
Stephen Hawking ha previsto che in futuro una razza di umani genericamente modificati dalle capacità straordinarie o l’avvento di una intelligenza artificiale avanzata porteranno all’estinzione dell’uomo come lo conosciamo oggi
Stephen Hawking non si smentisce nemmeno dopo la scomparsa avvenuta lo scorso marzo all’età di 76 anni. Il fisico ha lanciato la sua ultima provocazione nel libro “Le mie risposte alle grandi domande”, che uscirà domani nelle librerie, affermando che in futuro l’uomo sarà in grado di migliorare da soli le proprie capacità fisiche, memoria e aspettativa di vita attraverso l’ingegneria genetica. “Non c’è tempo per aspettare che l’evoluzione darwiniana ci renda più intelligenti. – si legge in uno stralcio pubblicato dal The Times – Una volta che questi superumani appariranno, ci saranno problemi politici significativi con gli esseri umani non migliorati, che non saranno in gradi di competere con loro. Presumibilmente si estingueranno, o perderanno importanza. Invece ci sarà una razza di esseri che si auto-progettano e che migliorano se stessi a una velocità crescente. Se la razza umana riesce a ri-crearsi, probabilmente si espanderà e colonizzerà altri Paesi e stelle”.
Hawking è poi tornato a parlare di intelligenza artificiale, tecnologia ritenuta di importanza fondamentale per lo scienziato ma anche un potenziale pericolo mortale per il genere umano. “L’avvento di una intelligenza artificiale super-intelligente potrebbe essere tanto la cosa migliore quanto la cosa peggiore mai successa all’umanità. – si legge nel libro – Il vero rischio con l’intelligenza artificiale non è la cattiveria, ma la competenza. Un’intelligenza artificiale super-intelligente sarebbe molto efficace nel raggiungere i suoi scopi e se quegli scopi non sono in linea con i nostri sarà un problema. Nessuno di noi probabilmente è un perfido odia-formiche che le calpesta con malignità, ma se è responsabile di un progetto per l’energia verde idroelettrica che porterà a sommergere un formicaio, non si curerà delle formiche. Cerchiamo di non mettere l’umanità nella posizione di quelle formiche”.
Infine, Hawking ha cercato di rispondere ad una delle domande che attanagliano l’uomo da quando ha cominciato a interrogarsi sui misteri della natura, ovvero “Dio esiste?”. “Il modo in cui l’universo è iniziato è stato deciso da Dio per motivi che non riusciamo a capire oppure è determinato dalle leggi della scienza? Se volete potete chiamare le leggi della scienza “Dio”, ma non è un dio personale che puoi incontrare e a cui puoi fare domande”.