Nuove opportunità di crescita in Italia e all’estero. I vantaggi dell’apertura del capitale al Fondo Agroalimentare Italiano I e a Tönnies con l’obiettivo comune di accelerare lo sviluppo
Ha suscitato molto interesse la notizia dell’apertura del capitale di Sinfo One al Fondo Agroalimentare Italiano I (FAI I) e a Tönnies. Il motivo è semplice: tecnologicamente parlando non vi sono legami diretti tra i tre soggetti, almeno non a prima vista. Ascoltare allora le parole di Paola Pomi, amministratore delegato di Sinfo One, può essere utile per comprendere meglio cosa c’è dietro la scelta strategica e dove porterà in quanto a sviluppi futuri. «Fondo Agroalimentare Italiano I e Tönnies hanno fatto un passo verso di noi quasi in contemporanea. Abbiamo accolto l’opportunità come una sfida e un’occasione di crescita, a livello di business ma non solo. Il fatto di essere mire finali di un investimento importante da parte di due realtà così consolidate come il Fondo e Tönnies è ragione di orgoglio, perché sappiamo che in questo periodo storico, chi investe lo fa in organizzazioni che ritiene sicure e capaci di portare un guadagno concreto sul capitale impiegato. Lavorando anche su prodotti di proprietà, Sinfo One prevede ricavi ricorrenti, che consentono di mettere a fattore comune le esperienze specifiche al fine di rispondere a nuove esigenze».
SINERGIE PER INNOVARE
Ma ci sono delle evidenze, ovviamente soppesate, che hanno fatto pronunciare alla famiglia Pomi il fatidico “sì”. Si tratta di percorsi scaturiti da vicende differenti, data la diversità dei settori in cui sono calati il Fondo e Tönnies, ma che arrivano a un soggetto unico, Sinfo One appunto, in grado di realizzare una strategia “win-win”. In particolare il FAI I, che principalmente investe in aziende del mondo agroalimentare, ha visto nel Gruppo un abilitatore di tecnologia per la possibile evoluzione sistemica dei suoi clienti, così da incentivare un controllo maggiore in termini di governance. Sinfo One potrà contare su un network allargato nel quale creare innumerevoli sinergie. L’obiettivo di Tönnies, attiva nel campo della macellazione, è forse più rivolto al lato tecnico dell’iniziativa. Fortemente convinta della necessità di rivoluzionare metodi e processi, tramite la digitalizzazione, la compagnia considera Sinfo One un volano di accelerazione verso lo sviluppo, perché fa della contaminazione dei contesti un punto qualitativo di rado riscontrabile altrove.
KNOW-HOW MADE IN ITALY
Non c’è il rischio che tre realtà così distanti possano generare alla lunga incomprensioni e dissonanze? «Assolutamente no» – risponde Paola Pomi. «Sinfo One è composta da più anime, quella impegnata nello sviluppo di soluzioni IT proprietarie e quela che vede Sinfo One come un importante system integrator, soprattutto sul territorio nazionale. Le due anime, una di maggior appeal per il Fondo e l’altra per Tönnies, possono crescere in maniera congiunta, mettendo in condivisione competenze e bisogni. Per esempio, ipotizziamo di poter avviare progetti di dematerializzazione per l’uno e adattarli all’altro oppure di pianificare una nuova tipologia di produzione da applicare ad altri ambiti. Questa eterogeneità non può che dare beneficio al progresso di Sinfo One e a quello dei nuovi azionisti di minoranza».
Uno scopo da raggiungere è sicuramente quello di affermare l’italianità di Sinfo One all’estero. «Negli ultimi anni, abbiamo cercato di posizionarci ulteriormente al di fuori delle mura domestiche, portando all’esterno il nostro dinamismo e know-how nel settore IT. Non è stato semplice visto che l’Italia è considerata un’eccellenza in tanti rami, dal food alla moda, ma c’è ancora una certa diffidenza quando si parla di tecnologia. Oggi, tante multinazionali ci vedono come un alleato con un alto grado di problem solving e reattività, qualità unite a una grande determinazione nel conseguire il risultato. Caratteristiche che con il Fondo Agroalimentare Italiano I e Tönnies non potremo che confermare».