Le innovazioni del gruppo a supporto delle nuove necessità dei clienti finance. Un approccio esponenziale per offrire soluzioni rapide e personalizzate in grado di scaricare a terra tutta la potenza della digital transformation
Quando si parla di digital transformation, soprattutto nell’ambito dei servizi finanziari, si deve fare un passo in avanti. Le soluzioni più richieste non si focalizzano più al solo passaggio dal mondo analogico a quello in bit, ma al miglioramento di quest’ultimo per incontrare le esigenze degli utenti, che si tratti di clienti, partner o dipendenti. Per capire come si muove, in questo interessante ma sfidante contesto, un player di primo livello come GFT, abbiamo fatto due chiacchiere con Franco Saracco, sales executive director di GFT Italia.
METTERE IL CLIENTE AL CENTRO
In un settore che vive di evoluzioni continue, anche l’offering deve adattarsi a modelli di business, tecnologie e percorsi differenti. GFT si muove, in tal senso, per sostenere la new era della trasformazione digitale, comunque incentrata sul customer journey. «Se si mette il cliente al centro, bisogna seguire una strada di adozione che guarda a pillar peculiari: la customer experience e la open organization, con un impatto sul front-office; la process optimization e il data management, rivolti al back-office; la regulation, con un interesse trasversale. Un approccio del genere ci ha portato a definire l’offerta di Exponential Banking, in cui ricadono l’augmented banking (customer experience), l’open banking (open organization), il cognitive banking (data management), l’automation banking (process optimization), creando un team multidisciplinare di professionisti che lavorano in una nuova business unit internazionale dedicata. Le istituzioni finanziarie possono trarre grandi vantaggi dalle tecnologie esponenziali: offrendo prodotti e servizi maggiormente personalizzati, secondo le tempistiche richieste e con un intervallo di tempo minimo tra ideazione ed effettiva disponibilità».
EVOLUZIONE DEL FINANCE
L’attuazione di programmi disruptive può dar vita a spunti notevoli. Come sottolinea ancora Saracco – «la proposta GFT in ambito digital transformation è stata inizialmente sviluppata in paesi, quali UK e Spagna, dove alcuni gruppi bancari internazionali hanno iniziato il processo già da alcuni anni, anche con importanti investimenti. Emblematico è il caso della tedesca FIDOR, che da una social community di esperti finanziari è successivamente diventata banca e ha sviluppato, anche con il nostro contributo, una piattaforma innovativa diventata un vero e proprio marketplace, cioè un digital store che offre API pubbliche provenienti da FinTech, InsurTech e TradeTech di fiducia. Significativa è stata l’iniziativa congiunta GFT/FIDOR che ha permesso di creare, in pochi mesi, una banca digitale ex-novo, la O2 Bank come parte di Telefónica Deutschland. In Italia, sul tema delle Open API Governance, abbiamo attivato con CeTIF, un progetto di ricerca che ha coinvolto una decina di banche, per definire un framework metodologico e una qualificazione del processo di governance API, da proporre e sviluppare concretamente insieme ai clienti».
INNOVAZIONE CHE CREA VALORE
Ma in un panorama che comincia a essere inflazionato, GFT può realmente rappresentare un valore aggiunto? Franco Saracco ne è convinto: «In qualità di system integrator esperto e specializzato sulle nuove tecnologie per il settore finanziario, GFT è capace di affiancare il cliente nella definizione di un modello di intervento, accompagnandolo nel percorso di rinnovamento dei sistemi e di trasformazione digitale. Per questo, non trascuriamo alcune problematiche che attraversano, per esempio, il mondo dell’Open Banking in merito al ruolo di AISP (Account Information Service Provider) introdotto dalla normativa PSD2. Se è vero che l’apertura alle informazioni dei clienti, che hanno espresso il loro consenso, verso alcuni TTP (Third Party Player), permette di accedere a informazioni per scopi diversi (come account aggregator) senza richiedere un’esplicita autenticazione, ciò può accrescere esponenzialmente il carico elaborativo sui sistemi, con un aumento considerevole dei volumi e la necessità di acquistare potenza ulteriore. Per tale motivo, abbiamo condotto degli assessment tecnici, con la volontà di fornire alle aziende vari scenari possibili, così da valutare i costi con la giusta tempistica».