Sextorsion: una nuova ondata di ricatti

Sextorsion: una nuova ondata di ricatti

Attualmente in corso una imponente campagna di Sextorsion

I cybercriminali sono creativi e opportunisti. Alcuni dei maggiori eventi a livello globale sono stati in passato il pretesto per azioni di spam e phishing. Truffatori internazionali raccontano di eredità multimilionarie per frodare gli utenti più ingenui o meno consapevoli dei rischi di Internet. Aggiungiamo qualche informazione personale e finti ricatti e il risultato sarà una delle più imponenti campagne recenti di phishing.

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La minaccia del mese

In questo numero della rubrica Threat Spotlight, gli esperti di Barracuda analizzano “Sextorsion”,uno scam in cui i truffatori utilizzano password rubate in precedenti attacchi per spingere gli utenti a pagare una certa somma in bitcoin per evitare la diffusione a tutti i loro contatti di video compromettenti che essi affermano di avere registrato usando il computer della vittima.

I dettagli

Agli utenti di lingua inglese la mail si presenterà probabilmente con un oggetto composto di una sola parola. Non una parola qualsiasi, ma qualcosa di molto familiare: una delle sue password. Alcuni messaggi possono anche contenere la frase “La tua password è” con la password a seguire. Comunque sia, l’obiettivo è sempre far capire immediatamente all’utente che potrebbe essere stato hackerato. La mail, scritta in linguaggio approssimativo, prosegue dicendo che il computer è stato infettato con un Remote Access Trojan (che nel messaggio viene definito Remote Desktop) da un sito porno e che sono stati registrati dei video dell’utente mentre osserva video espliciti. La mail prosegue dicendo che il Remote Desktop ha raccolto tutti i contatti dalla posta elettronica e dagli account social del malcapitato e che i video dell’utente saranno inviati a tutti i suoi contatti, a meno che egli non paghi una certa somma (naturalmente in bitcoin).  Sono stati rilevati anche casi in cui i truffatori hanno scritto alla stessa email più volte per spaventare l’utente, un approccio che probabilmente viene seguito con molte delle vittime.

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La buona notizia è che non esiste alcun video né contatti a cui spedirli. Il truffatore non ha una password legittima, ma probabilmente presa dall’AntiPublic Combo List (una lista di oltre 500 milioni di password ottenute nel corso di vari attacchi e resa pubblica nel 2016), o grazie a malware presente sul pc dell’utente. Per quanto i Remote Access Trojan siano piuttosto comuni di questi tempi, in questo caso particolare il computer dell’utente non è stato infettato. Che abbia visitato o meno siti pornografici, è una cosa che solo lui conosce, ma poiché queste email sono inviate soprattutto a email aziendali è improbabile che ciò sia avvenuto dal pc dell’ufficio.

Scopo della Sextorsion

Questa campagna di Sextortion è partita a luglio ma è ancora in corso. I Barracuda Labs hanno esaminato più di 1.000 esemplari di questa minaccia in pochi giorni e da settembre hanno individuato circa 24.000 email che usano lo stesso set di mittenti dei campioni esaminati, un buon indicatore del volume dell’attacco. I campioni esaminati provenivano da clienti che li hanno girati manualmente, è quindi verosimile ne esistano molti di più di cui non è stata data notizia.

L’attacco è stato sferrato in diverse altre lingue, senza però che fosse mostrata la password nell’oggetto o che la password stessa fosse nota al truffatore (sembra che le campagne in lingue diverse dall’inglese abbiano usato liste spam e non liste di password). Nei campioni esaminati, i paesi coinvolti erano Australia, Belgio, Canada, Cina, Repubblica Ceca, Spagna, Guatemala, Ungheria, Irlanda, Islanda, Giappone, Sri Lanka, Olanda, Regno Unito e Stati Uniti.

Sui circa 1.000 wallet Bitcoin controllati dai truffatori, sono stati fatti solo 4 versamenti. Ma con richieste di denaro variabili tra 1.000 e 7.000 dollari, è facile capire perché questa campagna sia così popolare, soprattutto considerando che lo sforzo non è così alto. Ai cybercriminali è sufficiente spedire email a liste pubblicamente disponibili. E’ anche possibile che l’attacco sia stato più efficace nelle prime fasi, prima della pubblicazione di articoli che confermavano trattarsi solo di un tentativo di truffa.

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Le tattiche di una campagna efficace

Indipendentemente dalla reale efficacia della campagna, la Sextorsion impiega diverse tattiche che dovrebbero contribuire e renderla efficace. Presentare qualcosa che dovrebbe essere segreto (ad esempio la password) non solo genera qualche timore ma può portare la vittima a pensare che anche altre informazioni che dovrebbero essere segrete (ad esempio le abitudini di navigazione) siano fondate. La contraddizione tra la popolarità del porno online e il fatto che in molte aree sia un tabu, contribuisce ad aumentare la probabilità di successo della campagna.

Ciò che rende l’attacco riconoscibile è in realtà la sintassi malferma (che è spesso un indizio di phishing), l’età delle liste di password utilizzate (è probabile quindi che la password non sia più in uso) e la scommessa sul fatto che l’utente abbia in effetti visitato recentemente un sito porno.

Come proteggersi

Per quanto l’utente possa proteggersi da questo particolare attacco semplicemente ignorandolo, ecco alcuni utili suggerimenti:

  • Controllare periodicamente che indirizzi email e password non siano stati coinvolti in episodi di violazione e, quando succede, modificare le password. Il controllo può essere fatto facilmente su siti come com.
  • Creare password complesse che siano lunghe, non prevedibili e contengano caratteri maiuscoli e minuscoli, numeri e caratteri speciali è un passo importante per rimanere sicuri. In base agli esemplari analizzati, molte delle password sottratte erano estremamente deboli.
  • Utilizzare un gestore di password che aiuti a generare e custodire password complesse. Alcuni prevedono anche degli avvisi nel caso in cui sospettino che una delle password sia stata violata così da poterla modificare istantaneamente.
  • Programmare controlli periodici della sicurezza IT. Controllare regolarmente la complessità della password, che i backup funzionino e che tutti i sistemi siano aggiornati è sempre una buona abitudine. Riservate del tempo nella vostra agenda per queste operazioni.
  • Mantenere aggiornati browser e sistemi operativi e prestare attenzione agli allegati e ai link delle email aiuta a prevenire il contagio da computer infetti. Per quanto in questo caso i truffatori non infettino alcun computer con malware, i Random Access Trojan sono molto diffusi ed è bene non abbassare mai la guardia, mantenendo aggiornati browser e sistemi operativi al fine di prevenire l’infezione da questi e altri malware.
  • Mantenersi informati. Leggere i Threat Spotlight di Barracuda, è un buon modo per conoscere meglio le minacce veicolate dalle mail e sapere come evitarle.
  • Coprire o disabilitare la webcam del pc. In questo caso si tratta di scam e non c’è alcun video, ma se un messaggio di questo tenore vi preoccupa, allora vale la pena di adottare questa contromisura per proteggere la privacy.
  • Non rispondere e non spaventarsi. Una ricerca sul web delle frasi più significative permette di verificare se c’è un attacco in corso o acquisire consapevolezza dell’attacco. Prestate sempre estrema attenzione ai dettagli e non date per scontato che una password rubata significhi automaticamente la compromissione del pc. Chiedete all’ISP o al supporto tecnico se avete dubbi.
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