ricevere istruzioni o veri e propri corsi di formazione a distanza, mediante visori multimediali connessi a Internet. In poche parole, tutte queste novità tecnologiche stanno trasformando i lavoratori di ieri negli smart worker e nei knowledge worker di oggi e di domani. Abbiamo chiesto a IDC di offrirci uno spaccato di questa evoluzione.

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IL MERCATO SECONDO IDC

Secondo i dati di IDC Italia, oltre la metà delle aziende italiane ha avviato almeno un’iniziativa in ambito smart working. Le attività principali attuate sono per ora orientate a garantire la possibilità del lavoro da remoto e a consentire ai dipendenti di lavorare con dispositivi mobili. I settori nei quali si evidenziano maggiormente questi trend sono il finance, il commercio all’ingrosso, l’industria, i trasporti, le TLC e le utility. Gli obiettivi dei progetti e delle iniziative sono di garantire una maggiore flessibilità ed efficienza delle attività lavorative, puntando sulla valutazione per obiettivi e sulla possibilità di una migliore conciliazione tra tempi lavorativi e personali. Grazie a questo tipo di iniziative – spiega Daniela Rao, senior director research & consulting di IDC Italia – «si rende necessario riprogettare anche gli spazi fisici, diminuendo per esempio le postazioni fisse e ampliando gli spazi condivisi», oltre a una promozione dell’utilizzo di tecnologie digitali da parte dei dipendenti e un rafforzamento dei sistemi di misurazione e di valutazione delle performance individuali e collettive. «Così, oltre a responsabilizzare maggiormente il personale, si abilita una maggiore collaborazione e condivisione tra i dipendenti». Ma chi adotta oggi politiche di smart working? «Sono principalmente le medie e le grandi imprese, che consentono il lavoro da remoto e forniscono ai propri dipendenti la possibilità di lavorare utilizzando dispositivi mobili» – risponde Daniela Rao. «Soprattutto le grandi imprese – più delle altre – sembrano oggi aver compreso i benefici di politiche di questo tipo e sono orientate alla creazione di piattaforme che tendono a convergere e a integrare tutti i servizi che supportano le operazioni e i processi aziendali, incluse la comunicazione e la collaborazione, come parte dell’evoluzione digitale degli ambienti fisici di lavoro».

Nel prossimo futuro – «si prospetta una crescente diffusione del paradigma di digital workspace» – che sostituirà progressivamente quello della postazione fisica tradizionale. «Grazie al crescente utilizzo di piattaforme digitali di comunicazione, oltre che di strumenti di condivisione e di terminali e applicazioni mobili – continua Daniela Rao – si estenderà la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo, di essere riconosciuti e misurati dai sistemi per obiettivi, favorendo anche il dialogo e la collaborazione tra le persone, innovando i processi e gli ambienti operativi». Evoluzioni che offriranno alle aziende la possibilità di focalizzarsi maggiormente sulle proprie attività e sul business, migliorando anche la soddisfazione dei dipendenti. In un contesto in cui la rivoluzione digitale continuerà a impattare sull’organizzazione aziendale e sui mercati, trasformandoli profondamente – «le piattaforme di collaborazione diventeranno un veicolo importante per costruire e diffondere la conoscenza fra le persone e per stimolare e governare la circolazione delle idee frutto del lavoro condiviso».

VERSO L’AUGMENTED HUMANITY

Un altro trend prospettato da IDC per il futuro è quello verso la cosiddetta augmented humanity o umanità aumentata. «Nel prossimo triennio, i device inizieranno il percorso di integrazione con il nostro corpo» – spiega Daniela Rao di IDC Italia. «Visori e strumenti in grado di liberare le mani di molti lavoratori. Assistenti virtuali in grado di consigliarci e prendere decisioni autonome». In termini numerici, secondo le stime di IDC, il mercato business dei dispositivi per augmented reality (AR) & virtual reality (VR) crescerà entro il 2020 da 6 a oltre 120 milioni di euro, superando nettamente il valore del mercato consumer. «In prospettiva, se è vero che i dispositivi AR genereranno gran parte del valore del mercato business, nei prossimi due anni, i device di VR troveranno applicazione in attività specifiche. In generale, i device AR/VR, che inizialmente hanno attratto soprattutto i consumatori privati, cominciano a entrare nelle aziende per gestire processi interni e servizi rivolti al cliente». Per esempio, nelle grandi catene retail, la realtà virtuale è già in corso di sperimentazione. «Ci aspettiamo che soluzioni di VR si diffondano rapidamente a partire dai punti vendita di beni durevoli e di lusso, dal fashion all’auto, e alla fine avranno un ruolo nella maggior parte dei tipi di acquisti dei consumatori, dove poter scegliere tra una serie di opzioni è fondamentale per effettuare la spesa». E in Italia? «In prospettiva, anche nelle aziende italiane, la capacità di sovrapporre o proiettare informazioni digitali in ambienti fisici o nel campo visivo di una persona non è più fantascienza. Ma mentre cuffie, caschetti, visori e occhiali meritano attenzione crescente tra gli IT buyer aziendali, la componente più importante sarà quella costituita dalle applicazioni e dai contenuti, che saranno integrati e gestibili anche da smartphone, tablet e pc». Così si diffonderanno sempre di più applicazioni quali – «traduzioni in tempo reale di testi, localizzazione, navigazione e contestualizzazione spaziale, formazione collaborativa, istruzioni e annotazioni, modelli digitali contestuali e manuali per la produzione e la manutenzione».

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STAMPA E GESTIONE DOCUMENTALE

Lo smart working richiede padronanza delle tecnologie coinvolte e uno sguardo lungimirante, nell’offrire prodotti e servizi, a quella che sarà l’evoluzione delle esigenze degli utenti e dei partner per lo studio delle soluzioni e la loro implementazione più efficace. Come si muovono i protagonisti in un momento in cui la trasformazione digitale ha accelerato ancora di più? Partiamo dal mondo della stampa e della gestione elettronica dei documenti, settori oggi in prima linea nella digital transformation, con attori di lunga e consolidata esperienza. Per Giovanni Barzaghi, national sales director di OKI Europe (Italia) essere leader del mercato nella realizzazione di stampanti e MFP smart significa rispondere in maniera rapida ed efficace alle necessità delle PMI. «Si stampa di meno, ma con esigenze crescenti in termini di qualità e versatilità. C’è una decisa preferenza per il multifunzione a colori rispetto alla stampante a funzione singola, ormai in declino. Inoltre, cresce costantemente la richiesta di servizi di stampa gestita, segmento di mercato nel quale OKI Europe ha migliaia di dispositivi in tutto il continente». E quali sono le soluzioni necessarie a realizzare un vero smart working? «I dispositivi MFP adatti a supportare lo smart working devono essere semplici da usare, affidabili, sostenibili e devono garantire un alto livello di sicurezza nella gestione dei dati».

Migliorare l’acquisizione, l’indicizzazione e la sicurezza dei flussi documentali è fondamentale per rendere più efficiente il workflow all’interno di un ufficio o di un’azienda. Secondo Lorenzo Matteoni, senior manager marketing di Brother Italia – «il passaggio dai processi cartacei ai flussi di lavoro digitali è la chiave di ogni azienda di successo». Ed è in questo ambito che Brother offre servizi di scansione e archiviazione, che costituiscono – «la migliore soluzione per la gestione dei documenti e degli archivi elettronici, con soluzioni personalizzate e di semplice utilizzo che rendono il lavoro smart, facile e veloce». In particolare, Matteoni sottolinea la soluzione Barcode Utility – «ideale per ottimizzare grandi volumi di scansione e per chi cerca una soluzione software semplice e facilmente integrabile nel flusso di lavoro aziendale». Questa tecnologia è pensata per coadiuvare i clienti nella digitalizzazione di documenti cartacei, poiché attraverso la lettura dei codici a barre contenuti – «permette di scannerizzare documenti con più velocità e precisione, riducendo gli errori di archiviazione e creando un archivio strutturato, semplice da consultare». Infatti il software – «riconosce il codice a barre ed elabora automaticamente i documenti archiviandoli nel disco locale, all’interno della cartella di destinazione prescelta». Una soluzione ideale – aggiunge Matteoni – «per le aziende che eseguono spesso la scansione di documenti contenenti codici a barre, «come nei settori dei servizi assicurativi, nelle vendite online e nella logistica».

PC, TABLET E SMARTPHONE

Questi dispositivi sono alla base dell’evoluzione tecnologica di massa e stanno guidando la trasformazione digitale in tutto il mondo. Massimiliano Ferrini, head of product business di Fujitsu Italia, spiega come la sua azienda possa offrire una gamma di notebook, pc e workstation con tecnologie particolarmente innovative. Come per esempio – «il multidisplay sulla scrivania o notebook più leggeri e con batterie che durano fino a 24h». Inoltre, grazie alla sempre maggiore diffusione del cloud – «che ha dato una forte spinta allo smart working» – occorre fornire soluzioni di sicurezza adeguate, non essendo più sufficienti quelle standard, e Fujitsu ha realizzato – «la soluzione PalmSecure, basata sul riconoscimento dell’impronta venosa del palmo della mano, direttamente integrata nei notebook e nei tablet per la massima mobilità». In generale, il concetto chiave secondo Ferrini – «è che il motore dell’innovazione e dell’adozione dello smart working è un elemento principalmente interno alle aziende. Non deve provenire solo dalla tecnologia, ma anche dalle varie linee di business» – poiché – «una maggiore collaborazione porta a una maggiore produttività sia a livello personale che aziendale».

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Per Matteo Masera, sales director North Italy di Hitachi Systems CBT, la digital transformation passa soprattutto dall’applicazione di tecnologie avanzate – «per connettere persone, spazi e oggetti ai processi di business, con l’obiettivo finale di aumentare la produttività». Per questo, Hitachi Systems CBT propone Workplace as a Service – «ideata allo scopo di unire tecnologie e servizi di gestione in un’unica soluzione, disegnata sulle esigenze della singola azienda e del ruolo del lavoratore, dal profilo VIP – per AD e top manager – fino ai gradi più operativi». Un target quindi decisamente ampio – «ma quello più sensibile è rappresentato da aziende con un elevato numero di utenti mobili o una consistente diffusione territoriale». Analizzando il mercato, è ormai chiaro che le aziende stanno cambiando il loro approccio al lavoro – «adottando spesso soluzioni di lavoro promiscuo (casa e ufficio) o di smart working tout court», anche se permangono ancora alcune resistenze culturali. Se il futuro del lavoro sarà smart, l’efficienza dei lavoratori sarà legata a come e a quanto si riuscirà a facilitare – «la connessione tra le varie parti dell’azienda». Perciò, Hitachi Systems CBT propone – «una soluzione composta da hardware (laptop, tablet, smartphone) e software per la gestione del lavoro “smart”, oltre a sistemi operativi centralizzati nel nostro data center e da noi gestiti. Una vera postazione di lavoro completa in grado di sollevare totalmente l’azienda dalla sua gestione, con la possibilità di avere costi certi, garantire la qualità del servizio e aumentare la produttività degli smart worker».

L’ATTENZIONE AL CLIENTE

L’attenzione al cliente e alle sue esigenze si impone sempre, come conferma Cristina Nuti, field marketing manager client solutions di Dell Italia. «La forza lavoro odierna si aspetta di poter disporre di soluzioni di massima flessibilità e facilità di gestione, in grado di garantire prestazioni, sicurezza e usabilità, indipendentemente dal luogo in cui lavora». Quindi il problema è di garantire l’accesso a tecnologie sempre più aggiornate e abilitare lo smart working. Per farlo, Dell EMC propone soluzioni endpoint innovative ed ecosistemi all’avanguardia con pc completamente gestiti come servizio. Per essere sicura di offrire la giusta tecnologia rispetto alle attività che una persona deve svolgere, Dell EMC ha individuato cinque differenti profili – le “Digital Personas” – creando soluzioni personalizzate. Soluzioni che per consentire di lavorare ovunque comprendono – continua Nuti – «sistemi in grado di collaborare, connettersi e comunicare in maniera trasparente, indipendentemente dal luogo in cui si trovano, ma anche sicuri». Un aspetto, quello della sicurezza, che Dell EMC ritiene fondamentale, e che comprende «Endpoint Security Suite Enterprise, che consente agli utenti finali di lavorare dove e come desiderano, utilizzando i dispositivi di propria scelta. Inoltre Dell Wyse offre un’ampia gamma di thin client e zero client Wyse sicuri, affidabili e a costi contenuti, progettati per l’integrazione in qualsiasi infrastruttura virtualizzata o web-based».

Tra i vendor più attivi nel mercato della mobilità e dello smart working, Samsung, con Paolo Bagnoli, head of IM marketing B2B di Samsung Electronics Italia, spiega che il problema è quello di gestire al meglio i device coinvolti. In questa prospettiva – «diventa essenziale il mobile device management, ossia tutte quelle piattaforme di controllo da remoto che consentono una gestione centralizzata dei dispositivi mobile utilizzati dai dipendenti». Non solo: occorre anche garantire un giusto livello di sicurezza per cui – «i dispositivi Samsung dispongono di Knox, la piattaforma per la sicurezza mobile integrata, che permette di ospitare i dati aziendali all’interno di un’area del dispositivo progettata per separare e proteggere i dati aziendali da possibili attacchi». Samsung è uno dei principali produttori al mondo di dispositivi mobili e quindi anche di soluzioni per lo smart working. Utilizzando – «smartphone come Galaxy Note 9 è possibile lavorare su un’interfaccia simile a un desktop senza la necessità di alcun altro dispositivo». Infatti, grazie a un cavo adattatore – «è possibile utilizzare il telefono con un monitor esterno in modalità DeX». Infine, per operare agevolmente nel mondo dello smart working, le aziende devono anche dotarsi degli opportuni strumenti finanziari, che sono forniti da aziende come CHG-MERIDIAN, che fornisce soluzioni di locazione operativa per i sistemi tecnologici. «Offriamo soluzioni Enterprise Mobility (EMS) dedicate al mondo del mobile working proprio per supportare e fornire un valore aggiunto ai progetti di mobility delle aziende» – spiega Marco Gallo, vice president sales di CHG-MERIDIAN Italia. La nostra soluzione di leasing operativo si applica ai migliori prodotti tecnologici leader di mercato ed è dedicata alla media e grande impresa. Offriamo strumenti e soluzioni trasparenti che si adattano in modo sartoriale alle scelte tecnologiche del cliente». Ma qual è l’elemento che rende interessante una soluzione in leasing? «Siamo di fronte a una nuova rivoluzione globale con un ciclo sempre più breve dei dispositivi tecnologici» – risponde Gallo. «Le aziende necessitano di tecnologia mobile sempre all’avanguardia. La scelta del leasing operativo è altamente strategica in tal senso» – perché consente di tenere sempre allo stato dell’arte il parco installato.

SICUREZZA E RESILIENZA

Lo smart working corre verso una diffusione sempre più vasta. E per Barzaghi di OKI Europe (Italia) avrà bisogno di essere supportato con dispositivi versatili, connessi, sicuri e dai costi sostenibili. OKI Europe è già proiettata verso questa concezione del mercato ed è pronta a offrire soluzioni tecnologiche realmente efficaci attraverso i suoi rivenditori. Nel prossimo decennio, il concetto di un lavoro a tempo pieno in un ambiente d’ufficio tradizionale sarà solo un ricordo. Il dato emerge da uno studio che Fujitsu ha commissionato alla società di ricerche PAC (CXP Group), che ha analizzato un campione significativo di responsabili decisionali in organizzazioni pubbliche e private in Europa, Oceania e Nord America. «Entro il 2025 – spiega Ferrini di Fujitsu – i Millennials rappresenteranno oltre il 50% della forza lavoro in Italia, ridefinendo la cultura aziendale attorno a modelli più flessibili, maggiore apertura alla collaborazione e focalizzazione sui dati come linfa vitale del business. L’obiettivo di Fujitsu è di rafforzare il proprio posizionamento come player in grado di supportare il processo di digitalizzazione delle aziende, anche nel segmento dello smart working». Mentre Hitachi Systems CBT con Masera aggiunge che per il futuro la discriminante sarà il servizio proposto: «Proporre le tecnologie più all’avanguardia e i device di ultima generazione per essere competitivi sul mercato. Hitachi Systems CBT, in qualità di systems integrator, riesce a unire a questo la possibilità di gestire tutto quello che serve allo smart worker e di erogare servizi di monitoraggio, upgrade, manutenzione e, non da ultimi, servizi di data center».

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Secondo una recente indagine Dell EMC, il 50% della forza lavoro globale opera da remoto e pensa che, in un prossimo futuro, la tecnologia di comunicazione sostituirà le interazioni di persona. Inoltre, il 70% ritiene che gli ambienti di lavoro di oggi siano più collaborativi rispetto al passato. «In questo quadro – sostiene Nuti di Dell Italia – il ruolo di Dell EMC è di offrire alle persone gli strumenti e le soluzioni per lavorare al meglio all’interno dell’economia digitale». Se alcuni dati indicano che l’Italia è ancora all’inizio del percorso di adozione, Bagnoli di Samsung vede questa tendenza in espansione, in linea con la crescente esigenza di mobilità lavorativa. «Per Samsung lo smart working rappresenta, invece, una pratica aziendale consolidata e attiva già da molti anni». Il futuro dello smart working vedrà un’ulteriore crescita e almeno la metà delle aziende trasleranno verso progetti di mobility nel breve e medio periodo. «Per questo – spiega Gallo di CHG-MERIDIAN – il nostro obiettivo commerciale è di posizionarci ai vertici tra le aziende che forniscono servizi a supporto dell’adozione della tecnologia mobile». Quello dello smart working è un settore in continua e rapidissima evoluzione. Capire come i dispositivi offerti dai principali vendor possono contribuire a migliorare la vita di ognuno di noi è il modo migliore per guardare avanti e prendere le decisioni giuste per il futuro della propria azienda.


L’offerta di Lenovo in ambito smart working

Spazi lavorativi sempre più intelligenti richiedono device altrettanto intelligenti

«Le tecnologie intelligenti preferite dei decisori aziendali sono quelle che incidono sull’efficienza e consentono a chi lavora in azienda di collaborare con i colleghi senza ostacoli» – spiega Federico Carozzi, head of product management di Lenovo Italia. «Dispositivi Lenovo per lo smart working quali ThinkPad X1 Yoga sono concepiti per offrire elevata potenza di calcolo, display ad alta risoluzione, webcam e audio di alta qualità, batterie di lunga durata, peso contenuto e protezione dei dati e della privacy. Un caso significativo di come lo smart office può migliorare la produttività sono le videoconferenze e il modo in cui la tecnologia Smart Office di nuova generazione le renderà più efficienti. Per esempio grazie a tecnologie intelligenti quali Lenovo ThinkSmart Hub 500, il primo strumento per conferenze basato su Skype for Business che unisce elaborazione, schermo e audio in un unico dispositivo autonomo. È solo una delle tecnologie all’avanguardia ideate per aumentare l’efficienza e le prestazioni dei dipendenti grazie a un ambiente di lavoro più intelligente».